venerdì 21 giugno 2013

RUBRICA "Cosa penso di...": Scrittura e scrittori varie cose che non sopporto!

Salve cari miei lettori del blog. Oggi ritorno con questa mia rubrica dal titolo "Cosa penso di...", in un post precedente vi avevo parlato di cosa pensassi per quanto riguarda gli ebook (potete trovarlo qui). Oggi invece vi voglio parlare delle cose che non sopporto, o che comunque bene o male un po' mi danno fastidio, riguardanti sempre il mondo della scrittura e degli scrittori in generale. Di solito sono cose che scrivo su Facebook, nel mio profilo personale o nella pagina dedicata a questo blog, nei miei stati. Poi ho pensato perché non riunire il tutto in un post? Ed eccomi qua a compilarlo, sicuramente mi verranno in mente tante altre cose e sicuramente alcune mi sfuggiranno (magari verrà aggiornato via via). Mi piace osservare il girone infernale, come lo chiamo io, degli scrittori o aspiranti tali e farmi le mie personali opinioni al riguardo, condivisibili o meno. Non prendetemi per cattiva, non è la mia intenzione, sono solo le mie opinioni.

RECENSIONE FILM: Intruders


Buongiorno cari miei lettori del blog. Oggi invece di parlarvi di libri vi volevo parlare dell'ultimo film che ho visto. Forse non tutti sanno che oltre ad essere una grande appassionata di libri (urban fantasy in primis e poi fantasy in generale) sono anche un'appassionata di film horror. Prima ne vedevo molti di più, poi l'arrivo di una bambina ti stravolge la vita. Impiego tutte le mie "serate" nel tentativo di farla addormentare, impresa certe volte veramente impossibile, alla fine mi addormento prima io di lei o sono così stanca che la voglia di leggere o guardare un film è pari a zero. E pensare "ai tempi che furono" avevo creato questo blog proprio per "noia" quando ero incinta. Ora mi rendo conto che avevano tutti pienamente ragione quando mi dicevano "riposati finché sei in tempo, perché poi quando nasce..." io le consideravo semplicemente frasi del terrore per spaventare i futuri genitori :) Ma sto andando pesantemente fuori tema, scusatemi.

Quindi ieri sera tra un urlo e l'altro di mia figlia ci siamo visti Intruders. No, non sono una cattiva madre che fa vedere a una bambina piccola un film dell'orrore, ancora è troppo piccola per capire un qualsiasi tipo di film e il suo interesse era più al fare danni. Non siamo ancora arrivati nel periodo in cui il massimo che ti vedi sono i classici della disney, anche se la TV è perennemente sintonizzata su rai yoyo (maledetto digitale terrestre!).

martedì 18 giugno 2013

RECENSIONE: Il castello errante di Howl

Titolo: Il castello errante di Howl
Autore: Diana Wynne Jones
Pagine: 245 p
Prezzo: € 15 versione cartacea
Editore: Kappa Edizioni (Collana Mangazine)
Genere: narrativa per ragazzi, fiaba, fantasy
Scheda su Anobii: qui

Trama: La giovane Sophie vive a Market Chipping, nel lontano e bizzarro paese di Ingary, un posto dove può succedere di tutto, specialmente quando la Strega delle Terre Desolate perde la pazienza. Sophie sogna di vivere una grande avventura, ma da quando le sorelle se ne sono andate di casa e lei è rimasta sola a lavorare nel negozio di cappelli del padre, le sue giornate trascorrono ancor più tranquille e monotone. Finché un giorno la perfida strega, per niente soddisfatta dei cappelli che Sophie le propone, trasforma la ragazza in una vecchia. Allora anche Sophie è costretta a partire, e ad affrontare un viaggio che la porterà a stipulare un patto col Mago Howl, a entrare nel suo castello sempre in movimento, a domare un demone, e infine a opporsi alla perfida Strega. Insomma, Sophie, nel tentativo di ritrovare la sua giovinezza, dovrà affrontare suo malgrado molte più avventure di quante ne avesse mai sognate! Questo romanzo ha ispirato al maestro del cinema d'animazione Hayao Miyazaki il film omonimo.

Note sull'autore: Diana Wynne Jones (Londra, 16 agosto 1934 – Bristol, 26 marzo 2011) è stata una scrittrice inglese. Scrivere è sempre stata la sua passione, fin da bambina, quando il padre faceva soffrire lei e le sue sorelle di mancanza di libri. Dopo aver frequentato la Friends School Saffron Walden, la Jones studiò inglese al St Anne's College di Oxford, dove assistette a lezioni di C. S. Lewis e di J. R. R. Tolkien. Si laureò nel 1956, e nello stesso anno sposò John Burrow, studioso di letteratura medievale, da cui ebbe tre figli. Nella sua vita scrisse più di trenta romanzi, i quali hanno riscosso successo in tutto il mondo, ma non tutti sono stati già pubblicati in Italia. L'editore che ha pubblicato più libri è Salani seguita da Kappa edizioni.



La mia opinione:
Oggi sono qui a parlarvi di un romanzo che ho scoperto per caso. Sì conoscevo l'esistenza di un anime intitolato appunto Il castello errante di Howl, ma non sapevo che in realtà era stato tratto da un romanzo. Per dire tutta la verità non ho mai visto l'anime, anche se mi sono ripromessa più volte di farlo. Ma è anche vero che ciò mi ha permesso di godermi il romanzo senza nessuna intrusione di sorta, non pensavo "ma nel film è successo così, ma nel film questo non c'era" ecc. Ora che ho finito di leggerne il libro, quanto prima voglio vederne la trasposizione cinematografica e farne una recensione per il blog. Una cosa però l'ho capita le due opere si discostano parecchio in molti punti, ad esempio nel romanzo non si parla di nessuna guerra quando invece mi sembra che sia una tematica centrale nel film (ma ne parlerò ampiamente quando ne farò la recensione). Il castello errante di Howl è il primo volume di una trilogia, di cui fanno parte Il castello in aria e La casa per ognidove. Il genere è un fantasy per ragazzi, anche se io ci ho visto più lo stile delle fiabe che dei fantasy classici. Il romanzo è anche abbastanza vecchiotto, in Italia addirittura è arrivato diciannove anni dopo la sua pubblicazione in madrepatria, diciannove anni dopo non si scherza, questo ci fa capire quanto l'Italia molto spesso sia fuori dal mondo.

domenica 16 giugno 2013

RECENSIONE RIVISTA: Altrisogni N.6

Nome Rivista: Altrisogni
Capo Curatore: Christian Antonini e Vito Di Domenico
Editore: dbooks.it
Numero: 06
Pagine: 124 p.
Tipo di pubblicazione: Aperiodica
Uscito: Maggio 2013
Lingua: Italiano
Formato: PDF, ePub, mobi
Prezzo: € 2,90
Genere: Horror, sci-fi e weird
Link Acquisto: qui

Argomenti: Altrisogni è una rivista digitale di narrativa fantastica. Si occupa di fantascienza, orrore e weird. Composta da una parte redazionale e una narrativa, propone articoli di approfondimento e interviste ad autori italiani in ascesa, notizie, recensioni e suggestioni. Pubblica racconti brevi e di media lunghezza, inediti, di autori italiani. In ogni numero, l’illustrazione di copertina è realizzata da un differente artista italiano, così come le immagini a corredo dei racconti. Per questo numero è disponibile un'anteprima gratuita di 32 pagine.


Blog Ufficiale della rivista: http://altrisogni.blogspot.it

Pagina Facebook ufficiale: http://www.facebook.com/Altrisogni

In questo numero della rivista troverete:

- Bando di selezione – I racconti del Purgatory Lounge
- Visioni: Steampunk, il futuro a vapore
- Le interviste di Altrisogni: Samuel Marolla
- Speciale: k.Lit – Quale futuro per i lit-blog?
- Approfondimento: costruire i personaggi dei racconti


Racconti presenti:

- Incroci, di Dario Tonani e Claudia Graziani
- Il dipinto di lacrime e sangue, di Alexia Bianchini
- Pelle di luna, di Daniele Picciuti
- La preghiera, di Simone Lega
- Dopo, di Lorenzo Crescentini
- Muoviti, di Lia Tomasich
- La caduta, di Sara Simoni

La mia opinione: 
Dopo quasi un anno torna la rivista Altrisogni, con il numero 6, rivista digitale che si occupa di fantascienza, horror e weird. Avevo già parlato in passato di questa fantastica rivista, occupandomi del numero precedente, in particolare in questo post. Malgrado la lunga attesa il materiale che propone, come al solito, è ricco. Presenti all'interno della rivista ben sette racconti di autori emergenti e non, tanti articoli, servizi e il bando di una selezione editoriale per racconti di fantascienza

sabato 15 giugno 2013

ANTEPRIMA: Helena

Titolo: Helena
Autore: Ornella Calcagnile
Pagine: 196 p.
Prezzo Cartaceo: € 13
Prezzo Ebook: € 3,99
Editore: Ute Libri
Genere: urban fantasy
Scheda su Anobii: qui

Trama: È strano come la tranquillità e la quotidianità perdano valore con il tempo. Si sottovalutano le piccole cose, che per altri invece sono importanti. Non avevo capito quanto la mia vita, seppur piatta e imperfetta, fosse per certi versi fortunata. Il mio destino ormai sembrava scritto, marchiato a fuoco sulla pelle e non avrei mai potuto immaginare che uno sguardo, un semplice scambio di battute in un incontro fugace, mi avrebbero portato via dal sogno e fatto cadere in un atroce incubo. Una notte fui strappata alla mia vita, cambiarono molte cose e non fui più chiamata con il mio vero nome. Cornelia Call non esisteva più, era morta nel massacro, lasciando il posto a una nuova ragazza che ancora dovevo conoscere: Helena. La Cacciatrice.

Pagina Facebook del romanzo: https://www.facebook.com/HelenaUrbanFantasy

Note sull'autore: Ornella Calcagnile ha ventisette anni e vive a Napoli. Diplomata all'Istituto D’Arte, laureata in Scienze della Comunicazione, ha sempre avuto un debole per tutto ciò che riguarda la creatività: grafica, disegno, fotografia, video-editing, fumetto e cinema. Ha iniziato a scrivere nel 2008 per gioco, mettendo per iscritto le sue fantasie e i suoi sogni. Con il tempo è nata una vera e propria passione, che l'ha portata a creare un blog e a lavorare sei mesi come copywriter, avvicinandosi ulteriormente al mondo dell’elaborazione testi. Dedica gran parte del suo tempo libero alla scrittura e alla lettura. Ha diverse storie ancora chiuse nel cassetto e per questo non si ferma mai. Spera un giorno di arrivare in libreria e nel cuore di qualche lettore.

Sito Ufficiale dell'autrice: http://calcagnileornella.wix.com/ocfantasy

La mia opinione:
Helena è il romanzo urban fantasy d'esordio di una giovane autrice emergente, Ornella Calcagnile. Come sapete il nostro blog si batte molto per portare avanti giovani autori e autrici emergenti, in molti casi auto-pubblicatosi (anche se non è questo il caso) o facente parte di tutta quella piccola e media editoria, che hanno poca visibilità. Il romanzo è scritto in prima persona con il punto di vista della nostra protagonista, alternato sporadicamente a quello di altri personaggi principali. Ciò fa calare il lettore all'interno delle vicende della bella Helena, rendendolo partecipe della storia narrata. Il tutto si svolge in Gran Bretagna (Londra e tutto il territorio attorno, come le campagne di Canterbury e altri luoghi limitrofi) ai giorni nostri, un mondo però diverso, popolato da creature soprannaturali quali vampiri e demoni, ed è compito dei cacciatori eliminarle. I temi principali saranno la vendetta (a causa della morte dei propri cari) e l'amore, un amore che comprende anche l'amicizia e l'affetto familiare. Una piacevole lettura sicuramente per tutti coloro che amano il genere. Spero di leggerlo prima o poi, si somma alle tante letture che vorrei fare :)

Se qualcuno di voi l'avesse già letto fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe piacere discuterne insieme :)

Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy

venerdì 14 giugno 2013

Rubrica: Scene Assurde #01


Oggi volevo inaugurare una nuova rubrica (come sempre, ma questa mi piace proprio xD) l'ho intitolata: SCENE ASSURDE, e ultimamente di scene assurde ne sto leggendo troppe negli urban fantasy o affini. Per cui eccomi qui a mostrarvi quelle che mi hanno colpito di più, certo non in senso positivo sia chiaro. Visto che la mia ultima lettura è stata Le ragazze morte sono facili di Terri Garey (di cui potete leggere la mia recensione qui) la scena l'ho presa da lì. La credibilità per me è fondamentale, senza di questa il romanzo può andarsi a fare benedire, che sia fantasy o non fantasy. Ora sta a voi giudicare se questo pezzo manca o no di credibilità (per me sì).

- Vattene! - gridai, quasi al limite della sopportazione. -Vattene, Caprice! Non ti ho mai fatto niente, credevo fossi mia amica! - Avevo cominciato a singhiozzare. - Ho cercato di aiutarti, ma non posso! Lasciaci in pace!
- Non sei mai stata mia amica. Hai cercato di sottomettermi. - II suo era un sussurro malvagio impalpabile, suono puro.
Joe incespicò all'indietro un'altra volta e si strinse la gola. Volai in cucina, dove ansimava appoggiato al bancone alla ricerca di aria.
Ma non c'era niente e nessuno da combattere.
Poi ricordai.
- Rivestitevi, dunque, dell'armatura di Dio, per poter resistere nel giorno maligno. — Pronunciai ad alta voce la frase della Nonna tratta dalla Bibbia e la ripetei ancora più forte. — "Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome..." - Dissi qualunque passo religioso che mi venne in mente e il più in fretta possibile, tenendo stretto il braccio di Joe e guardandolo in faccia.
Boccheggiava, lottava per respirare. Mi rivolse uno sguardo disperato, e alla fine capì: non c'era nessuno da combattere, tranne le immagini nelle nostre teste. Continuammo a guardarci, mentre proseguivo: "Meravigliosa grazia, che lieta novella..." - Ignorai il tanfo che lo circondava come gelatina ammuffita. -"Onora il padre e la madre. Non rubare."
Joe inspirò profondamente e la sua espressione si rilassò un poco, poi di nuovo. Lo tenni stretto. - "Non desiderare la donna d'altri" - balbettai, mentre le sue braccia mi circondavano e il suo cuore batteva contro il mio orecchio. Adesso riusciva a respirare.
- "Ave Maria, piena di grazia..." - Non riuscii a stabilire se la rauca aggiunta di Joe fosse il frammento di un ricordo, o una frase di incredulità per quello che gli era appena successo.
- "Dacci oggi il nostro pane quotidiano."
- "Fa' agli altri quello che vorresti fosse fatto a te."
Sospirai. - È proprio per questo che sono finita nei casini.
Joe mi prese velocemente la mano, poi afferrò le chiavi sul tavolo. - Usciamo di qui.
Non mi opposi e due secondi dopo eravamo spariti, diretti verso l'auto di Joe. Non parlammo della nostra meta finché non ci lasciammo alle spalle diversi isolati.
- Che diavolo era quello? - chiese Joe, continuando a controllare nello specchietto retrovisore. Sembrava più arrabbiato che spaventato.
- Lo sai - replicai, stanca e troppo esausta per nominarla.
- Come diavolo ce ne liberiamo?
- Non ne ho idea. -

Immaginate di avere un fantasma indemoniato che vi giri per casa, che si suppone abbia venduto la propria anima al demonio. La protagonista tenta una sorta di esorcismo o come lo vogliamo chiamare boh, in ogni caso cerca di respingere l'entità maligna con: "Dissi qualunque passo religioso che mi venne in mente". Ok non è un prete, non è un esorcista, ma almeno qualche preghiera la conoscerà o no? Sono attimi concitati, poverina se la sta facendo sotto. Ma da quando in qua "I dieci comandamenti" sono dei passi religiosi, o sarebbero utili a scacciare un fantasma indemoniato? "Non desiderare la donna d'altri" ci sta proprio a pennello! Per non parlare di "Meravigliosa grazia, che lieta novella..." che sarebbe? mai sentito un passo religioso che inizi cosi, ma forse lo ignoro io. Per ultimo "Fa' agli altri quello che vorresti fosse fatto a te" che però a me sembra più un consiglio, un proverbio, fa parte dell'etica morale del cristianesimo, ma non mi sembra il momento di rifletterci su. Io a una così l'avrei fatta crepare con gusto in una scena del genere!

Secondo voi sbaglio a considerarla una scena assurda, voi cosa ne pensate? Fateci sapere attraverso i commenti, siamo qui per questo.

Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy

giovedì 13 giugno 2013

Elenco Recensioni Autori Emergenti Da Fare


Buongiorno a tutti miei cari lettori, oggi volevo fare un post promemoria con l'elenco delle opere di autori emergenti italiani che mi sono arrivate e di cui ancora non ho fatto la recensione. Perché faccio ciò?
Per auto-motivarmi, visto che non sono quasi mai costante con la pubblicazione di recensioni nel blog. Ci sono periodi bui per me, come ho detto altre volte, in cui la voglia di leggere cala drasticamente, esco proprio da un periodo così e ora sembra essermi tornata la voglia, speriamo duri.
Perché mi cala la voglia di leggere? Se mi accorgo di leggere "per dovere" (perché magari voglio pubblicare una certa recensione sul blog) più che "per piacere" inizio ad essere insofferente e a vedere il mio blog come una prigione, più come un diario delle mie letture. Non faccio recensioni per mestiere, nessuno mi paga, voglio leggere ciò che più mi piace, non essere incatenata. Direte voi nessuno ti mette il fucile in testa e avete pienamente ragione, per cui da oggi in poi metterò in chiaro una cosa.

- Faccio recensioni ad autori emergenti italiani solo quando e se il testo mi prende veramente e mi interessa leggerlo, questo non vuol dire che non potete contattarmi indicandomi il vostro romanzo e chiedendo se mi interessa. Magari dirò anche di sì, ma non posso assicurare a nessuno la tempestività o la certezza. Inoltre privilegerò sempre e comunque testi urban fantasy o paranormal romance (non troppo spinti) rispetto a semplici fantasy o altro, perché è il genere che più preferisco e perché è il tema del blog. Se un testo però proprio non mi piacerà minimamente non ne farò la recensione, perché non voglio essere presa per "cattiva" e l'autore potrebbe considerare la mia recensione "come un attacco personale". Naturalmente delle recensioni che farò sarò come al solito obbiettiva, elencando le cose che mi sono piaciute e le cose che non mi sono piaciute.

Quindi non mi sono dimenticata di voi, l'elenco è puramente casuale, come ho detto non ho una vera e propria tabella di marcia, ma vado a istinto. Se nell'elenco dovesse mancare qualche opera, di cui avevo detto che avrei fatto la recensione, fatemelo sapere (perché ho perso i dati presenti nella mia vecchia email, che non so perché non ha più funzionato, e anche del mio vecchio tablet, che si era rotto, ora me ne hanno spedito uno nuovo di fabbrica, ma ho perso tutto ciò che avevo prima). Specifico che alcuni testi li ho acquistati io di mia iniziativa sempre di autori emergenti italiani, soprattutto su amazon.  

Ecco quindi l'elenco delle opere da recensire:

ROMANZI:
Alessandra Paoloni - La discendente di Tiepole ANTEPRIMA
Criminal Peper - Fanfiction Club. Uomini belli e altri disastri ANTEPRIMA
Diego Romeo - Racconti delle Lande Percorse. Come nasce un cavaliere ANTEPRIMA
Emanuele Velluti - Le ombre della Dea. Sovrastare il destino ANTEPRIMA
Francesca Verginella - Luna ANTEPRIMA
Riccardo Giacchi - Il figlio del fuoco ANTEPRIMA
Michael Gianotti - Il Grimorio Cremisi
Francesca Floris - La città degli Angeli di ghiaccio
Loredana Baridon - Il sole dentro ANTEPRIMA
Mew Notice - Come un batter d'ali ANTEPRIMA
Noemi Gastaldi - Il tocco degli Spiriti Antichi. Oltre i confini
Paola Beatrice Rossini - Occhi gialli-neri ANTEPRIMA
Serena Versari - Angels ANTEPRIMA
Violet Nightfall - Beautiful Sin Part 02 ANTEPRIMA
Vittoria Dalton - Unchanged ANTEPRIMA
Man Ekang - Laila Volpe e Evindi Mott. I trafficanti dell'ombra ANTEPRIMA
F.V. Ottavian - Wolksbox Inc
James Sawyer - Deadland
Simone Lari - Nameless. La notte dei fuochi
Simone Lari - La nemesi dei mondi
Gabriele Costantini - Il crocevia dei senzaterra
Francesco Bertolino - La città degli automi
Paolo Cimmino - Plenilunio
Valentina Barbieri - La maledizione di Ondine
Francesca Costantino - I figli di Baal

ANTOLOGIE DI RACCONTI:
New Notice - Noctis Umbrae ANTEPRIMA
Marco Cardone e AA. VV. - Dieci Passi nell'aldilà ANTEPRIMA
Alessandra Paoloni - Brevi monologhi in una sala da ballo di fine ottocento (non sono racconti, ma poesie)

RACCONTI SINGOLI:
Isabel C. Alley - Come into my wonderland
Francesca Gonzato Quirolpe - Flos
Edoardo Dalla Via - Il cubo di enascentia (part 1 e part 2)

Spero che l'attesa valga la candela, perché comunque quando faccio una recensione mi impegno molto e non lascio nulla al caso (ci metto un giorno per farne una), cercando di analizzare ogni aspetto del testo. Spero inoltre che i miei consigli, da semplice lettrice, possano aiutare gli scrittori a potersi migliorare. Se ho dimenticato qualcuno contattatemi in questo post o per email.

P.S.: Questo post verrà via via aggiornato, sbarrando con una linea le recensioni che farò :)

Se qualcuno dei miei lettori ha già letto uno di questi testi e vuole farci sapere cosa ne pensa ci farebbe piacere :) 

Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy

mercoledì 12 giugno 2013

RECENSIONE: Le ragazze morte sono facili


"Mi chiamo Nicki Styx e per i morti sono una calamita. Una calamita psichica, se preferite, che ha quasi sperimentato la morte e si è vista cambiare la vita per sempre. Adesso gli spiriti irrequieti sembrano percepire in me un loro simile e vogliono tutti raccontarmi le loro storie."

Titolo:
Le ragazze morte sono facili. Sono quelle vive a creare problemi!
Autore: Terri Garey
Pagine: 273 p.
Prezzo: € 14,90 (versione cartacea) € 6,04 (versione ebook)
Editore: Delos Books (Collana Odissea Streghe)
Genere: paranormal, ironico
Scheda su Anobii: qui

Trama: C'è qualcosa nel fatto di esser quasi morte che fa sì che una ragazza ripensi alle sue priorità. Prendete Nicki Styx - era una dark vintage, finché l'aver sfiorato l'al di là l'ha lasciata con la capacità di vedere i morti. Prima che abbiate il tempo di dire”buh” gli spettri di Atlanta stanno già bussando alla porta di Nicki. Ora le sue giornate consistono nel risistemare, con riluttanza, i pasticci lasciati indietro dai cari defunti, nell'accompagnare i fantasmi verso la Luce... e nelle lezioni private d'anatomia del dr.Joe Bascombe, il sensazionale chirurgo che le ha salvato la vita. Tutto questo concentrarsi sui trapassati è una vera rottura di scatole, specialmente per una ragazza che preferirebbe passare il tempo giocando al dottore col suo nuovo e sexy boyfriend... il quale sta iniziando a pensare che lei sia completamente pazza. Ma le cose si complicano ancora di più quando una sua amica stupidamente vende la propria anima al diavolo, e il nuovo dono di Nicki la fa incappare in una magia vudù. In pratica, per Nicki Styx morire è stato solo l'inizio.

Note sull'autore: Terri Garey, nata e cresciuta in Florida si è laureata in Scienze Elettroniche alla University of South Florida, è sposata e madre di tre figli. Prima di intraprendere la carriera di scrittrice a tempo pieno è stata analista di sistemi elettronici presso una società di finanza e assicurazioni; poi, nel 2005, ha venduto e pubblicato il suo primo libro con l'editore Harper Collins, Dead Girls Are Easy (il presente Le ragazze morte sono facili) con il quale ha dato inizio alla fortunata serie delle storie di Nicki Stix, una ragazza sensitiva in grado di parlare con le anime dei morti e di sistemare i pasticci che questi avevano lasciato in sospeso. La serie di Nicki Styx che ha subito riscosso una grande successo, è poi continuata con i romanzi A Match Made in Hell (2008), You're the One That I Haunt (2009) e Silent Night, Haunted Night (2009). Sin dal suo esordio, l'autrice ha ricevuto entusiastici apprezzamenti dai lettori della narrativa paranormale; ha visto il prestigioso Rita Award per l'opera prima e il Prism Award per il miglior romanzo light paranormal.

La mia opinione:
Oggi con questa mia nuova recensione vi voglio parlare della mia ultima lettura: Le ragazze morte sono facili di Terri Garey. Dai tempi in cui era uscito (maggio 2012, più di un anno fa) mi ripromettevo a me stessa di leggerlo prima o poi, perché mi incuriosiva, soprattutto per via del titolo ironico e particolare, della copertina e della trama. Non ho mai letto nulla di questo genere, o del genere a cui pensavo il romanzo appartenesse, cioè quello del paranormal/urban fantasy un po' più ironico e divertente, che prende in giro i classici stereotipi del genere volendo far ridere in questo modo il lettore e creando situazioni paradossali. Allo stesso tempo però non ero sicura che il genere potesse piacermi, magari l'avrei trovato troppo stupido per i miei gusti e per questo rimandavo sempre. Ma visto che ultimamente avevo proprio voglia di qualcosa di leggero e divertente, e senza avere grosse pretese, l'ho iniziato finalmente a leggere. Prima di dirvi se ho fatto bene o male (sempre secondo me naturalmente) a intraprendere questo cammino (ogni libro ci ruba un po' di tempo e dovrebbe essere tempo sprecato bene, in teoria!) vi parlerò della trama, ma penso che capirete da soli la mia opinione.

martedì 11 giugno 2013

Elenco Racconti: Contest "Una pagina per un libro"


Salve mie cari lettori del blog, questo è l'elenco dei racconti brevi che hanno partecipato al nostro Contest Letterario "Una pagina per un libro", contest a cura di Alessandra Paoloni (l'autrice di La discendente di Tiepole), Argeta Brozi, Stefano Muscolino ed io Angela Visalli. Il contest ha avuto un pari merito, due racconti sono arrivati al primo posto, anche se poi effettivamente solo uno poteva essere il vincitore.
Il premio per il primo classificato era la pubblicazione del relativo racconto nel secondo volume di La discendente di Tiepole, una bella opportunità che è stata concessa per volere della stessa autrice, Alessandra Paoloni. 
Abbiamo deciso di pubblicare i racconti che non hanno vinto l'agognato premio per un periodo di circa un mese, cosi da dar spazio ai vari autori (ho mandato un email a tutti, ma da alcuni non ho ricevuto risposta, in caso non foste favorevoli all'inserimento del racconto sul blog contattatemi pure) e permettere ai nostri lettori di leggere queste piacevoli e piccole storie. Spero vi farà piacere immergervi per un po' di tempo nel mondo di Tiepole. 

Per chi non conoscesse La discendente di Tiepole di Alessandra Paoloni (a breve spero di poterne pubblicare la recensione), eccovi la trama: 



"Un paese fantasma dimenticato dalle carte geografiche, circondato da montagne, abitato da una popolazione inospitale. E’ il ritratto di Tiepole, paese d’origine di Emma, ed è lì che la ragazza è costretta a tornare in occasione del funerale di suo nonno. Il suo soggiorno, però, si trasforma in incubo quando Emma legge la lettera che sua nonna aveva scritto per lei prima di morire e che il nonno non le aveva mai consegnato. Essa le svelerà un mondo di tenebra colmo di stregoneria e maledizioni, di faide tra famiglie e di lotte per il potere. Emma non sa ancora nulla, ma tutti i Tiepolesi sanno chi è lei, poiché la stavano aspettando. Lei è l’erede della Strega. Lei è la Discendente. Lei deve morire. Un’eroina indimenticabile in un romanzo in cui il bene e il male si confondono e niente, assolutamente niente, è davvero quello che sembra."






TEMA DEI RACCONTI: 
La discendente di Tiepole verte sulla figura di Marta Vasselli (la nonna di Emma Onofri, la nostra protagonista) e sulle maledizioni che ha scagliato su alcuni ragazzi del posto. Tali maledizioni costringeranno i malcapitati, nel corso della loro crescita e del loro sviluppo, a mutare e a trasformarsi in creature soprannaturali, alcune delle quali abbiamo imparato a conoscere attraverso la tradizione popolare (vampiri, licantropi ecc.. ma con accezioni e caratteristiche molto differenti da quelle che siamo soliti incontrare).
L'autrice fa intendere che queste maledizioni possono essere viste come una sorta di virus che attacca l'organismo umano e lo costringe a trasmutare in qualcosa che non è, causando delle conseguenze fisiche e psicologiche (visioni, mutamento cellulare del corpo permanente, cambiamento dell'umore improvviso accostato a un cambiamento fisico ecc). Tra tutti i maledetti della storia viene menzionato anche un certo Federico Marino, un giovane ragazzo che non resiste al mutamento e perde la vita in circostanze non chiarite dall'autrice. Compito dei partecipanti era quello di descrivere, in modo totalmente libero, le circostanze che hanno portato alla morte di Federico Marino e stabilire in cosa si era realmente trasformato?





Ed eccovi in fine i racconti, buona lettura. 















Ci farebbe piacere se lasciaste anche un piccolo commento, segno del vostro passaggio e della lettura dei racconti, cosi da poterci confrontare tutti insieme e poterne discutere in modo costruttivo come sempre. Naturalmente i commenti verranno moderati da me, in caso non fossero adeguati nei toni e nei modi nel rispetto di tutti. 
Le immagini presenti in ogni racconto sono state scelte da me e hanno il solo scopo illustrativo, spero di essermi avvicinata quanto più possibile ai temi dei racconti (non è facile trovare immagini che si associno alla perfezione). 

Vi ha incuriosito un po' Tiepole e il suo mondo? Perché non provare a vincerne una copia di La discendente di Tiepole? E' in corso il Giveaway della Butterfly Edizioni: "Vinci la Discendente di Tiepole e un'illustrazione grafica a piacere" su Atelier dei libri. si ha tempo fino al 20 Giugno, buona fortuna.


Alla prossima
Club Urban Fantasy

13. Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Elisabetta Baldan

«Ehi, riccioli d’oro! Hai intenzione di far impazzire tua madre? Ti sta cercando da ore.»
La voce roca e suadente di Valerio parve non giungere alle orecchie di Federico, che se ne stava pensieroso seduto sul forte ramo della quercia secolare alle porte Tiepole. Gilda gli aveva raccontato che quell'enorme albero un tempo altri non era che un semplice essere umano. Un abitante di Tiepole, il più illustre: Tiepolo Costantini.
Secondo la vecchia Gilda, il fondatore della città non era morto come tutti credevano, bensì aveva scoperto il segreto dell’immortalità e non aveva esitato a provarlo su di sé. Qualcosa tuttavia era andato storto. Le sue gambe si erano trasformate in solide e nodose radici, le sue braccia in rami imponenti e rigogliosi. Sarebbe vissuto per sempre ancorato alla sua terra, vegliando sull'amata Tiepole come un grande Guardiano ed esaudendo i desideri di chi all'ombra delle sue fronde verdeggianti gli avesse rivolto una preghiera.
Valerio sapeva di trovarlo là. Sapeva che Federico, come ultimamente spesso accadeva, si era recato presso il Guardiano per pregarlo invano a nome di tutti i Maledetti.
«Sai bene che non ti ascolterà!» bofonchiò il ragazzo dai capelli corvini avvicinandosi all'enorme pianta, «Nessun dio, nessuna strega né tanto meno un vecchio albero è disposto ad ascoltarci.»
Federico non emise un fiato, Valerio dal canto suo non si aspettò alcuna risposta. Prima di allontanarsi con le mani in tasca notò la chioma dorata dell’amico agitarsi fluidamente, quasi fosse dotata di vita propria. Davvero strano, visto che non una foglia della quercia era mossa dal vento quel giorno.
Qualche minuto. Qualche minuto ancora e anche Federico se ne sarebbe andato a casa. Un’altra preghiera, quindi con un balzo si ritrovò a terra a volgere uno sguardo speranzoso al Guardiano secolare di Tiepole. L’ultimo.

«Federico, non scendi?»
La voce insistente della madre echeggiò per l’ennesima volta dal piano di sotto. Federico non avrebbe cenato quella sera. Non aveva fame, ed in ogni caso non sarebbe riuscito a scendere le scale senza capitombolare e spezzarsi l’osso del collo. L’intero corpo esile e longilineo di Federico era scosso violentemente dal progredire della malattia... della Maledizione. In che essere mostruoso si sarebbe evoluto? La trasformazione che Marta Vasselli gli aveva riservato era ancora un mistero per tutti. Mistero che Federico stesso avrebbe di lì a breve scoperto, pagandone il caro prezzo.
Un’ultima contrazione spasmodica, quindi finalmente le sue membra si distesero. Federico, che aveva imparato a convivere con quei dolori frequenti in maniera silenziosa, si alzò faticosamente dal letto sul quale era stato rannicchiato per tutto il tempo e avanzò verso lo specchio. Vi si specchiò osservando la propria immagine riflessa con estrema attenzione ed un grido lacerò il silenzio della stanza.
Il suo bel viso era ancora immutato. Ma i suoi capelli lunghi e biondi... Oh, i suoi capelli! Quale oscura e sconosciuta forza li stava facendo ondeggiare in quel modo come serpi dorate?
Quando la madre, allarmata dal grido mostruoso, aveva spalancato la porta e si era fiondata all'interno della stanza, Federico giaceva già inerme sul pavimento. Immobile, marmoreo. Con lui Marta era stata inclemente. La maledizione di Medusa aveva mietuto la sua prima e ultima vittima.

No. Il Guardiano, la grande Quercia secolare non aveva mai ascoltato le sue preghiere.

12 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Annarita Pizzo

Ben presto capii che non era il caso di indagare oltre. La morte di Federico restava un tabù e uno dei tanti misteri irrisolti della piccola cittadina di Tiepole, tuttavia la mia curiosità era tale che non potevo fare a meno di spingermi alla ricerca di quella verità per quanto scomoda…
Quella mattina, dunque, scesi di buonora e mi misi a camminare su e giù per la stanza con in mano la lettera che avrebbe potuto, finalmente, fare luce su quell'evento tanto triste quanto inquietante. Da due giorni meditavo su cosa farne, da quando l’avevo trovata, nascosta ed ammuffita, in una fessura della sua tomba durante una delle mie ronde alla ricerca di una spiegazione sensata. Dopo aver indugiato un po’, ho deciso di aprirla perché non sapevo se avrei mai più trovato il coraggio di farlo e ho letto:
Cara Mamma,
quando ascolterai queste parole io sarò già partito per il mio viaggio e forse sarò già arrivato nel luogo di pace che cerco disperatamente da una vita, dal momento in cui la maledizione di Marta Vasselli ha iniziato a mostrare i suoi effetti su di me…
Ti prego non ti angustiare e non piangermi perché la morte mi renderà finalmente libero! Sapevamo entrambi che questo giorno sarebbe arrivato ed io non ho fatto altro che accelerare i tempi ponendo fine ad un tormento insopportabile per me e per te. Ho assunto una dose letale di tranquillanti, ma prima ho voluto lasciarti queste poche righe affinché tu non ti senta in colpa e non soffra più a causa mia.
L’altro giorno mi sono guardato alla specchio e quello che ho visto mi ha terrorizzato. Sono felice che tu non fossi in casa perché non avrei mai potuto sopportare la tua espressione disgustata e spaventata nel vedermi diventare un mostro, un vampiro che, per sopravvivere, deve cibarsi del sangue e della vita degli altri. Non riesco ad accettare l’idea di poterti fare del male....
Ti chiedo perdono e non smetterò mai di amarti! Sono sicuro che se farò questo passo ora, sarò ancora in tempo per evitare che la mia trasformazioni arrivi a compimento ed io diventi immortale e troppo forte per essere contrastato! Non c’è altro modo e lo sappiamo entrambi.
Grazie di tutto e ricordami per come sono davvero, il bambino indifeso che hai stretto tra le tue braccia…
Con tutto il cuore
Federico”

Ho ripiegato la lettera e ho pianto. Quando mai finirà tutto questo!?...

11 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Fabio Conte

Sabina era la migliore amica di Laura, avevano la stessa età e frequentavano l’unica scuola di Tiepole. Sabina era bellissima, aveva i capelli biondi e ricci. I suoi occhi erano color cenere. A scuola era corteggiata da molti ragazzi ma lei non si concedeva a nessuno. Il sabato sera Sabina e Laura andavano alle feste organizzate all’interno delle rovine di una casa abbandonata vicino ai boschi.
Molte coetanee invidiavano Sabina, i ragazzi si fiondavano su di lei appena la vedevano arrivare alle feste. L’unica che non sembrava patire questa situazione era proprio Laura. A lei poco importava se fosse adulata o meno, il più delle volte rideva delle disavventure di quei poveretti costantemente rifiutati. Il giorno che comparve dal nulla Alberto cambiò tutto. Laura s’innamorò perdutamente di lui ma l’amore ricambiato presto si tramutò in dolore e il male causato al cuore fu tale da non cicatrizzare. Sabina finì per invaghirsi di Alberto. Smisero di vedersi, finirono per diventare nemiche e quando Laura scoprì che la sua ex amica rimase incinta cadde in depressione.
Quando venne al mondo Federico Marino, il figlio di Sabina e Alberto, la madre di Laura formulò la maledizione del coriandolo. Federico scoprì di essere maledetto a dieci anni. Era il suo compleanno e sua madre aveva organizzato una festa a sorpresa nel giardino davanti casa. Stava giocando con i suoi amici quando batté contro lo spigolo di un tavolo procurandosi un taglio profondo sulla fronte. Cadde all'indietro e perse i sensi. Dopo un paio di minuti sotto gli occhi scioccati della madre si alzò come se niente fosse successo e andò a sedersi di fronte a suo padre. Federico lo fissò ininterrotto, i suoi occhi da azzurri divennero rossi e cerchiati grigio cenere come quelli della madre, cominciò a parlare una lingua strana e sconosciuta. Suo padre si avvicinò per guardare meglio da vicino suo figlio. Non si capì come potesse aver fatto ma tutti i presenti videro Federico sollevare il padre e scaraventarlo come un ramo secco contro una finestra uccidendolo sul colpo. Sabina vacillò un istante prima di crollare in terra svenuta. Federico alla vista di sua madre si lanciò su di lei azzannandole il collo. La donna non si rese conto della morte. Con la bocca piena di sangue, si lanciò contro i presenti, fu allora che Carmine lo colpì violentemente al viso coricandolo all'istante Federico cadde in una specie di trance e il suo respiro divenne affannoso.
Gli invitati scapparono impauriti, rimase soltanto Carmine che con il cuore che gli martellava nel petto tentò di tamponare con la propria maglia il collo di Sabina. Trasalì quando udì alle sue spalle un rumore di passi, si voltò di scatto e vide Federico che stava correndo verso la montagna.
Lo cercarono giorno e notte. Dopo una settimana lo trovarono addormentato in mezzo a dei resti animali in una grotta. Federico venne legato e imbavagliato e rinchiuso in uno scantinato ma lui riuscì a fuggire ancora una volta. Venne ritrovato ma quando videro i resti di alcuni bambini mangiati vicino a lui, dovettero sedarlo per fermare quella furia umana. Federico venne rinchiuso in una cella e dopo otto anni riuscì a scappare di nuovo. Quando si seppe in giro della sua fuga i Tiepolesi caddero nel panico. Una sera Carmine, il sindaco e altri stavano giocando a carte nel bar, quando udirono un urlo disumano provenire dalla piazza, corsero fuori e trovarono Federico con un pugnale conficcato nel torace e un foglio di carta nella mano sinistra.

«Marta Vasselli sta arrivando…»

10 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Enrico Arlandini

Ogni minimo particolare di quella maledetta giornata lo tormentava incessantemente, scavando un profondo solco tra la vita precedente e la vaga sembianza che ne era rimasta.
Sapeva quanto gli anziani potessero diventare brontoloni o addirittura perfidi, quando non riuscivano a venire a patti con l’oltraggio che la senilità opera sul corpo e sulla mente, arrivando a odiare chi nella giovinezza naviga radioso.
Mai avrebbe creduto che la malvagità potesse arrivare a tanto, senza alcuna motivazione plausibile.
Dall'iniziale sconcerto la sua bocca si era contratta in una smorfia preoccupata, quando la vecchia aveva incominciato a utilizzare un linguaggio composto di suoni gutturali, trasfigurata nei lineamenti. In quegli istanti non riuscì a ribattere, lo sguardo fisso sulle pupille dilatate della megera.
A un certo punto lei si afflosciò a terra, come un palloncino sgonfio.
L’interruzione del contatto visivo riportò Federico al controllo delle facoltà mentali, spingendolo ad allontanarsi con tutta la velocità che lo stato confusionale gli permetteva.
Ebbe il coraggio di voltarsi quando ormai era lontano; attribuì all'eccessiva distanza qualcosa che non poteva essere reale.
Marta Vasselli era inginocchiata a terra, le braccia piegate nel tentativo di rialzarsi.
Lo sforzo non era sufficiente a giustificare il notevole gonfiore che le tendeva l’epidermide, rilassandola quindi di colpo.
Esattamente lo stesso disturbo di cui iniziò a soffrire lui nei giorni successivi. Un mattino la madre corse alla porta del bagno, sentendolo urlare disperato.Federico rifiutò di aprire, steso a terra e coperto del suo stesso sangue, ferito a causa del pugno con cui aveva frantumato lo specchio. Trasportato d’urgenza al vicino ospedale, venne subito bendato, per evitare sguardi impietosi e disgustati.
Imbottito di sedativi manteneva un costante sguardo apatico, dritto verso un punto indefinito della parete di fronte.
All'inizio amici e conoscenti si recarono a fargli visita ma non ci volle molto prima che l’imbarazzo e la superstizione avessero la meglio. Rimasero così i soli genitori a condividere la disperazione di un ragazzo il cui involucro corporeo assomigliava a quello delle mummie estratte da antichi sarcofaghi.
Schiere di luminari dissertavano sulle possibili spiegazioni, giungendo all'ipotesi di una temibile malattia degenerativa ancora sconosciuta alla scienza.
Decisero di concedere un momento di lucidità al paziente, sperando che le sue parole potessero essere di aiuto nel dipanare la matassa. I genitori erano contrari, certi che questa soluzione avrebbe provocato al figlio ulteriori sofferenze e la piena consapevolezza della propria mostruosità.
Alla fine, dopo molte insistenze, cedettero.
Gli infermieri seguivano distrattamente le immagini sul monitor, che inquadrava il letto di Federico.
Attraverso le candide bende spiccavano gli occhi intelligenti, non più annacquati dal liquido anestetizzante.
L’ultimo pettegolezzo su una collega distrasse del tutto gli infermieri, che abbandonarono la postazione.
Nello stesso istante, quasi si fosse accorto di non essere controllato, Federico si sollevò con notevole sforzo.
Una volta seduto fissò l’apparecchiatura dalla quale fuoriuscivano dei tubicini, collegati al suo corpo tramite aghi sottili. Li strappò ad uno ad uno, senza emettere alcun gemito.
Un segnale di allarme perforò la stanza, facendo accorrere il personale ospedaliero.
Troppo tardi per rimediare, in tempo per veder scivolare una lacrima lungo le bende che ricoprivano il volto di Federico.

09 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Giuseppe Corte

L’oscurità mi ha colto, senza saperne il perché. Corrodendo la mia anima, distruggendo il mio cuore, ignorando il perché. Un fato crudele è questa mia narrazione, ma ciò che è stato il mio destino, lo conosco soltanto io.
Un tempo il mio nome era Federico Marino. Si, un tempo, ma ciò che ho passato non ha tramutato solo il mio fisico, ma soprattutto ciò che mi rendeva umano dentro, nel profondo del mio essere.
Un tempo la mia ragazza mi chiamava Fede, come quella che io avevo in Dio. Una fede che mi ha abbandonato nel momento in cui l’orrore devastante del male, si appropriò di me con una maledizione.
Tutto questo orrore incominciò a Tiepole. In una tranquilla sera a casa, come un fulmine a ciel sereno, mi colse la prima trasformazione. Iniziai a sentire freddo, poi la febbre alta. Pensai «Forse ho un po’ di freddura, cavolo anche quest’anno ho preso l’influenza!», ma non fu questo il virus malefico. Incominciai a tremare e a sudare sempre più, per poi all’improvviso, sentire un dolore accecante in tutto il corpo.
Sentivo le ossa rompersi e modellarsi a loro piacimento. La mia pelle bruciava come se l’inferno si fosse abbattuto su di me. La sofferenza durò ore ed ore, poi svenni. Quando ripresi coscienza, mi guardai le mani, erano verdi e ossute, con le dita che sembravano grissini. Tutto il mio corpo era così e quando mi specchiai vidi l’orrore sul mio volto. Ero diventato un orco, un orribile mostro verde. Vagai per le strade con la rabbia che manovrava le mie azioni. Ricordo solo il sapore del sangue, persone innocenti uccise, ero fuori di me.
Ero lì, ma non ero lì. Il mio animo navigava all’interno delle bestie in cui mi tramutavo, ma non ero padrone di ciò che facevo. Il male imponeva l’omicidio, la fame ammetteva solo il sangue. Così lo versai. Prima da orco, poi da lupo mannaro, dopo ancora da ghoul e così via. Ho mangiato i vivi, ucciso le persone a me care. Per poi divorare anche i morti del cimitero di Tiepole, rosicchiando le loro ossa come un cane. Col passare del tempo, la mia anima si frammentava pezzo dopo pezzo.
Alla fine di umano non avevo più niente, perché ciò che si salvò della mia anima e della mia mente, si spostò in un’altra dimensione. Si, ebbi questa forza, nonostante sentissi il mio corpo morire, ormai sconquassato, riuscii a salvare ciò che rimaneva di me sotto forma di fantasma. Ecco qual è stata la mia fine, condannato a vagare per l’eternità, senza scopo, senza un degno destino. Esiliato in un limbo solitario qui a Tiepole.
Il mio nome era Federico Marino, ora per esattezza non so più chi o cosa sono diventato. Qualcosa di me esiste ancora, ma non vivo e non sono umano. Sono il fantasma maledetto di Tiepole e un giorno mi vendicherò, tanto ho l’eternità a farmi compagnia.

08 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Marco Bertoli
Jinn

Federico si accorse che qualcosa non andava nel momento in cui si sorprese a fissare un merlo che gorgheggiava allegro fuori dalla finestra della sua camera e avvertì un cupo brontolio nello stomaco: era fame!
Si allontanò dal davanzale con la spiacevole sensazione che si prova nel rendersi conto che i parametri di riferimento della routine quotidiana sono stati stravolti. Il ragazzo, infatti, aveva odiato con tutta l’anima, almeno sino a quell’attimo, la carne proveniente da qualsiasi tipo di volatile, tant’è vero che sua madre preparava il pollo arrosto soltanto quando lui non pranzava con il resto della famiglia.
Nei giorni seguenti altre trasformazioni ancor più inquietanti sconvolsero Federico, sprofondandolo in un abisso di angosciosa perplessità.
La sua voce cristallina, dal gradevole timbro baritonale, iniziò a essere inquinata da un fastidioso sibilo di sottofondo, una sorta di fischio persistente che spinse suo padre a prenotargli una visita da un suo amico, medico otorinolaringoiatra.
La termoregolazione corporea s’interruppe di colpo: tanto poteva rimanere per ore a crogiolarsi sotto i caldi raggi del sole di luglio senza che una goccia di sudore gli imperlasse la fronte quanto il transitare per pochi secondi all’ombra di un muro lo gettava in una tormenta di gelo che gli indolenziva le ossa.
Lui che sin da neonato aveva sempre dormito nella cosiddetta “posizione a stella” iniziò ad assumere un’assurda posa ad anello, quasi volesse raggomitolarsi su se stesso.
Infine, ci fu quel bagno nel torrente in cui, uscendo dall’acqua, la sua pelle brillò di un arcobaleno di sfavillanti iridescenze come se fosse stata ricoperta da una pellicola di minuscole squame di cheratina.
Federico era un giovane svogliato a scuola ma perspicace quindi tentò di spiegare razionalmente quei fenomeni, attribuendoli allo stress per i debiti da riparare a settembre o alle difficoltà che il rapporto con Susanna, la sua ragazza, stava attraversando. I genitori, una coppia attenta e premurosa, accortosi dei cambiamenti del figlio, cercarono di sostenerlo in ogni modo.
Purtroppo che non si trattasse di una malattia psicosomatica divenne chiaro quando l’adolescente non fu più in grado di reggersi sulle gambe. Per fortuna successe che era nel cortile della villetta in cui abitava e riuscì a trascinarsi in tinello a forza di braccia. La corsa in ospedale, un mese di ricovero trascorso tra i più svariati esami diagnostici e analisi, e gli specialisti conclusero che il ragazzo era afflitto da un morbo sconosciuto alla scienza medica, forse d’origine genetica: si poteva soltanto aspettarne il decorso.
Steso sul letto, Federico si scattò con il telefonino una foto da inviare a Susanna. Prima di allegarla allo MMS, la controllò: due iridi tagliate da pupille ellittiche e verticali ricambiarono fredde il suo sguardo.
Di colpo tutto gli fu chiaro: si stava trasformando in un rettile!

Il ragazzo si spinse giù dal giaciglio e iniziò a strisciare verso la finestra aperta.

07 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Sara Marino

Nessuno ricordava Federico avesse gli occhi di quel colore. Quella mattina quando scese per la colazione, la prima ad accorgersene fu sua madre, Margherita.
«Hai messo le lenti colorate?» era davvero uno strano verde.
Lui parve stupito. «Che lenti?» La donna fece per rispondere ma lui non le dette il tempo di approfondire. Si scolò la sua tazza di latte al volo, prese una fetta di pane dolce, e corse subito a recuperare lo zaino. La madre non diede troppo peso alla cosa e sorrise, pensando fosse l'ennesima trovata del figlio. Questi adolescenti, davvero non li capiva.
Esattamente dieci giorni dopo, Margherita fu costretta a ricredersi a proposito dei comportamenti adolescenziali.
L'esordio del “cambiamento” aveva avuto luogo come una brutta ma banale influenza. Federico era bollente, aveva costantemente bisogno d'acqua, e veniva scosso da continui tremori. Il medico gli consigliò di stare a letto una settimana e seppur star fermo non fosse nella natura del ragazzo, quel giorno non riuscì a dire di no. Aveva in testa una tremenda confusione, e la sola idea di alzarsi gli faceva salire la nausea.
La febbre durò giorni e giorni, gli antibiotici non servivano. Federico rigettava ogni cibo solido e stava sempre peggio. Al quinto giorno di febbre, poi, qualcosa successe.. ma non nella direzione sperata da medico e famiglia.
La pelle del viso, e del collo, iniziò a staccarsi. Sua madre lo notò mentre il ragazzo stava dormendo, e tirò via un pezzo di pelle che sembrava morta trovando sotto delle.. squame verdi. Un colore più torbido di quegli occhi 'nuovi', ma altrettanto orrendo. Spaventata chiamò il medico che non seppe esattamente che dire a riguardo. Fu decisione comune non far uscire il ragazzo per nessun motivo e provare a cambiare antibiotico, passando a qualcosa di più generico e forte.
Quando Federico si alzò quella notte per andare in bagno non si accorse di nulla. Ma se ne accorse il giorno dopo. Ormai non solo il viso ma anche le mani e larga parte del busto erano squamati. Gli sembrava di essere in un film, ma un film horror – dove era persino protagonista. Scappò da se stesso in preda ad un attacco di panico, ed uscì dalla stanza per cercare sua madre o un aiuto qualsiasi. L'unica persona che incrociò fu sua sorella minore, che urlò trovandosi di fronte 'qualcosa' che non conosceva, e scappò in camera continuando a strillare terrorizzata. Nessuno doveva averla informata. Quell'urlo diede talmente fastidio a Federico, che nel panico in cui già si trovava, scappò di casa ancora più spaventato.

Fu una corsa breve, in realtà.
Fu ritrovato nel laghetto privato di una villa lì vicina, in tarda serata. Morto. Il suo corpo era quasi interamente verde e squamato, ed il viso sembrava sformato. C'erano delle sottili righe simili a branchie al lato del collo, e le mani e i piedi sembravano allargarsi a pinna. I dati dell'autopsia non vennero mai resi pubblici. Ufficialmente è stata la 'malattia' ad uccidere Federico. La realtà invece ha voluto che i polmoni del ragazzo 'pesce', probabilmente in mutazione, non fossero ancora pronti all'acqua, ma la sua mente forse aveva visto l'unica salvezza in quella pozza torbida. Chissà.. 

06 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Gemma Anna Sergi


Sono in molti a ritenere che nascere a Tiepole sia una maledizione, ma solo pochi sanno davvero cosa significhi essere dei maledetti.
Federico sapeva da tempo che, presto o tardi, sarebbe toccato anche a lui scoprirlo, ma non avrebbe mai immaginato che la maledizione di Marta Vasselli avrebbe colpito in modo tanto crudele anche chi, nonostante tutto, aveva deciso di restargli accanto. Per tutto il tempo, da quando era venuto a conoscenza della verità, aveva sperato di sbagliarsi, ma con i primi sintomi aveva finalmente cominciato ad intuire in che razza di mostro si stava trasformando ed una cosa gli fu subito chiara: avrebbe odiato quel mostro con tutte le sue forze.
Due giorni prima che compisse la sua scelta, era uscito per cercare di schiarirsi le idee, cosa che aveva preso a fare spesso, perché davvero non riusciva ad accettare quella verità che, in maniera così spietata, continuava ad imporsi con sempre maggiore violenza nella sua vita.
I suoi passi, quel giorno, lo avevano condotto al cimitero e, una volta lì, convinto che non ci fosse nessun altro, si era diretto deciso verso la tomba della strega. Dopotutto, era lei la responsabile della sua condizione ed era sempre lei la causa del dolore che stavano provando i suoi cari. Sentiva il bisogno pressante di fronteggiarla e di capire cosa, tanti anni prima, l’avesse spinta a compiere quel dannato gesto.
Una volta trovata la sua lapide, aveva stretto i pugni fino quasi a sanguinare. La rabbia che provava era immensa e non faceva altro che aumentare, ma non vi badò. Invece, avrebbe dovuto capire proprio in quel momento cosa gli stava realmente accadendo ma, essendo appena l’alba, era fermamente convinto di essere da solo in quel luogo. D’altronde, come avrebbe potuto immaginare che proprio Agata, la sua Agata, si trovasse dall’altra parte del muro di cinta, agonizzante nella sua disperazione, sola ed inconsapevole di cosa le stesse succedendo, semplicemente perché c’era lui poco distante?
Più la rabbia cresceva in lui, più la vita abbandonava lei.
Se l’avesse saputo, certamente sarebbe corso via a gambe levate ed Agata non sarebbe finita in uno stato vegetativo, lottando contro la morte ma incapace di reagire e di riprendersi perché priva di energie. Ed era stato proprio lui a risucchiargliele tutte, lo sapeva con certezza.
Ogni volta che provava una forte emozione, il suo corpo tendeva ad assorbire l’energia vitale di chi si trovava nelle vicinanze e lui non poteva fare nulla per ribellarsi. La maledizione di Marta Vasselli l’aveva reso un… la verità era che nemmeno Federico sapeva esattamente in cosa si stesse trasformando. Si sentiva come un orribile parassita che per sopravvivere doveva risucchiare la vita altrui, un Vampiro affamato di energia.
Sapeva di essere lui la causa di tutti quegli strani casi di persone che si erano ammalate all’improvviso perché prive di forze per lottare; era lui, risucchiando la loro energia, a ridurli in quello stato. Questo però accadeva all’inizio, quando la maledizione non era ancora del tutto attiva. Dopo aver visto quel che era capitato alla povera Agata, aveva deciso che la storia non poteva – e non doveva – affatto continuare: percepiva la velocità con cui la maledizione stava prendendo il sopravvento e, sicuramente, un giorno la sua fame di energia sarebbe stata talmente forte da spezzare la vita di qualcuno. Fu questo a convincerlo a compiere quel gesto a cui nessun ragazzo della sua età dovrebbe anche solo pensare.

Oggi di lui, a Tiepole, resta semplicemente un biglietto con un breve messaggio scritto a penna con mano tremante: “Non pensate a me come al mostro che sarei diventato, ma come a colui che l’ha sconfitto, impedendogli di continuare a nuocere. Ricordatemi, semplicemente, come il vostro Federico.”
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