martedì 11 giugno 2013

06 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Gemma Anna Sergi


Sono in molti a ritenere che nascere a Tiepole sia una maledizione, ma solo pochi sanno davvero cosa significhi essere dei maledetti.
Federico sapeva da tempo che, presto o tardi, sarebbe toccato anche a lui scoprirlo, ma non avrebbe mai immaginato che la maledizione di Marta Vasselli avrebbe colpito in modo tanto crudele anche chi, nonostante tutto, aveva deciso di restargli accanto. Per tutto il tempo, da quando era venuto a conoscenza della verità, aveva sperato di sbagliarsi, ma con i primi sintomi aveva finalmente cominciato ad intuire in che razza di mostro si stava trasformando ed una cosa gli fu subito chiara: avrebbe odiato quel mostro con tutte le sue forze.
Due giorni prima che compisse la sua scelta, era uscito per cercare di schiarirsi le idee, cosa che aveva preso a fare spesso, perché davvero non riusciva ad accettare quella verità che, in maniera così spietata, continuava ad imporsi con sempre maggiore violenza nella sua vita.
I suoi passi, quel giorno, lo avevano condotto al cimitero e, una volta lì, convinto che non ci fosse nessun altro, si era diretto deciso verso la tomba della strega. Dopotutto, era lei la responsabile della sua condizione ed era sempre lei la causa del dolore che stavano provando i suoi cari. Sentiva il bisogno pressante di fronteggiarla e di capire cosa, tanti anni prima, l’avesse spinta a compiere quel dannato gesto.
Una volta trovata la sua lapide, aveva stretto i pugni fino quasi a sanguinare. La rabbia che provava era immensa e non faceva altro che aumentare, ma non vi badò. Invece, avrebbe dovuto capire proprio in quel momento cosa gli stava realmente accadendo ma, essendo appena l’alba, era fermamente convinto di essere da solo in quel luogo. D’altronde, come avrebbe potuto immaginare che proprio Agata, la sua Agata, si trovasse dall’altra parte del muro di cinta, agonizzante nella sua disperazione, sola ed inconsapevole di cosa le stesse succedendo, semplicemente perché c’era lui poco distante?
Più la rabbia cresceva in lui, più la vita abbandonava lei.
Se l’avesse saputo, certamente sarebbe corso via a gambe levate ed Agata non sarebbe finita in uno stato vegetativo, lottando contro la morte ma incapace di reagire e di riprendersi perché priva di energie. Ed era stato proprio lui a risucchiargliele tutte, lo sapeva con certezza.
Ogni volta che provava una forte emozione, il suo corpo tendeva ad assorbire l’energia vitale di chi si trovava nelle vicinanze e lui non poteva fare nulla per ribellarsi. La maledizione di Marta Vasselli l’aveva reso un… la verità era che nemmeno Federico sapeva esattamente in cosa si stesse trasformando. Si sentiva come un orribile parassita che per sopravvivere doveva risucchiare la vita altrui, un Vampiro affamato di energia.
Sapeva di essere lui la causa di tutti quegli strani casi di persone che si erano ammalate all’improvviso perché prive di forze per lottare; era lui, risucchiando la loro energia, a ridurli in quello stato. Questo però accadeva all’inizio, quando la maledizione non era ancora del tutto attiva. Dopo aver visto quel che era capitato alla povera Agata, aveva deciso che la storia non poteva – e non doveva – affatto continuare: percepiva la velocità con cui la maledizione stava prendendo il sopravvento e, sicuramente, un giorno la sua fame di energia sarebbe stata talmente forte da spezzare la vita di qualcuno. Fu questo a convincerlo a compiere quel gesto a cui nessun ragazzo della sua età dovrebbe anche solo pensare.

Oggi di lui, a Tiepole, resta semplicemente un biglietto con un breve messaggio scritto a penna con mano tremante: “Non pensate a me come al mostro che sarei diventato, ma come a colui che l’ha sconfitto, impedendogli di continuare a nuocere. Ricordatemi, semplicemente, come il vostro Federico.”

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