martedì 3 settembre 2013

RECENSIONE: Warm Bodies

- La gente continua a leggere... E chi se ne frega se dietro c'è un'industria o meno. Se tutti sono troppo impegnati a costruire e a sparare per preoccuparsi di nutrire le loro menti, che vadano al diavolo. -

Titolo: Warm Bodies
Autore: Isaac Marion
Pagine: 269 p.
Prezzo: € 14,50 (cartaceo) € 4,99 (ebook)
Editore: Fazi Editore
Genere: Urban Fantasy
Scheda su Anobii: qui

Trama: R è uno zombie in piena crisi esistenziale. Cammina per un'America distrutta dalla guerra, segnata dal caos e dalla fame dissennata dei morti viventi. R, però, è ancora capace di desiderare, non gli bastano solo cervelli da mangiare e sangue da bere. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, la sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, eppure dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un universo pieno di meraviglia e nostalgia. Un giorno, dopo aver divorato il cervello di un ragazzo, R compie una scelta inaspettata: intreccia una strana ma dolce relazione con la ragazza della sua vittima, Julie. Un evento mai accaduto prima, che sovverte le regole e va contro ogni logica. Vuole respirare, vuole vivere di nuovo, e Julie vuole aiutarlo. Il loro mondo però, grigio e in decomposizione, non cambierà senza prima uno scontro durissimo con...

Note sull'autore: Isaac Marion è uno scrittore statunitense, nato vicino alla città di Seattle nel 1981 e ha sempre vissuto nei suoi dintorni. Ha iniziato a scrivere al liceo e si è auto-pubblicato tre romanzi prima di sfondare infine nel mainstream con il romanzo zombie Warm Bodies da cui è stato tratto nel 2013 l'omonimo film diretto da Jonathan Levine e avente Nicholas Hoult, Teresa Palmer e John Malkovich come protagonisti.
Attualmente divide il suo tempo tra la scrittura, la musica con la sua band, ed esplorare il paese nel suo camper. Il 5 febbraio 2013 pubblica The New Hunger prequel di Warm Bodies.


La mia opinione:
Questa è una delle poche volte in cui mi sbaglio su un romanzo, devo ammetterlo pensavo che Warm Bodies fosse banale e stupido, in pratica la classica storiella d'amore (in questo caso tra uno zombie e una ragazza umana) e invece... Spinta dalla voglia di saperne di più dopo aver visto il film (il quale mi ha lasciato diversi interrogativi sulla trama, la trasposizione cinematografica non è ai livelli del romanzo, la storia è stata ridicolizzata per far sorridere lo spettatore quando nel romanzo originale è molto più triste e complessa la faccenda) ho deciso di leggerne il libro e ne sono veramente contenta. Mi ha preso subito fin dall'inizio.

Il romanzo è scritto in prima persona con voce narrante il protagonista R, uno zombie che si sente diverso rispetto agli altri suoi simili perché ha un barlume di coscienza, pensa e riflette, anche se non riesce a provare emozioni o a parlare in modo spigliato (si limita a pronunciare qualche sillaba). La caratteristica di ogni zombie è quella di dimenticarsi cosa voleva dire essere vivi, emozionarsi, avere passioni, innamorarsi, tutte cose che ora da zombie non è più possibile fare, e qui scatta la nostalgia in R. Lui è un raccoglitore, colleziona oggetti del vecchio mondo e tenta di ricordarne l'uso che se ne faceva (in alcuni casi ci riesce, come per il giradischi). Vorrebbe ricordare il proprio nome, ma l'unica cosa che ricorda è l'iniziale R, avere un nome è importante, ti identifica e gli zombie non hanno nome.

In genere gli zombie non hanno necessità di vivere in comunità, ma preferiscono farlo ugualmente e così molti di loro si sono riuniti un vecchio aeroporto ormai abbandonato dagli umani. Ci troviamo in un'America dopo la fine del mondo, non viene però specificato il luogo preciso, ma visto le condizioni dell'umanità ogni luogo sembrerebbe uguale all'altro. Chi tra gli zombie non si nutre o non si nutre di cibo fresco (ucciso lì sul momento) rischia di decomporsi velocemente e quindi alla fine morire del tutto. Ma anche se ci si nutre a poco a poco, perdendo sempre più la propria umanità insieme alla propria pelle, si diventa come gli Ossuti, zombie fatti solo di ossa.

Gli Ossuti, nell'aeroporto, hanno costituito una sorta di società degli zombie. Si è formata una chiesa in cui questi sono i sacerdoti, mentre gli zombie carnuti sono i fedeli. Oltre alla Chiesa, abbiamo anche la scuola dove vengono addestrati gli zombie bambini o ragazzini (che non hanno l'istinto di nutrirsi e uccidere spiccato come negli adulti e quindi vanno addestrati). Capita anche di "fidanzarsi" tra zombie, come capita all'inizio tra R e un'altra zombie, ma ci si piace in maniera superficiale senza provare veramente quei sentimenti forti e unici dell'amore. Basta uno sguardo un po' più prolungato per ritrovarsi "sposati" e con "figli" appresso. Infatti quando si forma una nuova coppia gli Ossuti gli affidano dei figli, degli zombie bambini che non cresceranno mai.

Un giorno durante una caccia R mangia il cervello di un ragazzo Perry (il cervello è la parte migliore perché contiene i ricordi delle persone e permette agli zombie di sentirsi vivi e di sognare almeno per quell'istante) e ne acquista quindi i ricordi, tra cui quello della sua fidanzata Julie, che si trova in quel momento nella stanza. R decide di fare una cosa fuori dal comune, non uccidere Julie, ma portarsela viva con sé nell'aeroporto. La frequentazione con una persona viva e vegeta spinge R a sforzarsi di parlare, di esprimere le proprie idee e di provare sentimenti, in pratica a poco a poco ritorna ad essere umano. Ma il passaggio è graduale, infatti fino quasi alla fine del romanzo R continuerà a nutrirsi (cosa che nel film è stata omessa) pur sentendosi in colpa.

Questo rapporto tra i due farà scattare nella maggior parte degli zombie carnuti la voglia di cambiare e inizieranno anche loro a trasformarsi (basta un esempio positivo per cambiare il mondo? non ne sarei così sicura). Ma ci saranno anche degli ostacoli, gli Ossuti sono intenzionati a non far mutare le cose, come anche gli umani (che vivono come topi in uno stadio e sono guidati dal padre di Julie). Gli ultimi uomini rimasti vivi hanno smesso di sperare, non leggono più, non hanno più nessun interesse, pensano solo a sopravvivere no a vivere, in pratica si ritrovano ad essere nelle stesse condizioni degli zombie che uccidono.

Il romanzo è pieno di spunti di riflessioni che sono attualissimi sulla nostra società, su dove andremo a finire, sul futuro, su cosa fare da grandi, su tanti argomenti interessanti. La speranza, la nostalgia, la voglia di vivere, la voglia di cambiare il mondo, sono tutte cose che mi hanno colpito e quindi il romanzo mi è rimasto impresso piacevolmente. Sono tanti i dialoghi interessanti, o le scene che fanno veramente riflettere (come la somiglianza tra la società formata dagli ossuti e quella fatta dagli ultimi uomini). Per questo consiglio veramente di leggere il romanzo.

E vi lascio con una delle mie citazioni preferite, quello del formarsi una famiglia malgrado la crisi economica che imperversa nella nostra società, è un tema che mi sta molto a cuore (visto che ho deciso di sposarmi e avere una figlia in "quasi" giovane età 25 anni, ma rispetto alla media di oggi sto avanti xD). Naturalmente tutti questi spunti nel film sono stati totalmente eliminati per rendere la storia da ragazzini ai primi ormoni, anche R è stato ringiovanito (visto che nel libro ha un vestito grigio e una cravatta rossa e ha tra i 20 e i 30 anni, mentre nel film ha un paio di jeans, una maglietta e una felpa rossa e sembra avere massimo 20 anni).  

«Papà?»
«Sì»
«Pensi sia stupido?»
«Cosa?»
«Innamorarsi».
Si ferma un attimo, poi mette via la ricetrasmittente. «Che vuoi dire, Pear?»
«Tipo... adesso. Per come sono messe le cose. Voglio dire che tutto è cosi precario... è stupido perdere tempo in cose così in un mondo del genere? Quando tutto potrebbe cadere a pezzi da un momento all'altro?»
Mio padre mi guarda per un po'. «Quando ho incontrato tua madre», dice, «me lo sono chiesto anch'io. E le uniche cose che avevamo all'epoca erano qualche guerra e la crisi economica». Il walkie-talkie riprende a suonare. Lo ignora. «Ho passato diciannove anni con tua madre. Ma secondo te avrei cambiato idea se avessi saputo che avremmo avuto un solo anno? O un solo mese?». Sorveglia il cantiere, scuotendo il capo lentamente. «Non esistono parametri su come "dovrebbe" andare la vita, Perry. Non c'è alcun mondo ideale ad attenderti. Il mondo è sempre ciò che è adesso, e sta a te trovare un modo per reagire».

Qualcuno di voi l'ha letto? Fateci sapere se vi è o meno piaciuto. 

Alla prossima Angela
Club Urban Fanatsy

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