venerdì 6 dicembre 2013

RECENSIONE: The Returned

Titolo: The Returned
Autore: Jason Mott
Pagine: 336 p.
Prezzo: € 16 (versione cartacea)
Editore: Harlequin Mondadori
Genere: Mistery/Paranormal
Scheda su Anobii: qui

Trama: Per Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.

Note sull'autore: Jason Mott vive in North Carolina, ha conseguito una laurea in Fiction e un MFA in poesia ed è autore di due raccolte di poesie. La sua scrittura è apparsa in numerose riviste letterarie tra cui: Prick of the Spindle, The Thomas Wolfe Review, The Kakalak Anthology of Carolina Poets e Measure and Chautauqua. È stato nominato per il Premio Bancarella 2009 e l'Entertainment Weekly l'ha indicato come uno dei 10 “New Hollywood: Next Wave”.


La mia opinione:
Buongiorno miei cari lettori, torno con una nuova recensione da non so neanch'io quanto tempo. Mi sono ritrovata in un altro dei miei periodi neri in cui la voglia di leggere scompare totalmente. Stavo aspettando appunto che mi ritornasse quando mi capita tra le mani il titolo in questione, The Returned di Jason Mott. Avevo detto in un precedente post che non avrei più recensito libri su richiesta, per cui mi scuso con voi lettori ma questo libro l'ho ricevuto dalla stessa casa editrice la Harlequin Mondadori. E' una delle poche case editrici che ancora, malgrado la crisi, si può permettere di mandare i suoi nuovi titoli un po' a tutti (cani e porci xD) senza preoccuparsi più di tanto. Visto che di solito la Harlequin Mondadori manda romanzetti rosa (che sono tutto fuorché il mio genere) alla vista di The Returned sono rimasta colpita e ho deciso di dargli una possibilità (oltretutto non stavo leggendo nulla). Per cui eccomi qua a dire che cavolata :) No dai, a fare una recensione seria (giurin, giuretto).

Dai titoloni sembrava un romanzo spettacolare "E' il Megalibro di Harlequin.", cosa sia un Megalibro non saprei. "E se loro, un giorno ritornassero? Nessuno sa come, né perchè. E' un miracolo? E' l'inizio della fine? Ciò che è certo, è che niente sarà più come prima." Se tornassero mandateli indietro per favore perchè sono di una noia mortale, il problema del romanzo è che neanche lo stesso autore ne sapeva il perchè e il come, ha avuto l'idea e stop... la cosa è finita lì. "Nella vostra mente si farà strada una domanda: Se capitasse a me, cosa farei?". Io sono una di quelle lettrici che le domande se le fa, ma voglio anche delle risposte da parte dello scrittore e che cavolo, non può scrivere 336 pagine di nulla, con solo la parola Redivivo. 

"The Returned un fenomeno mondiale, il caso editoriale dell'anno" se sono questi i casi editoriali veramente siamo messi male. La cosa buona del romanzo è l'idea di base, quella del ritorno a nuova vita da parte dei cari estinti o defunti che dir si voglia, ma se credete di potermi infinocchiare solo con una buona idea e niente veri contenuti state pur freschi cari nuovi aspiranti autori (come Jason Mott al suo primo libro all'attivo fin ora). Il libro è uscito a novembre, quindi di recente e ne hanno parlato in tanti. Ho cercato per i vari blog e non sono riuscita a trovare una recensione negativa, ammetto che i miei gusti e le mie opinioni non combaciano con molti dei blog "famosi"(vado sempre controcorrente), ma non posso non pensare al fatto che magari molti di questi hanno ricevuto il libro e non se la sono sentiti di parlarne male. Io invece lo farò, visto che non mi è piaciuto. 

Naturalmente non escludo che a qualcuno possa essere garbato, dopotutto i gusti son gusti, dico che oggettivamente la trama del romanzo è scialba (non succede nulla), è scritto in modo antico che più antico non si può (narratore onnisciente, punti di vista che cambiano come l'acqua, vita/morte e miracoli di ogni personaggio), è tutto raccontato (passato/presente di tutti i personaggi) e non coinvolge realmente il lettore nelle vicende (è tutto l'opposto di quello che dovrebbe essere un romanzo per me). Vi siete immedesimati nei protagonisti? Avete provato delle emozioni per loro? Io no e questo dipende dal tipo di scrittura, non certo dalla mia "insensibilità" ai temi trattati (oltretutto sono una mamma e leggere di un bambino morto di solito mi commuove, in questo caso no). Certo capisco che al tipo di storia era necessaria una visione più ampia (che non si limitasse ai soli protagonisti), ma qua si passa da un personaggio a un altro così, senza neanche tanta logica di fondo. Le uniche parti carine sono quei capitoletti (durano max due/tre pagine) in cui l'autore "presenta" i vari Redivivi. 

Di cosa parla The Returned? I protagonisti principali sono Harold e Lucille due genitori che hanno perso il loro unico figlio Jacob, annegato all'età di 8 anni nel 1966 e ora, dopo ben 50 anni, il bambino ritorna da loro vivo e vegeto. Dopo tanti anni passati nell'infelicità e nel lutto, dovranno rifare i conti con l'essere genitori. Ma non è solo Jacob ad essere ritornato dall'aldilà, infatti in tutto il mondo i morti stanno tornando a nuova vita, i Redivivi come li chiama l'autore, e guarda caso finiscono tutti per essere portati ad Arcadia (il paesino dove vivono i nostri protagonisti). Ho letto il romanzo proprio per la curiosità di saperne di più su questi Redivivi, ma l'autore in molti casi non sa come uscirsene e cosa inventarsi. L'unica cosa che si sa è che ritornano, compaiono dal nulla in posti assolutamente casuali e non si fanno la ben minima domanda del perchè sono di nuovo vivi, si comportano in modo "strano", ma non si sa di preciso cosa abbiano di strano, nessuno li studia realmente per capirne il senso, si limitano a fare domande sull'aldilà (come se fosse quello il problema).

Inizialmente il governo li fa tornare ognuno dalle proprie famiglie di appartenenza, poi dopo cambia marcia ritenendoli pericolosi e li arresta tutti (comportamento da pazzi, prima mi dai la cioccolata e poi mi arresti perchè l'ho mangiata, a questi livelli siamo). E dove li ammassa tutti? Beh nella scuola di questo bellissimo paesino Arcadia, ma esiste veramente? Questo particolare ha tratto in inganno molti lettori facendo accostare la scrittura di Jason Mott a quella di King. Il problema principale è che i protagonisti sono troppo deboli, non ci sono neanche dei veri protagonisti, quindi vuoi o non vuoi è l'intera comunità a diventare la protagonista della storia, ma poi non è che ci sia la profondità e lo spessore di certe storie di King. Qui abbiamo solo quattro stupidi che manifestano contro i Redivivi; un reverendo dibattuto tra l'attuale moglie e l'amore di una volta Rediviva; i genitori ultra 70enni, con la moglie Lucille fervente cattolica (che però non ci crede neanche lei cosi tanto, visto che appena vede il figlio cambia subito bandiera, menomale che i Redivivi erano il diavolo) Jacob il bambino che ci fa o ci è? boh; il padre l'unico forse con un po' più di carattere (e che mi è stato simpatico dall'inizio) che rifiuta in un certo senso il bambino ritenendolo non naturale; il colonnello cattivone di turno; e l'attendente che in fondo è buono, ma non può disubbidire agli ordini del suo superiore. Detta così suona un po' una barzelletta.

Quindi concludendo non mi è piaciuto perchè non è il tipo di scrittura che amo, non mi ha emozionato come vi dicevo e non ci ho trovato né patos, né azione, né una trama articolata. Di questo libro hanno fatto una serie televisiva in America, che sicuramente sarà migliore del libro (spero amplieranno e spiegheranno meglio tanti interrogativi presenti nel libro). Vi lascio con un pezzo per me significativo di ciò che non amo leggere in un romanzo, soprattutto la frase "sarebbe iniziato un periodo molto difficile". Io voglio leggere scena per scena senza anticipazioni o interventi da parte del narratore di nessun tipo.

Harold rispose con un'altra risata. E un attimo dopo ridevano tutti e due. Ma presto, il suono delle risate fu coperto dai passi dei soldati che si inoltravano nella foresta.
I militari sarebbero stati abbastanza cortesi da lasciare i fucili sull'Humvee. Avrebbero tenuto le pistole nelle fondine invece che impugnarle. Sarebbe stato il colonnello Willis a guidarli. Avrebbe camminato con le mani dietro la schiena, il petto spinto in avanti come un bulldog. Jacob si sarebbe nascosto dietro la gamba di suo padre. 
"Mi dispiace" avrebbe detto il colonnello Willis. "Ho tentato di evitarlo, davvero Ma voi due avreste dovuto tornare subito a casa." 
Sarebbe iniziato un periodo molto difficile per Harold, Lucille, Jacob e tanti altri.
Ma, per ora, c'erano solo le risate. 

Qualcuno di voi ha letto The Returned? Ne avete sentito parlare? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere attraverso i commenti. Alla prossima Angela.
Club Urban Fantasy

2 commenti:

  1. Per come scrive altro che laurea :) Comunque alcune biografie servono più per far ridere i polli che per altro xD

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