Intervista
a Diego Romeo,
autore del romanzo Storie
delle Lande Percorse Libro I - Come nasce un cavaliere
Ecco l'intervista a Diego Romeo,
autore del romanzo Storie delle Lande Percorse Libro I - Come nasce
un cavaliere. Benvenuto Diego nel nostro blog, ci farebbe piacere se
ti presentassi.
Grazie
dell’ospitalità! Anzitutto vorrei dirvi che per me è un piacere
ed un onore poter essere con voi. Sono nato a Napoli il 2 luglio del
1976, ma per motivi di lavoro di mio padre mi sono trasferito a Roma
nel ’82. Per questo considero la Città eterna come la mia città
adottiva. Sono sposato con una donna meravigliosa e sono padre di due
splendidi bambini. Fin da adolescente ho coltivato la passione per il
Fantasy e per l’incontro con il mondo più semplice e vero; dal
1994 faccio parte di una Associazione di volontariato con cui mi sono
occupato di bambini poveri, senza fissa dimora, Rom e disabili. Mi
sono laureato nel 1992 in Lettera e Filosofia, indirizzo
storico-religioso.
Come è nata per te la passione per
la scrittura e cosa rappresenta per te scrivere?
È nata
spontaneamente, senza che me ne accorgessi, ed è cresciuta
silenziosa nel tempo. Forse, inconsciamente, ha accompagnato le mie
letture onnivore. Fin da ragazzo ho coltivato la passione per il
Fantasy e i giochi di ruolo, quindi inventare narrazioni per giocare
con i miei amici mi era divenuto naturale. Ad un certo punto, sempre
“per gioco”, ho iniziato a scrivere qualche cosa di più
complesso. Capitolo dopo capitolo la mia storia è divenuta qualcosa
di più sostanzioso e quindi ho pensato di pubblicare per
sottometterla al giudizio del pubblico.
Pianifichi in anticipo la struttura
della storia, o la trama e i personaggi si sviluppano in corso
d’opera?
Parto da un idea già
chiara nella mia mente (così è stato per il primo e per il secondo
libro che sto scrivendo), ma la trama, e soprattutto i dialoghi,
nascono in corso d’opera. Mi capita spesso di pensare alle mie
storie, nei momenti di stallo o di noia, quando sono bloccato nel
traffico, o in fila alla Posta. Mi fermo e annoto su un quaderno di
appunti. Torno a casa e do una forma: non sempre in maniera lineare e
cronologica, ma alla fine il testo trova una sua coerenza.
Hai qualche autore o genere
letterario preferito, a cui magari ti ispiri quando scrivi?
Non ho un genere
letterario preferito, mi piacciano molto i romanzi (ovviamente i miei
preferiti sono i Fantasy, anche se non disdegno romanzi storici). Mi
piace molto leggere di geopolitica e di storia, ma anche saggistica,
spiritualità e poesia. In effetti, leggo di tutto, ma con un
criterio personale molto definito!! Negli ultimi giorni sono
impegnato con due bellissimi libri. Il primo scritto da Luca
Giordano dal titolo “Passa dal corpo il
cielo”, una raccolta poetica. Il secondo è un romanzo,
racconto di vita di Michelangelo Bartolo, medico
volontario per un programma di cura dell’AIDS in Africa, dal titolo
“La nostra Africa”. Il mio grande
riferimento letterario, almeno per quanto riguarda il fantasy, rimane
sempre l’intramontabile Tolkien.
Ci puoi svelare qualche retroscena
nella stesura del tuo romanzo, Lande Percorse?
La mia passione è
nata in sordina. Ci sono voluti più di cinque anni a scrivere il
primo romanzo: ho cambiato la stesura del testo non so più quante
volte prima di essere veramente soddisfatto. Fondamentale poi l’aiuto
e il consiglio di tanti amici. Sono convinto che non si può andare
molto lontano da soli: per questo la lista dei ringraziamenti è così
lunga, perché tanti mi sono stati vicini. Posso dire che considero
questa mia opera come un lavoro corale. Anche se sono un po’
stonato!
Come mai la scelta di scrivere una
trilogia e non un singolo romanzo?
Il mio riferimento
obbligato è Tolkien e i suoi romanzi. Apprezzo
anzitutto lo spessore e l’epicità che ha dato alle sue opere. In
questo mi ispiro al mio maestro ideale. Anch’io (si parva licet) ho
una formazione da storico, anche se non ho mai insegnato nelle
migliori Accademie inglesi! Ho cercato di dare alla mia opera una
sorta di credibilità letteraria e storica. L’Impero del
Sommo Drago Celeste è decisamente ispirato al Sacro
Romano Impero, mentre l’Impero di Baal Drago del Profondo
riprende in parte la fase più decadente del grande Impero Bizantino,
anche se gli ingredienti sono sapientemente mescolati e spesso
volutamente confusi tra loro fino a renderli irriconoscibili. Non
volevo costruire una semplice novella, magari ben dosando una scorta
di ingredienti molto conosciuti per arrivare ad un prodotto facile e
gradevole perché prevedibile. Per fare questo, a mio avviso, ci sono
regole letterarie precise da rispettare. Usare un linguaggio
definito, forse non sempre accessibile, una struttura narrativa
articolata: anche la scelta della trilogia per dare continuità ed
epicità che difficilmente avrei raggiunto in un volume unico.
Chiaramente, questi i miei propositi: se poi sono riuscito nel mio
intento, spetterà a voi giudicare.
Il protagonista del romanzo è un
cavaliere di nome Hurik Van Gotten, puoi parlarci un po' di lui?
In un certo senso
Hurik rappresenta un cavaliere imperfetto. Almeno all’inizio è
pieno di difetti: arrogante, superbo, istintivo. Per questo commette
molti errori. Dunque pienamente umano, e se vuoi, l’opera racconta
anzitutto, come chiaro dal titolo, come nasce un cavaliere. Quindi è
un romanzo di formazione. Hurik un gran cuore e un senso profondo di
giustizia. La storia principale parla di come lui (e quindi in un
certo senso tutti) possano costruirsi fino a divenire non solo
persone migliori, ma anche poter svolgere un ruolo fondamentale nella
loro società. Si può affermare che Hurik è l’esaltazione della
normalità. Non bisogna essere supereroi o prescelti per essere
decisivi nel proprio tempo. Certo è che, come ha fatto Hurik,
bisogna mettersi in gioco e cambiare se stessi per poter cambiare il
mondo. Non ci si salva da soli. Hurik per diventare quello che è ha
avuto bisogno dei suoi amici e compagni.
Cosa ti ha spinto a scrivere il tuo
romanzo? Che messaggio vorresti lasciare a chi legge o leggerà il
testo?
La
consapevolezza di avere una storia da raccontare,
insieme all’ambizione di lasciare una traccia delle mie idee
attraverso i miei racconti. Tutti possono diventare migliori e
contribuire in maniera attiva alla ripresa, anche se sei un
mezz’orco! I personaggi del mio racconto alla fine non sono eroi,
ma persone normali con le loro debolezze molto umane, che però si
impegnano a cambiare il mondo cambiando prima di tutto loro stessi.
Oggi il mondo e l’Italia non hanno bisogno di eroi, ma di uomini
che contribuiscano a risollevare la nostra società. Un ulteriore
messaggio che spero di aver trasmesso è l’assurdità delle guerra.
Per quanto possa sembrare giusta o necessaria, come nel caso del mio
romanzo, rimane comunque ingiusta e distruttiva: a pagare il prezzo
di tutto sono comunque i più deboli. Con parole non mie e molto
efficaci, la guerra è la madre di tutte le povertà.
C'è qualcosa dei tuoi personaggi di
autobiografico?
Hurik è sicuramente
il sunto dei miei difetti e la proiezione ideale di quelli che vorrei
fossero i miei pregi. Quando ho creato il personaggio ho pensato
molto alla mia storia personale. Anche io sono cambiato grazie ai
miei amici. Questo però non è stato facile. Sono un tipo molto
individualista e per accettare di essere aiutato ho dovuto lavorare
molto sul mio carattere. Per fortuna ho trovato amici veri e una
splendida moglie, che mi hanno fatto diventare l’uomo che sono.
Un mondo fantastico ma
non troppo, molto realistico o quantomeno coerente nei suoi principi,
dove mi piacerebbe vivere! Ispirato ad un Medioevo molto poco
stereotipato, un mondo dove si intrecciano storie di vissuto
quotidiano non troppo distanti da tante storie del nostro tempo, che
nei prossimi romanzi andranno palesandosi e sviluppandosi.
Quando potremo leggere gli altri
volumi della saga?
Il secondo volume è
già a metà e spero che per l’anno prossimo sia pubblicato. Per il
terzo ci vorrà ancora un po’ di tempo.
Puoi parlarci della tua esperienza
nel mondo dell'editoria italiana. Che cosa pensi di tutto ciò che fa
parte dell'industria del libro e qual è la tua personale esperienza?
La mia esperienza,
come penso quella di ogni autore esordiente/emergente, non è stata
tutta rose e fiori. Iniziamo col bandire ogni recriminazione e
vittimismo, ma tutto il male possibile che molti dicono in parte è
giustificabile da proposte esosissime che sfiorano il ricatto.
L’editoria italiana è molto in crisi, non ci sono (a detta degli
esperti) ottime leggi che tutelino sia gli esordienti che i piccoli
editori e quindi il novello scrittore si trova a doversi districare
in una giungla normativa in cui la legge la fa il più furbo. Quello
che posso dire è che non bisogna credere a tutto quello che viene
detto. Piccole, buone regole: farsi dettagliare tutte le offerte per
iscritto, anche le minime inezie; avere tanta pazienza, costanza ed
abilità, o almeno attitudine, alla contrattazione; soprattutto,
avere un occhio particolare per i termini di promozione e
distribuzione. Il tallone d’Achille dei piccoli editori è proprio
la distribuzione, in pratica lasciata in mano agli autori stessi.
Ovviamente se il libro non viene distribuito in vari punti di
incontro tra autore e suoi potenziali lettori difficilmente si verrà
a conoscenza della sua esistenza e ancora meno lo si potrà
apprezzare. Usate molto la rete: è piena di gente e di blog
formidabili che aiutano gli emergenti.
Hai altri progetti a livello
letterario in cantiere? Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Oltre alla conclusione
della mia trilogia sto già lavorando ad un paio di progetti. Per il
momento è bene non anticipare per non bruciarsi. Mai vendere la
pelle prima di aver ucciso l’orso.
Grazie per aver risposto alle nostre
domande, alla prossima.
Grazie per quest’occasione; alla prossima
avventura letteraria!
Bellissima intervista!! :D Molto molto interessante!
RispondiEliminaUn saluto!
PS: Anch'io ho un blog che parla di libri! Ti lascio il link: http://libri-ehr.blogspot.it/
Grazie :) e complimenti per il tuo blog :)
Elimina@Ehrbaider: grazie, ma il merito è tutto dei moderatori del blog che hanno saputo fare delle ottime domande. Cmq sicuramente farò un salto anche sul tuo blog, sempre se ti fa paicere ;-)
RispondiEliminaintervista molto interessante!
RispondiEliminami è venuta proprio voglia di leggere questo tuo libro!
Grande!! Ho letto il libro e, pur non essendo un esperto del genere, mi è piaciuto molto. Aspettiamo di sapere la sorte del mondo uscito dalla testa di Romeo ;)
RispondiEliminaComplimenti..sia per il libri che per l'interessante intervista! Sono curiosa di leggere il seguito!
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