Intervista
a Francesca Verginella,
autrice
del romanzo Luna
Benvenuta nel nostro
blog, oggi abbiamo il piacere di poter conoscere meglio l'autrice del
romanzo Luna, Francesca Verginella. Ciao Francesca, ci
farebbe piacere se ti presentassi un po' ai nostri lettori, grazie.
Com'è il tuo rapporto
con la scrittura? Cosa rappresenta per te?
Quello con la
scrittura è stato un incontro casuale, ma che ha segnato
positivamente la mia vita. Ci siamo conosciute quando avevo 19 anni
e non ci siamo più lasciate. Per me scrivere è una valvola di
sfogo, un modo diretto per comunicare.
Quando scrivi vai di
getto o preferisci pianificare prima tutto il lavoro?
Inizialmente parto
di getto. Mi capita di scrivere le prime 10 o anche 60 pagine e poi
mi fermo. Mi rendo conto che i personaggi che cominciano a muoversi
nella storia hanno spesso bisogno di una struttura più solida a cui
aggrapparsi per non diventare poco coerenti. Allora creo uno schema
piuttosto semplice. Per ogni personaggio esamino ed annoto (per sommi
capi) l'aspetto, il carattere, il senso della sua presenza nella
storia. Nel caso di "Luna" ho dovuto anche disegnarmi una
cartina di Solamia perchè, man mano che il viaggio proseguiva, i
luoghi attraversati e quelli ancora da raggiungere cominciavano a
diventare troppi per ricordarli a memoria. Ma quello che succede
nella trama non lo chiudo mai in uno schema. Preferisco seguire la
storia così come mi viene narrata dall'ispirazione.
Hai qualche genere
letterario o autore a cui ti ispiri e che ti piace particolarmente?
Non ho un genere o
un autore a cui mi ispiro. Certamente i libri che ho letto,
soprattutto tra i 10 ed i 20 anni, sono quelli che hanno più inciso
sulla mia cultura di scrittrice e che possono in qualche modo aver
indirettamente influenzato il mio modo di scrivere. Sto parlando dei
classici della letteratura per ragazzi (le favole dei fratelli Grimm,
"Il Corsaro Nero" di Salgari, "Le Avventure di Alice
nel Paese delle Meraviglie" di Carrol, e così via), della
letteratura dell'ottocento russo (Tolstoj, Dostoevskij, Gogol, ecc.)
ed inglese (le sorelle Brönte, George Eliot, Virginia Woolf, ecc.),
passando per i grandi scrittori francesi e tedeschi, fino ad arrivare
ad autori contemporanei (Umberto Eco, Ken Follet, Stephen King,
ecc.). In quel periodo ho letto anche qualche libro fantasy e di
fantascienza, più che altro della collana Urania. Rispetto a questo
genere mi ha molto più influenzato il cinema che la letteratura.
Qualche altro autore fantasy l'ho letto negli anni successivi alla
stesura di "Luna"; Tolkien l'ho letto solo dopo aver visto
il film. Come vedi non sono una lettrice di genere, così come non
sono una scrittrice di genere.
Parlaci
del tuo romanzo, Luna, dalla sua stesura ad oggi. Hai qualche
retroscena da poterci svelare?
Mi
stai chiedendo di raccontarti una vita intera. L'ho scritto 19 anni
fa. E' stato come seguire un fiume in piena. A parte alcuni passi
in cui ho dovuto stare attenta a far combaciare le varie storie che
si dipanavano, la trama è uscita fuori dalla penna con facilità. E'
stato il mio primo libro e non lo chiamavo così. "E' una cosa
che ho scritto", così chiamavo quei tre quaderni maxi a
quadretti scritti a penna con la mia calligrafia quasi illeggibile.
Non pensavo che qualcuno lo leggesse mai. Invece il mio fidanzato di
allora (e mio attuale marito) ha voluto che lo tirassi fuori dal
classico cassetto e che glielo facessi leggere. Così ho dovuto
sacrificare una parte dei soldi appena guadagnati con la vendemmia
per comprarmi una macchina da scrivere "elettronica" e ho
trascritto tutto il romanzo. Dopo averlo letto mi ha convinto a
spedirlo a qualche casa editrice (prendendomi più che altro per
sfinimento). Allora ho dovuto trascriverlo nuovamente su file. Non
avevo però un computer (aggeggio che io ancor oggi mal sopporto), ma
per fortuna un mio amico mi regalò il suo vecchio PC, tanto "a
lui ne serviva uno più serio" - frequentava Ingegneria
Informatica. Così ho imparato ad usare Word e a salvare i file su
dischetto. Io scrivevo e mio marito, dopo essersi cimentato
nell'editing del testo, stampava. Così è successo anche per tutti
gli altri libri che ho scritto e così sarà anche per quelli che
verranno. Oggi ho imparato a scrivere direttamente su computer, il
che semplifica notevolmente le cose. Le prime pagine di ogni nuovo
racconto, quelle cariche di ispirazione che danno il via alla storia
le scrivo però sempre con una penna su un maxi quaderno a quadretti.
Cosa
ti ha spinto a scrivere il romanzo, a cosa ti sei ispirata o come ti
è venuta in mente la trama?
Mi
ha spinta la voglia di evadere dall'aula di Chimica dell'Università.
Poco tempo prima una mia compagna di corso mi aveva fatto leggere
alcune pagine di un romanzo fantasy che aveva scritto ed io, quasi
per scherzo, scrissi alcune frasi su un foglio, frasi che sono poi
diventate le parole che Ledon dice all'inizio del primo capitolo. Da
quel momento non ho potuto più fermarmi fino a che non ho scritto la
parola "Fine". L'ispirazione è venuta da tutto quello che
avevo letto o che avevo visto al cinema o in TV, il tutto ben
mescolato, agitato ed arricchito dalla mia immaginazione.
Ripensandoci a distanza di anni, la trama si è sviluppata in modo
naturale, quasi Solamia esistesse davvero ed io stessi solo riferendo
quello che vi accadeva. E' stato molto emozioante.
Che
messaggio/sensazione vorresti che rimanesse a chi legge o leggerà il
tuo romanzo?
Come
ho già detto, mentre lo scrivevo non credevo venisse letto da
qualcun'altro e quindi non ho pensato di metterci dentro un
particolare messaggio indirizzato al lettore. Ho semplicemente
raccontato la storia di chi non si arrende nemmeno di fronte alle
proprie debolezze e che cerca sempre di affermare la propria vera
natura. Ho raccontato la storia così come la vedevo nella mia testa,
quindi penso non potesse andare diversamente o contenere altro
messaggio che l'esempio che i vari protagonisti portano con le loro
azioni. Al lettore giudicare se questo sia di tipo positivo o
negativo. Devi però sapere che io sono più pragmatica che
filosofica: se con questo mio romanzo ho fatto passare qualche ora
piacevole a qualcuno, allora sono più che soddisfatta.
La
protagonista del romanzo è Narciso, che non sa però di
essere in realtà Luna, è esatto? Puoi parlarci un po' di lei
e del suo carattere?
Narciso
è una ragazza semplice,che alle volte si è adattata a fare della
sua vita quello che gli altri si aspettavano e non quello lei davvero
avrebbe voluto. Non che ciò sia avvenuto per mancanza di carattere,
tutt'altro: proprio perchè forte pensava di poter sopportare una
delusione personale pur di accrescere la felicità di coloro che più
amava. Molte volte la vita ci porta a prendere altre direzioni ed a
fare scelte differenti rispetto a quelle che avevamo previsto o che
avremmo preferito. La forza, il coraggio e la determinazione si
vedono anche nel trovare il meglio in situazioni in cui non avremmo
mai immaginato di essere.
Oltre
alla protagonista quali sono gli altri personaggi principali? C'è
qualcosa di biografico in qualcuno di loro?
Innanzitutto
c'è Arat, un combattente della Resistenza, fiero, forte,
intelligente, intellettualmente onesto ed anche bello che
accompagnerà Luna nel suo viaggio, anche se inizialmente solo perchè
costretto. Purtroppo Arat non esite nella realtà, almeno non nella
mia.
Poi
c'è Aza, compagna d'arme di Arat nella Resistenza. Bella, ma per
niente femminile. Per Luna ha spesso parole di fiele. E' dura e
cinica,ma leale e onesta. Anche lei fa parte della compagnia che
scorterà Luna attraverso le terre di Solamia. Aza si comporta spesso
come vorrei fare io in certe occasioni e con certi tipi di persone,
se solo la buona educazione lo permettesse.
Gor
e Sador sono due soldati/briganti Immelici del gruppo al seguito di
Luna. Li cito in coppia perchè sono sempre insieme. Gor è un
gigante che parla poco e picchia sodo mentre Sador è un ragnetto
mezzo drogato che non smette mai di parlare. Litigano in
continuazione ma eseguono sempre gli ordini e, con le loro armi, sono
micidiali. Diciamo che loro sono un mix di tante brutte abitudini di
alcuni miei conoscenti.
Infine
c'è Cablam, un Illusore che si aggrega alla compagnia poco dopo la
partenza da Deos. E' potente. Manipola la mente delle persone e crea
realtà alternative così vivide e credibili che nessuno riesce ad
accorgersi dell'illusione. E' introverso, superbo, egocentrico, ma
c'è qualcosa di attraente in lui. Anche se lo temi è difficile
allontanarsi da lui, almeno finché è lui a volere che sia così. E'
una cosa che tormenta l'anima. In versione ridotta ho incontrato un
tipo così: stavo tanto bene prima di conoscerlo, ma una volta
conosciuto non sono più stata quella di prima. E' uno di quelli che
ti danno il tormento e poi ti dicono: "Non so casa fare con te."
Insopportabile ma irresistibile.
Solamia
è il continente originario di Luna, puoi parlarci di questo mondo e
delle ambientazioni in generali che fanno da sfondo al romanzo?
Solamia
è un unico grande continente mentre, a parte poche isole, tutto il
resto del pianeta è ricoperto dall'oceano. Le diverse popolazioni
vivono quindi sullo stesso suolo ma sono divise da catene montuose,
valli, fiumi e vulcani. Per descrivere le terre attorno a Deos mi
sono ispirata alla mia regione. La riva bagnate dal mare si
trasformano in fertile pianura che poi sale e incontra dolci colline
adornate da laghi boschi. Passando tra queste colline numerosi fiumi
si inerpicano sui monti, sempre più su, fino a raggiungere le vette
innevate. A Solamia ho creato le terre d'Ausolia, bucoliche ed amene,
dalle quali nascono i Monti Kobit. Tra di essi vi è il Monte Ko, la
cima più alta del continente, una vetta così inospitale da gelare
il fiato a qualunque essere vivente portandolo rapidamente alla
morte. C'è poi la foresta Greetes, un bosco millenario formato da
alberi simili alle sequoie. All'interno di questa foresta gigantesca
sono racchiuse una flora ed una fauna incredibili. A Solamia ci sono
però anche luoghi inospitali ed ostili. La Barriera di Fuoco è una
catena montuosa che si estende per chilometri costituita da centinaia
di vulcani perennemente attivi. All'estremo nord del continente c'è
l'Artiglio del Mare, tre fiordi molto profondi dalle pareti verticali
che penetrano nella terra. L'acqua del fiume Lenk vi si getta
formando tre cascate che si precipitano a piombo mescolandosi
vorticosamente con l'acqua gelida dell'Oceano Nord. A sud-ovest del
continente c'è poi la Rocca Salina, un deserto di sale circondato da
una sorta di muro con pareti semitrasparenti anch'esse di sale.
Niente acqua, niente cibo. Solo sale, sole, sudore e sangue. Nessuno
può sopravvivere nella Rocca.
Per
il tuo romanzo hai deciso di pubblicarlo sul sito Smashwords,
come mai questa scelta e non hai privilegiato altri siti del genere
tipo Amazon?
Ho
scelto Smashword per vari motivi: è un'idea innovativa che ha fatto
scuola (il servizio di Self Publishing di Amazon ha attinto a piene
mani a questa esperienza), è in continua espansione, è
completamente gratuito, fornisce gratuitamente codici ISBN, è
estremamente semplice da utilizzare, restituisce un prodotto in
formati multipli, compreso il formato .mobi utilizzato da Kindle, e
distribuisce il libro su vari canali, quali Barnes&Nobles, Kobo
(che a sua volta redistribuisce su inMondadori), e molti altri,
compresa Amazon, con la quale Smashwords aveva, fino a qualche mese
fa, un accordo di collaborazione che è stato quasi del tutto
interrotto da Amazon a seguito del lancio di KDP (Kindle Self
Publishing). Guardando al mercato italiano, ovviamente altre
piattaforme possono avere dei piccoli vantaggi, quali la lingua ed i
prezzi in euro, oltre ad una maggior facilità nel reperimento di
titoli in lingua italiana (cosa a cui, nel mio piccolo, ho cercato di
ovviare con una piccola iniziativa a sostegno degli autori italiani
consistente in una catalogazione delle loro opere accessibile dalla
sezione libri del mio sito). Non ti nascondo che anch'io, stante
l'attuale rottura di fatto tra Smashwords ed Amazon, ho pubblicato
alcune mie opere anche su Amazon.it (senza ISBN). Smashwords lascia
piena libertà in tal senso agli autori.
Cosa
pensi del mondo dell'editoria?
Non
so che dirti... la mia limitata esperienza personale non è stata
certamente positiva. Appena ho deciso di inviare il "Luna"
a qualche piccola casa editrice ho ricevuto in risposta sempre e solo
complimenti e richieste di denaro. Le due case editrici maggiori mi
hanno invece risposto che esaminavano solo manoscritti arrivati
tramite agenzie letterarie. Ne contattai una che però si comportò
in modo molto poco professionale: richieste di denaro ripetute ed
insistenti quale copertura spese iniziali e cose simili. Non avendo
originariamente scritto il romanzo con l'idea di farlo leggere a
qualcuno e non essendo assolutamente interessata a pagare per
pubblicare, lo rimisi tranquillamente nel cassetto per molti anni.
Solo recentemente l'ho ritirato fuori e l'ho pubblicato su
Smashwords. Da pochissimo l'ho anche rimandato ad alcune case
editrici abbastanza conosciute che, almeno a parole, sembra siano
finalmente disposte ad esaminare materiale spedito autonomamente (il
desiderio di vederlo stampato anche su carta c'è, lo confesso!).
Dovrei avere qualche risposta entro metà 2013. Incrociamo le dita!
Quali
saranno i tuoi prossimi progetti?
Attualmente
ho in cantiere due opere fantasy, provvisoriamente intitolate "Il
Castello" e "Draghi", ed un'opera biografica
ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e ricavata da una serie
di "interviste" fatte qualche anno fa a mio nonno relative
alla sua avventurosa gioventù, vissuta tra mille espedienti in tempo
di guerra tra italiani, tedeschi ed alleati. La stesura di questi
romanzi procede però moto lentamente, perchè negli ultimi anni i
miei impegni (principalmente di madre) non mi lasciano molto tempo
libero. Solo recentemente sono riuscita a riprendere un po' in mano
le varie storie. Conto però di riuscire a terminarli in tempi
ragionevoli.
C'è
qualche genere letterario, non ancora da te esplorato, di cui
vorresti occuparti?
Il
genere horror mi affascina, ma non sono sicura di essere capace di
scrivere qualcosa in tema. Da qualche tempo mi è anche venuta una
strana voglia, tipo quelle che avevo da gestante: improbabili e a
volte insensate. Facendo tesoro della mia nuova esperienza con i
bambini (i miei figli hanno 5 e 2 anni) sto accarezzando l'idea di
scrivere una storia adatta a loro. Avventurosa, nuova, interessante,
leggera, fantasiosa, facile, veloce, accattivante... pretendo troppo?
Forse sì. Ti saprò dire qualcosa di più quando rimetterò in
ordine le mie idee (che per ora mi sembrano troppe e confuse).
Grazie per questa intervista, alla prossima.
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