mercoledì 29 febbraio 2012

Valchirie

LE VALCHIRIE

La Valchiria (norreno: valkyrja) è un personaggio scaturito dalla mitologia norrena, divinità femminili minori che servono Odino. Vengono rappresentate come belle ragazze dai lunghi capelli biondi armate di lancia, scudo ed elmo, sopra cavalli alati o cavalli capaci semplicemente di volare. La valchiria appare simile ad un corvo, poiché vola sopra i campi di battaglia per scegliere tra i cadaveri dei guerrieri morti quelli più eroici, per portarli nel Valhalla il paradiso degli eroi. Questo è necessario perché Odino ha bisogno di guerrieri valorosi che combattano dalla sua parte alla fine del mondo.

I romanzi urban fantasy si rifanno molto alla mitologia nordica e quindi alla mitologia norrena, essa è fonte di ispirazione per molte opere. E un esempio di ciò è il romanzo Dark Love, di Kresley Cole, un paranormal romance in cui ritroviamo come protagonista Emmaline Troy, un delicato ibrido vampiro/valkyria. Che un giorno s’imbatte in Lachlain MacRieve, durissimo licantropo. E tra i due scoppierà l'amore. Infatti dopo avere sopportato anni di tortura da orde di vampiri, Lachlain MacRieve, capo del Clan di Lykae, è fuori per trovare la compagna predestinata che sta aspettando da millenni, ma non si aspetterebbe mai che questa sia proprio un vampiro. In parte vampiro perché Emmaline è una piccola, eterea mezzo valchiria/mezza vampira, che in qualche modo comincia ad alleviare la furia che brucia in lui. Un vampiro bloccato dalla sua fantasia più selvaggia. Emmaline Troy è uscita allo scoperto per scoprire la verità sulla morte dei suoi genitori, fino a che un Lykae potente la esige come sua compagna e la riporta indietro al suo castello scozzese. Là, la sua paura dei Lykae, e dei loro famigerati desideri oscuri, diminuisce mentre lui comincia una lenta e peccaminosa seduzione per sedare i propri desideri oscuri. Un desiderio bruciante... Tuttavia quando una malvagità antica dal suo passato riappare, il loro desiderio si approfondirà in amore che può portare un guerriero fiero alle sue ginocchia e trasformare una bellezza delicata nella combattente che è nata per essere?

Dark Pleasure è il seguito di Dark Love, in quanto questi romanzi fanno parte di una serie paranormal romance per adulti Gli Immortali (Immortals after dark) in cui la protagonista è Kaderin, che avevamo già visto nel precedente romanzo, anch'essa una valchiria. Le valchirie qui sono una razza guerriera che ha il compito di vigilare sulle creature soprannaturali ed eliminare quelle ritenute pericolose.  Partita alla volta della Russia per uccidere un vampiro che terrorizza un villaggio, Kaderin Cuordighiaccio si ritrova a esitare prima di sferrare il colpo di grazia al nemico. Quella stessa esitazione mostrata in passato era costata la vita delle due sorelle e da quel momento la donna aveva smesso di provare emozioni. Il vampiro davanti a lei però è diverso: si chiama Sebastian Wroth e un tempo era stato un umano. Il cuore dell’uomo ricomincia di colpo a battere: Kaderin lo ha risvegliato, è la sua Sposa. La donna rimane sbigottita nel provare di nuovo sentimenti e una certa attrazione nei suoi confronti, così decide di scappare e di prepararsi alla Caccia al talismano, la gara che si svolge ogni duecentocinquanta anni e che mette sempre in palio una chiave in grado di far tornare chiunque nel passato per ben due volte. Ma quando raggiunge il tempio della dea Riora, scopre che anche Sebastian parteciperà alla competizione. Tra tentativi di seduzione, ricatti e sconvolgenti rivelazioni su ciò che li attende, i due scoprono di essere ormai inesorabilmente legati, ma solo la conquista del talismano potrà permettere loro di salvarsi e vivere fino in fondo l’amore che il destino gli ha riservato.

Fantascienza

IL GENERE FANTASCIENZA
La fantascienza è un genere della narrativa sviluppatosi nel Novecento, che ha le sue radici nel romanzo scientifico. Un genere poi molto utilizzato anche per il cinema, i fumetti e la televisione. L'ambito principale della fantascienza è l'impatto di una scienza o di una tecnologia sulla società e sull'individuo, e la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o più frequentemente nel futuro. I protagonisti oltre ad essere semplici esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti.

In inglese il termine fantascienza è indicato con science fiction, espressione coniata da Hugo Gernsback nel 1926 (tra gli anglosassoni oggi si usa l'abbreviazione Sci-Fi). La traduzione italiana di fantascienza è attribuita a Giorgio Monicelli nel 1952. La data di nascita della fantascienza viene per convenzione fissata al 5 aprile del 1926, quando uscì negli USA la prima rivista di questo genere (Amazing Stories, storie sorprendenti, diretta da Hugo Gernsback). Ma a questo genere possono essere ricondotte molte altre opere anche precedenti, innanzitutto prima della fantascienza esistevano i resoconti dei viaggiatori. Infatti in questi resoconti venivano descritti angoli del mondo inesplorati, con strane culture, faune e flora esotiche, e a volte anche mostri immaginari.

La fantascienza vera e propria però fu resa possibile solo a partire dalla nascita della scienza moderna. La fantascienza in Europa inizia alla fine del XIX secolo con il romanzo scientifico (scientific romance), di cui esponenti di spicco furono Jules Verne (per il quale più che la scienza erano importanti le invenzioni) e H.G. Wells. Wells e Verne avevano entrambi un bacino di lettori internazionale e influenzarono cosi numerosi scrittori, in particolare in America, dove ben presto nacque la fantascienza come genere autonomo.

La prima fantascienza aveva una forte base avventurosa ed era caratterizzata dalla meraviglia per i progressi della scienza (si era nell'epoca dell'avvento dell'elettricità), ma già dagli anni quaranta cominciò ad occuparsi delle ripercussioni del progresso scientifico. Sono anni in cui dominò la figura di John W. Campbell, che assunse la direzione della rivista Astrounding Stories, nella quale ospitò tutti gli autori della cosidetta Golden Age (età dell'oro, come Isaac Asimov ed altri). L'epoca d'oro si conclude negli anni cinquanta, ma gli scrittori di quest'epoca diventeranno i mostri sacri del genere, a cui si sarebbero poi rifatti tutti i successivi autori. La caratteristica della fantascienza americana era l'estrapolazione, ovvero il riconoscimento di una tendenza in atto per poi proiettarla nei suoi sviluppi futuri.

Gli anni cinquanta segnano per la fantascienza americana un grosso cambiamento, l'atteggiamento fiducioso nei confronti della scienza viene sostituito da uno più preoccupato (a causa della bomba atomica). La guerra fredda, la società dei consumi, la paura del diverso, la pubblicità e la televisione diventarono i temi centrali della fantascienza sociologica (Richard Matheson, Walter M. Miller e Philip K. Dick sono alcuni degli esponenti). Negli anni sessanta abbiamo la New Wave, con argomenti scottanti quali il sesso, le droghe, il femminismo, il razzismo ecc, la cui figura di riferimento è Harlan Ellison. Il decennio successivo è caratterizzato dalla continuazione dell'attività degli scrittori New Wave, ma l'impatto innovativo va attenuandosi, e i singoli autori vanno ciascuno per la propria strada. Nel bel mezzo degli anni settanta il cinema di fantascienza segna la svolta con il successo di Guerre Stellari di George Lucas. Negli anni ottanta abbiamo l'ondata Cyberpunk, con lo sviluppo di temi legati alle tecnologie informatiche e di telecomunicazione. La fantascienza influenza anche il nuovo ambito dei videogiochi, ma soprattutto il cinema. Gli anni novanta sono caratterizzati da una forte ripresa della fantascienza britannica, mentre negli USA si assiste a un declino delle vendite, tanto che alcuni scrittori cambiano genere.

In Italia la fantascienza è diventata famosa, grazie ad una rivista ed una collana di romanzi, dal titolo di Urania pubblicati a partire dal 1952 dalla casa editrice Mondadori. Il primo direttore fu Giorgio Monicelli, appunto il coniatore del termine italiano fantascienza. La rivista chiude dopo un anno, mentre i suoi romanzi a cadenza quindicinale riscuotono un grande successo. Oggi dopo oltre 50 anni di storia, Urania è ancora in edicola. Ma oggi la letteratura di fantascienza è quasi scomparsa dalle edicole italiane, cedendo il terreno ai generi fantasy e horror, mentre si ritrova nelle pubblicazioni in internet.

La fantascienza viene divisa di solito in fantascienza hard o tecnologica e fantascienza soft legata alla sociologia. Altri generi legati alla fantascienza sono la space opera (in particolare quella militare) a base di astronavi e battaglie spaziali, la New Wave, il cyberpunk, lo steampunk, la fantapolitica, le utopie, distopie e ucronie. I temi utilizzati nelle storie di fantascienza sono lo spazio: la sua conquista, l'esplorazione e la colonizzazione, il viaggio interstellare, l'invasione aliena, gli extraterresti (buoni o cattivi), il viaggio nel tempo, dimensioni parallele, l'intelligenza artificiale (robot, cyborg e androidi) e la ribellione della macchina. Altri temi sono la realtà virtuale, il cyberspazio, le modificazioni della genetica come le mutazioni o la clonazione e le biotecnologie in generale.

Satiri e Fauni

I SATIRI

I satiri sono personaggi immaginari presenti sia nella mitologia greca che in quella romana. Sono i protettori dei boschi e delle montagne, dei fiumi e dei pascoli. Vengono rappresentati come esseri abbastanza brutti, molto pelosi, con varie caratteristiche animali: piccole corna sulla testa, la coda, e le zampe di capra con zoccoli ai piedi. Sono esseri di indole allegra e festaiola, amano danzare, bere soprattutto vino, hanno l'abitudine di corteggiare le ninfe dei boschi, da cui vengono ripetutamente rifiutati. Abili suonatori di flauti, di solito fatti di legno. Sono la personificazione della fertilità e della forza vitale della natura. Esempi del suo utilizzo nella letteratura e nel cinema è per esempio in Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini in cui il migliore amico del protagonista, nonché suo protettore, è un Satiro di nome Grover.

IL FAUNO
Il fauno (derivante dalla mitologia romana) è esteticamente molto simile al Satiro (derivante dalla mitologia greca) per questo vennero spesso fatti corrispondere. Il fauno è una divinità della natura, in particolare della campagna e dei boschi. L'aspetto è quello umano, ma con i piedi di capra e le corna sulla fronte, proprio come il Satiro. Inizialmente però il fauno era il dio della campagna, contrapposto al dio dei boschi Silvano, ed era una delle più antiche divinità italiche. Il dio Fauno era anche chiamato Luperco, in qualità di difensore delle greggi dagli assalti dei lupi. Secondo un'altra leggenda, i Fauni sarebbero stati antichi pastori, abitanti, ai primordi del mondo, nel territorio sul quale venne poi fondata Roma. Nell'epoca moderna i Fauni sono stati spesso soggetto di dipinti ed opere d'arte, nonché sono presenti in libri, film e produzioni varie, essendo diventati anche figure ricorrenti del genere fantasy. Ad esempio abbiamo nella letteratura il signor Tumnus, personaggio del ciclo di romanzi fantasy de Le cronache di Narnia di Clive Staples Lewis. Mentre nel cinema abbiamo Il labirinto del Fauno (2006) un film fantasy di Guillermo del Toro (uno dei miei registi preferiti, e bellissimo film).

lunedì 27 febbraio 2012

Recensione: Danze dall'Inferno

DANZE DALL'INFERNO
Titolo: Danze dall'Inferno
Autore: Meg Cabot, Kim Harrison, Michele Jaffe, Lauren Myracle e Stephenie Meyer
Pagine: 2009, 263 p., rilegato
Prezzo: Prezzo di copertina € 17,50
Editore: Fazi (collana Lain)
Genere: Raccolta di Racconti Urban Fantasy
Scheda su Anobii: qui

Trama: Questa collezione di racconti, scritti da cinque autrici celebri per le loro storie ricche di suspense e mistero - Meg Cabot, Kim Harrison, Michele Jaffe, Lauren Myracle e Stephenie Meyer autrice della saga di "Twilight" -, affronta il lato oscuro di una tradizione tra le più consolidate: il ballo della scuola. Quello che in America viene chiamo il Prom, il ballo che le High Schools organizzano a chiusura dell'anno scolastico, per questo il titolo originale dell'opera è Prom nights from hell. All'interno dell'antologia incontriamo così, in una girandola di storie horror, cacciatori di vampiri e venditori di amuleti magici, fantasmi sospesi fra due dimensioni e ragazzi dotati di poteri soprannaturali. Fino al racconto di Stephenie Meyer, in cui la sera del ballo diventa lo scenario di uno scontro tra i mortali e un antichissimo demone che, dietro le mentite spoglie di una fanciulla, creerà terrore e scompiglio. I lettori verranno così trascinati in un mondo arcano dove nulla è come appare e ogni elemento rivela un nuovo, inaspettato volto dell'orrore.


Note sull'autore: Meg Cabot è nota per la serie The Princess Diaries, Kim Harrison è l'autrice della serie The HollowsMichele Jaffe è conosciuta per il personaggio di Bad Kitty e Lauren Myracle, autrice dei best-seller della serie IM/Internet Girls e infine Stephenie Meyer è la famosa autrice della saga di Twilight.

ELENCO RACCONTI:
LA FIGLIA DELL’AMMAZZAVAMPIRI di Meg Cabot
IL MAZZOLINO di Lauren Myracle
MADISON AVERY E LA F.A.L.C.E di Kim Harrison
PROVACI ANCORA, SIGNORINA KISS di Michael Jaffe
BALLO INFERNALE di Stephenie Meyer

La mia opinione: Il primo racconto che apre questa antologia urban fantasy è La figlia dell'ammazzavampiri di Meg Cabot, il suo modo di scrivere e non è che mi sia piaciuto molto. Ma veniamo alla trama del racconto, la protagonista è Mary la classica nuova arrivata a scuola, che non se la fila nessuno. Ma ha una caratteristica particolare è la figlia di un ex cacciatrice di vampiri. Il suo scopo nella vita è quello di eliminare Dracula (nome un tantino banale per un vampiro), uno dei più potenti vampiri, colpevole di aver reso sua madre anch'essa un'immortale. Mentre il padre fa lo scienziato pazzo a casa per cercare di trovare una cura al vampirismo della moglie, la figlia se ne va in giro indisturbata con una balestra (come farà a nascondere una balestra non si sa) nel tentativo di uccidere Sebastian Drake, il figlio di Dracula. Sebastian si è reso colpevole di aver plagiato la migliore amica della protagonista, facendola lasciare con il suo fidanzato di sempre, proprio alla vigilia del ballo di fine anno. Il racconto è in parte in prima persona secondo il punto di vista di Mary e in parte secondo il punto di vista di Adam, migliore amico dell'ex ragazzo dell'amica di Mary. Per caso i due, Mary e Adam, si ritroveranno insieme al ballo di fine anno complici nel dover far fuori il vampiro. Ma quello che non mi torna del racconto è che la protagonista alla fine se ne freghi di sua madre, del vampiro che deve cacciare Dracula e l'unica cosa che gli importi è baciarsi con Adam. Un finale non molto coerente con tutto il resto, inoltre il doppio punto di vista rende un po' più difficile la lettura, anche se lo stile è molto ironico e divertente, un altro difetto un po' troppo infantile per i miei gusti.

Il secondo racconto è invece Il mazzolino di Lauren Myracle, ispirato al detto "Attento a ciò che desideri, potrebbe avverarsi". Prende spunto da "La zampa di scimmia" di W.W. Jacobs, racconto che ha fortemente impressionato la scrittrice. In questo racconto, un'adolescente di nome Frankie è afflitta dalla relazione di amicizia/amore che ha con uno dei suoi migliori amici: Will. Due settimane prima del ballo di fine anno, spera che lui la inviti e durante una visita ad una veggente, viene incuriosita da un mazzolino che è capace di esaudire tre desideri. Accecata dal desiderio di avere Will con lei al ballo di fine anno, ottiene il mazzolino. La vegente inoltre predice a Will di stare attento con le altezze, mentre a Frankie di stare attenta a ciò che desidera. Questi se ne fregano degli avvertimenti e in particolare Frankie come primo desiderio, esprime quello che il ragazzo che ama la inviti al ballo di fine anno. E cosi infatti succede, solo che Will per invitarla decide di arrampicarsi in cima ad una torre dell'acquedotto per scrivere con delle bombolette una frase, purtroppo cade e muore. La ragazza non contenta di avergli fatto fare una brutta fine, come secondo desiderio esprime quello di riportarlo in vita, e naturalmente ecco in scena il classico zombie uscito dalla tomba tutto a brandelli. E il terzo desiderio alla fine non potrà che essere quello di farlo tornare di nuovo indietro. Il racconto non ha niente di originale, ma è l'autrice stessa che ci informa di ciò all'inizio per cui non se ne può fare neanche una colpa. Ma in ogni caso è piacevole da leggere, e mi sono affezionata ai personaggi e ho sofferto per loro, pur nel breve spazio di un racconto. Sta di fatto pero' che non ci voleva poi molto ad esprimere dei desideri più sensati, state veramente attenti a cosa desiderate!

 Il terzo racconto è Madison Avery e la F.A.L.C.E. di Kim Harrison, la cui protagonista è Madison Avery, una ragazza appena trasferitasi dal padre e quindi la nuova arrivata a scuola, invitata al ballo di fine anno da un ragazzo che non gli piace. E qui ritroviamo i classici cliché. Mollata da questo, conosce un altro ragazzo misterioso alla festa vestito da pirata, con cui si bacerà. Purtroppo il ragazzo si rivelerà molto pericoloso e nel riaccompagnarla a casa le farà fare un incidente con l'auto in cui morirà. Il ragazzo misterioso in realtà è un mietitore di anime nero, che uccide le persone quando ancora non è il loro momento di morire. A impedire ciò di solito ci sono i mietitori bianchi, ma nel caso della ragazza visto che era la sera del suo compleanno, succede un errore e i mietitori bianchi non riescono a salvarla (sono legati ognuno ad una fascia di età). La ragazza combatterà in tutti i modi per restare sulla terra, anche se sotto forma di spirito. Il racconto, è molto confusionario e non si riesce a capire granché, inoltre i personaggi appaiono in successione senza riuscire bene a metterli a fuoco. Inoltre la storia finisce in aria, ora però vengo a sapere che in realtà il racconto, non è stato concepito come semplice racconto, ma è stato poi ampliato in un romanzo, capostipite di una serie della stessa autrice. 

Il quarto racconto è Provaci ancora, signorina Kiss di Michael Jaffe. E devo dire la verità fin ora questo è quello strutturato meglio e con la migliore trama, la protagonista è Miranda una ragazza speciale, con dei superpoteri, infatti ha un udito molto acuto, una gran forza e velocità e tante altre capacità. Ha una cotta per il vice sceriffo Caleb Reynolds, che però è fidanzato e non si interessa minimamente a lei. Miranda è autista per una ditta di limousine, nonostante abbia solamente 18 anni e sia all'ultimo anno di scuola. Un giorno deve scortare una ragazzina di quattordici anni molto vivace ad un incontro. Carini i dialoghi tra le due ragazze e in generale tutti i dialoghi presenti in questo racconto, che ci fanno entrare perfettamente nei personaggi. La ragazzina si scoprirà avere anch'essa dei poteri, è infatti una Sibilla in grado di predire il futuro, e alcune persone la cercano per ricavarne soldi dalla sua cattura, ma verrà aiutata proprio da Miranda a scappare dai suoi aguzzini e a mettersi in salvo. Miranda in tutto ciò ne ricaverà delle lezioni di vita e si ritroverà a fine racconto più matura e con un ragazzo che gli piace e a cui piace, con cui uscire.  Il miglior racconto dell'antologia, proprio bello.


Il quinto ed ultimo racconto è Ballo infernale di Stephenie Meyer, esso è ambientato ad un ballo di fine anno, infestato da una demone intenzionata a creare scompiglio tra gli studenti. Riuscirà a condizionare tutti, mettendoli l'uno contro l'altro, ad eccezione di Gabe, un ragazzo dall'animo particolare che non può essere toccato dai suoi poteri. La demone sarà attirata da Gabe, spinta dalla necessità di rovinare anche il suo umore, a questo punto però, il suo piano troverà un ostacolo.


In conclusione un'antologia fatta un po' a cavolo, tanto per guadagnarci su due spiccioli, con tutto che il volume in questione costa la bellezza di 17 euro e passa e non è che sia poco, potevano fare di meglio, visto i nomi illustri. I racconti sono carini da leggere, ma se proprio volete un'antologia di racconti, forse meglio comprarne una di più seria. E voi l'avete letta quest'antologia? Cosa ne pensate?

domenica 26 febbraio 2012

Mutaforma

I MUTAFORMA

Un mutaforma è in grado di assumere le sembianze di qualsiasi animale, a seconda della situazione e di ciò che è più conveniente. Mentre tutti basano la loro identità principalmente sul proprio aspetto esteriore, il mutaforma riesce ad avvicinarsi maggiormente al proprio vero io grazie alle sue trasformazioni. Infatti il suo io non è basato sull'aspetto, ma sull'animo, che è l'unico elemento costante. E' la forza interiore di questo animo che permette di cambiare forma a piacimento, restando sempre uguali a se stessi dentro di sé.

Questo tipo di personaggio ha una lunga storia nella letteratura, nella mitologia e nel folklore. In genere si tratta di un essere umano capace di assumere le sembianze di un'altra persona o di un animale. Nella mitologia di diverse culture molte divinità e altre creature soprannaturali sono capaci di assumere le sembianze di animali o di mortali. Inoltre secondo la tradizione dei nativi americani, gli sciamani sarebbero in grado di assumere le sembianze di animali per mezzo del sogno. In un certo senso anche i licantropi e talvolta i vampiri (capaci di trasformarsi in pipistrelli o altri animali) sono considerati dei mutaforma. 

Oggi giorno i mutaforma sono presenti in quasi tutti i generi del fantastico, dalla fantascienza (dove il mutamento deriva dallo sviluppo di una tecnologia, dalla caratteristica di una particolare razza di alieni, o da modificazioni del dna) al fantasy e all'horror. Fra le opere classiche come non citare Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde di Robert Louis Stevenson, dove il protagonista può trasformarsi in un'altra persona dall'opposta personalità. Nella letteratura fantasy invece la capacità di mutare forma è in genere legata all'uso di poteri o arti magiche, quindi abbiamo maghi, streghe, elfi, druidi dotati di questo potere. 

Nell'urban fantasy alcuni esempi in cui i mutaformi sono protagonisti sono:


Firelight, La ribelle, di Sophie Jordan. Primo volume di una trilogia paranormal romance YA, in cui la protagonista è Jacinda, una ragazza-drago. La sua razza discende dai draghi. Sono dei mutaforma che hanno sviluppato la capacità di apparire umani per sfuggire ai cacciatori. Vivono nascosti nelle foreste remote, volando solo di notte, dispiegando le ali quando nessuno può vederli. Sono i draki. Jacinda è il tesoro del suo branco, l’unica capace di soffiare ancora fuoco. Ma dopo aver infranto per l’ennesima volta le regole che proteggono la vita della sua comunità, Jacinda viene esiliata con la madre e la sorella. Sepolta in una anonima cittadina, costretta a mantenere l’aspetto umano con il rischio di dimenticare la sua vera natura, la bellissima draki si ritroverà proprio nella stessa scuola del suo giovane e affascinante cacciatore. È possibile una simile coincidenza? Oppure il cacciatore non è quello che la sua famiglia vorrebbe far credere?


La figlia della luna, di Patricia Briggs. Primo volume di una saga urban fantasy, molto apprezzata e molto venduta, che ruota attorno alla figura, piuttosto originale, di Mercedes Thompson. Una donna meccanico, con sangue nativo-americano, da parte di padre, che si trasforma in un coyote. La protagonista è appunto un coyote mutaforma, ed è stata cresciuta dai lupi mannari. Vive nell'area di Tri-Cities, nello Stato di Washington. Il mondo che la circonda sembra normale, ma nell'era delle tecnologie diventa sempre più difficile per le creature dell'Altromondo restare nascoste. La vita di Mercy sembra tranquilla e simile a quella di tutti gli altri, anche se i suoi amici sono troll, gremlin, vampiri e naturalmente lupi mannari. Quando un ragazzino senzatetto si presenta al suo negozio in cerca di un lavoro, lei pensa subito che si tratti di un giovane mannaro che non ha ancora imparato a controllare i propri poteri. Ma c'è un vampiro molto potente sulle tracce di quel ragazzo, e Mercy decide di chiedere l'aiuto del sexy mannaro dominante Adam; ben presto la situazione precipita, trasformandosi in una vera e propria guerra tra clan di non morti, mentre dal passato di Mercedes riappare un ex fidanzato che non accetta che la loro storia sia finita.

Passioni Puritane di Nathaniel Hawthorne

Passioni Puritane
di Nathaniel Hawthorne
Titolo italiano: Testa di piuma. Leggenda con morale
Titolo originale: Feathertop (1852)
da cui il film: PURITAN PASSIONS (USA, 1923), Guild-Hodkinson
Regia: Frank Tuttle
Interpreti: Glenn Hunter, Mary Astor, Osgood Perkins
3° Racconto che fa parte dell'antologia Al cinema con il mostro (per approfondire sulla raccolta, andare al mio post qui)
Per chi volesse leggere il racconto e in caso anche gli altri, visto la rarità dell'opera, per una consultazione si può andare a questo link:

L
a mia opinione:
Testa di piuma, Leggenda con morale è un racconto di Nathaniel Hawthorne (Salem 1804 - Plymouth 1864, qui però il racconto è stato intitolato Passioni Puritane per essere più facilmente associato all'omonimo film che n'è stato tratto) scrittore statunitense, che visse vicino alla cerchia intellettuale dei trascendentalisti (movimento filosofico e poetico, sviluppatosi nel Nord America nei primi decenni dell'Ottocento, nel quale, partendo dall'affermazione di trascendentale kantiano come unica realtà, si esprimeva una reazione al razionalismo e un'esaltazione dell'individuo nei rapporti con la natura e la società; motivi che in definitiva possono ricondursi all'ideologia romantica, anche se il trascendentalismo si poneva come vigorosa affermazione dell'originalità della cultura americana nei confronti di quella europea). Scrisse diversi romanzi e racconti, ed è considerato uno dei più importanti narratori statunitensi dell'Ottocento (insieme ad Edgar Allan Poe ed altri). Il romanzo che l'ha reso famoso è La lettera scarlatta (ambientato nella metà del Settecento). L'intera sua produzione fantastica e soprannaturale fu raccolta in un unico volume edito nel 1837. 

Per quanto riguarda il film, che venne tratto, e cioè Puritan Passions del 1923 esso oltre al racconto si rifa al dramma teatrale di Broadway The Scarecrow di Percy MacKay, una storia di stregoneria ambientata a Salem. Il film fu diretto dall'abile Frank Tuttle, ed esso satireggiò il fanatismo che aveva circondato la stregoneria nel diciassettesimo secolo. Ma passiamo al racconto, esso ha come protagonista una strega, che un giorno decide di voler costruire uno spaventapasseri per il suo campo di granoturco. Mette cosi insieme vari pezzi di legno, vestiti malconci e infine una testa di zucca. Cosi contenta del risultato finale, decide di dare vita al fantoccio e gli da la propria pipa magica. Lo spaventapasseri ad ogni boccata di tabacco acquista sempre più le fattezze di uomo, il cui nome sarà Pennacchio. La strega inoltre decide di donargli proprietà, soldi e tutto il possibile per essere considerato un personaggio importante nel mondo, infine lo manda a corteggiare la figlia di un pezzo grosso del luogo. I risultati però saranno inaspettati e sorprendenti. 

Anche questo racconto è poco horror per i miei gusti, è più una favola con risvolto morale che un racconto dell'orrore. Però devo dire è il racconto che mi è piaciuto di più finora, il personaggio della strega è molto simpatico e anche il modo di scrivere mi piace. Carino il racconto, divertente e scorrevole e perchè no fa anche riflettere. Ecco dei piccoli estratti dal racconto, che fanno capire meglio il tono canzonatorio e ironico del racconto e quindi il suo senso morale. 

La strega dopo aver costruito lo spaventapasseri decide di dargli vita:
“Quel pupazzo laggiù” pensò Mamma Rigby, ancora con gli occhi puntati sullo
spaventapasseri, “è un’opera troppo delicata per starsene tutta l’estate in un campo di
granoturco a spaventare corvi e merli. È capace di cose migliori. Diamine, ho ballato
con ben di peggio, quando i compagni scarseggiavano ai nostri convegni di streghe
nella foresta! E se gli lasciassi tentare la fortuna tra gli altri uomini di paglia e
individui vuoti che si agitano per il mondo?”
La vecchia strega tirò tre o quattro boccate dalla sua pipa e sorrise.
«Incontrerà dozzine di suoi simili ad ogni angolo di strada!»

E sulla fine inaspettata di Pennacchio, conclude cosi:
«Povero Pennacchio!» continuò. 
«Potrei facilmente dargli un’altra possibilità e rimandarlo indietro domani. 
Ma no, i suoi sentimenti sono troppo delicati, la sua
sensibilità troppo profonda. Si direbbe che abbia troppo buon cuore per muoversi a
proprio vantaggio in un mondo tanto vuoto e privo di cuore. Bene! Bene! Dopo tutto
posso sempre farne uno spaventapasseri. È un’occupazione innocente e utile e si
adatterà bene al mio caro; e se ognuno dei suoi fratelli umani ne avesse una
altrettanto appropriata, sarebbe molto meglio per l’umanità.

sabato 25 febbraio 2012

I pazzi di Edgar Allan Poe

I pazzi
di Edgar Allan Poe
Titolo italiano: Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma
Titolo originale: The System of Doctor Tarr and Professor Fether (1845)
da cui il film: THE LUNATICS (USA, 1912), Edison
Regia: Thomas Edison
Interpreti: sconosciuti
2° Racconto che fa parte dell'antologia Al cinema con il mostro (per approfondire sulla raccolta, andare al mio post qui)
Per chi volesse leggere il racconto e in caso anche gli altri, visto la rarità dell'opera, per una consultazione si può andare a questo link:
http://www.scribd.com/doc/66117059/AA-vv-Al-Cinema-Con-Il-Mostro

La mia opinione: Il secondo racconto dell'antologia Al cinema con il mostro è Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma, qui però intitolato I pazzi (per essere più facilmente riconducibile al film che ne fu tratto) di Edgar Allan Poe, pubblicato per la prima volta nel 1845 su una rivista di Filadelfia. L'autore narra il racconto come episodio da lui personalmente vissuto. Durante un viaggio in Francia meridionale, decide di visitare una Casa di Cura per malati mentali, gestita da privati, di cui ha sentito parlare a Parigi. Il manicomio in questione è situato in un vecchio castello, l'autore viene accompagnato fino alla porta da un suo amico, che conosce il gestore del manicomio il dott. Maillard, ma questi preferisce non entrare e proseguire per la sua strada. 

La casa di cura è famosa per aver adottato il cosiddetto "metodo della dolcezza", cioè assecondare il più possibile le manie dei malati, lasciandoli liberi di girare per il castello e il giardino, ma sempre sotto stretta sorveglianza. E' proprio questo il motivo che spinge l'autore a voler visitare quel luogo, per poter vedere di persona come è stato attuato questo metodo. Ma il dott. Maillard lo informa, che ora le cose sono cambiate e viene usato un altro metodo e cioè appunto "il sistema del dott. Catrame e del prof Piuma". 

Lo invita quindi a pranzo, prima di fargli vedere i pazienti malati, qui viene accolto da una moltidudine di persone, che il dott. afferma essere tutti suoi amici. La situazione è abbastanza strana, tutti vestono con abiti che non sembrano della loro taglia, la banda di suonatori produce solo suoni accozzati, il mangiare è troppo abbondante e con nomi stravaganti. E tutti parlano di vari personaggi che sono stati ospitati dal manicomio. Insomma qualche piccolo sospetto c'è che le cose non siano proprio del tutto normali, anche più di qualche piccolo sospetto, diciamo che la cosa è abbastanza scontata. 

Alla fine si scoprirà che il famoso sistema del dott. Catrame e del prof Piuma non era altro che tenere prigionieri i guardiani per ricoprirli ogni giorno di catrame e di piume da parte dei pazienti malati, che a loro volta sono diventati i guardiani. Un cambiamento di ruoli abbastanza assurdo. 

Il racconto si mi è piaciuto, ma ci sono alcuni punti da precisare: intanto è scontato, fin dall'inizio si capisce benissimo che i veri pazzi sono il dott. e la sua banda di amici; secondo ma c'è veramente gente pazza che crede di essere una teiera o un pezzo di formaggio? non ho grande esperienza di manicomi, ma la cosa mi sembra tanto assurda; terzo non mi sembra un racconto dell'orrore, cioè una storia di pazzi si può associare all'orrore? Anche questo racconto poteva essere omesso, secondo me. Certo non è che voglio sminuire le opere di un genio come Edgar Allan Poe, ma non mi sembra tanto pertinente. 

Passiamo ora invece a parlare del film che è stato tratto da questo racconto, e cioè The Lunatics (USA, 1912) prodotto e diretto da Edison. La Thomas Edison Company (fondata sul finire del '800, in America) comprese subito le potenzialità del genere "fantastico" nel cinema (genere inventato come abbiamo visto da Méliès), inoltre disponeva di buone risorse finanziarie. Furono loro ad aggiudicarsi la prima versione di Frankenstein nel 1910, e a riconoscere il potenziale cinematografico offerto dalle opere di Edgar Allan Poe, uno degli scrittori più usati in questo ambito. Edison scelse quindi uno dei suoi racconti meno noti, Il sistema del dottor Catrame e del professor Piuma, e lo trasformò in un film per metà commedia e per metà horror, col titolo di Lunatics in Power. Ma questo non ebbe il successo sperato, perché univa due generi tra loro troppo diversi. Alcuni anni più tardi un francese, Maurice Tourneur riprese la storia e la trasformò in un vero film horror, con il titolo di The Lunatics

venerdì 24 febbraio 2012

Il diavolo in convento di Francis Oscar Mann

Il diavolo in convento
di Francis Oscar Mann
Titolo originale: The Devil in a Nunnery (1899)
da cui il film: LE DIABLE AU COUVENT (Francia, 1899), Méliès
Regia: Georges Méliès
Interpreti: Georges Méliès
1° Racconto che fa parte dell'antologia Al cinema con il mostro (per approfondire sulla raccolta, andare al mio post qui)
Per chi volesse leggere il racconto e in caso anche gli altri, visto la rarità dell'opera, per una consultazione si può andare a questo link:
http://www.scribd.com/doc/66117059/AA-vv-Al-Cinema-Con-Il-Mostro

La mia opinione: Il primo racconto di Al cinema con il mostro, è Il diavolo in convento di Francis Oscar Mann, il cui autore sinceramente non conosco e anche in internet sembrano poche le notizie su di lui (mi piace approfondire gli argomenti, ma in questo caso non c'è stato proprio verso). Il racconto risente degli anni passati e sinceramente non mi è piaciuto molto, l'antologia secondo il mio parere poteva iniziare con un racconto meno antico. Certo visto il fine dei racconti, e cioè quello di delineare una storia del cinema dell'orrore, non si poteva non incominciare dagli inizi del cinema stesso.

Ma iniziamo col descrivere brevemente la trama del film, che differisce con quella del racconto. Nel chiostro di un convento spunta il diavolo (interpretato dallo stesso regista del film Méliès) che volando (trucco teatrale della corda col gancio), atterra e suona le campane per richiamare le monache. Trasformatosi in sacerdote vestito per la celebrazione accoglie le religiose e inizia la predica. Al mea culpa il diavolo si manifesta per quello che è, terrorizzando le religiose, che fuggono. Dopo aver fatto sparire gli arredi il diavolo fa apparire statue di demoni, e da una botola fa saltare fuori diavoletti e diavoli adulti, finché non fa apparire un enorme testa luciferina, dalla cui bocca escono delle diavolesse.

Il diavolo inizia a suonare e tutte le altre creature gli ballano intorno. Infine si manifesta una donna velata che con l'imposizione della croce li scaccia tutti, tranne il demonio. Per lui appaiono fino a quattro donne con la croce che lo circondano, e poi un gendarme con cui inizia una battaglia. Arriva poi il parroco e due chierichetti, che evocano san Michele Arcangelo, il quale infine lo debella. Il film in questione dura in totale 3 minuti (non so come abbiano fatto a fare tutto ciò in tre minuti) ed è un film in bianco e nero, muto.

Passiamo ora a parlare del regista Georges Méliès (Parigi 1861-1938) è stato un regista e illusionista francese, il secondo padre del cinema (dopo i Fratelli Lumière) che sperimentò numerose novità tecniche e narrative. E' l'inventore dei film di fantasia e dell'orrore e di numerose tecniche cinematografiche, in particolare il montaggio. E' universalmente riconosciuto come il padre degli effetti speciali. Mentre altri pionieri del cinematografo facevano esperimenti con le riprese di avvenimenti reali, egli fu spinto grazie alla sua vivace immaginazione verso il regno della fantasia. Per lavorare si costruì degli studi alla periferia di Parigi e li attrezzò per ottenere ogni genere di effetti speciali. Le sue prime produzioni (chiamate féeries) furono un grande successo e tutti vennero ad ammirare l'opera del "mago dello schermo". Molte delle sue pellicole erano anche a colori, colorate a mano fotogramma per fotogramma. Il diavolo in convento fu uno dei suoi film meno noti, si ispirò appunto al racconto di Francis Oscar Mann (che a sua volta si era ispirato da una leggenda medievale). Alla fine molte delle idee del regista furono plagiate e lui andò in bancarotta, costretto ad abbandonare il mondo del cinema.
Una descrizione più approfondita del regista la potete trovare su Wikipedia al seguente link: Georges Méliès

La trama del racconto invece è un po' diversa, infatti in questo ritroviamo le suore intente a cenare quando un giovane uomo chiede di essere ospitato per la notte, dice di essere un pellegrino e per questo viene accolto benevolmente. Ma la madre superiore naturalmente non può far dormire nel suo convento l'uomo, sarebbe sconveniente, per cui gli offre di poter dormire con i padroni dei loro maiali. Per ringraziare dell'offerta, il giovane, che è anche un menestrello, decide di dedicare una canzone alle suore. Ma la madre superiore lo incinta a suonare solamente un pezzo religioso. In realtà il pezzo che suonerà, sarà capace di incantare tutte le suore presenti, e di farle confessare i loro rimpianti, come quello di non poter essere state madri, o quello di non essersi potute innamorare ecc. Alla fine l'incanto svanisce e le suore cacciano il menestrello, considerandolo il diavolo. Consapevoli però delle loro colpe (che non dipendono dal diavolo) si stabilisce che l'indomani faranno penitenza. Il racconto, molto probabilmente per via del tempo trascorso da quando è stato scritto, non è che metta tutto questo orrore, inoltre sembra più interessato a criticare i costumi, anche se non apertamente, i costumi delle suore dell'epoca. E lo stile è anch'esso datato, certo un diavolo che si diverte a prendere in giro delle suore è il massimo :) Se per caso l'aveste letto o lo leggerete, ditemi che ne pensate. 

Recensione: Al cinema con il mostro

AL CINEMA CON IL MOSTRO

Visto che sono una grande appassionata di film horror, ho deciso di iniziare a leggere questa raccolta di racconti. La particolarità di questa raccolta è che ogni storia è stata usata come ispirazione per qualche film dell'orrore. L'insieme di racconti sono stati scelti da Peter Haining nel 1971. L'introduzione e la postfazione sono curate da due grandi nomi del cinema di genere: Vincent Price e Christopher Lee. E' veramente unica nel suo genere questa raccolta, la prima edizione italiana dell'opera (1981) era divisa in due volumi, raccolti in un cofanetto, mentre una seconda edizione del 1989 (Oscar Horror) è formata da un unico volume in formato tascabile. Il libro è molto raro visto che è stato pubblicato parecchio tempo fa, ma i racconti penso si possono trovare anche in altre raccolte. Di volta in volta commenterò qualche racconto letto e dirò cosa ne penso, e per farlo userò post separati. Per cui ora presento solo l'opera in generale.

Titolo: Al cinema con il mostro
Autore: Peter Haining (il curatore della raccolta)
Editore: Mondadori
Genere: Horror
Scheda su Anobii: qui

Trama: Vampiri assetati di sangue, maghi dai poteri tenebrosi, mostri orripilanti e malefici, belve sanguinarie: sono alcune delle molteplici facce che l'orrore è andato rivelando sugli schermi di tutto il mondo da quando il cinema ha fatto la sua comparsa. Come dimenticare le maschere di Christopher Lee e Boris Karloff, di Bela Lugosi e Vincent Price? Spesso dietro le sceneggiature di questi film stanno racconti famosi, usciti dalle penne dei più importanti scrittori di ogni nazione, dalla fantasia cupa di un Poe, dall'umorismo grottesco di un Gogol, dal lirismo tragico di un Bradbury, o dall'immaginazione tormentata di un Lovecraft. Ve ne offriamo un succoso festival, 18 racconti celebri da cui sono nati altrettanti film di successo. A voi assegnare l'Oscar, guidati da due esperti come Vincent Price e Christopher Lee.

Indice (volume primo): 
p. 15 - Il diavolo in convento di Francis Oscar MANN 
p. 27 - I pazzi di Edgar Allan POE 
p. 51 - Passioni puritate di Nathaniel HAWTHORNE 
p. 74 - Il fantasma dell'Opera di Gaston LEROUX 
p. 148 - Il mago di Somerset MAUGHAM 
p. 164 - Freaks di Tod ROBBINS 
p. 186 - La pericolosa partita di Richard CONNELL 
p. 209 - La figlia di Dracula di Bram STOKER 
p. 225 - L'oro del demonio di Stephen Vincent BENET

Indice (volume secondo): 
p. 9 - La iena di Robert Louis STEVENSON 
p. 32 - Il mistero delle cinque dita di W. F. HARVEY 
p. 63 - Il risveglio del dinosauro di Ray BRADBURY 
p. 75 - L'esperimento del dottor K di George LANGELAAN 
p. 114 - La maschera del demonio di Nikolaj GOGOL' 
p. 161 - Incidente a Owl Creek di Ambrose BIERCE 
p. 174 - La morte dall'occhio di cristallo di Howard Phillips LOVECRAFT 
p. 216 - Il teschio maledetto di Robert BLOCH 
p. 238 - La rossa maschera del terrore di Edgar Allan POE

Note sull'autore: Alexander Peter Haining (2 aprile 1940 - 19 novembre 2007) è stato un giornalista britannico, oltre che scrittore e curatore di antologie. Haining raggiunta la posizione di direttore editoriale presso il giornale per cui lavorava, decide di smettere con il giornalismo e di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno, ciò nei primi anni Settanta. Ha curato un gran numero di antologie, prevalentemente di orrore e di brevi storie di fantasia, ha scritto libri di saggistica, e libri sulla storia del crimine. Negli anni Settanta ha scritto tre romanzi, tra cui The Hero (1973). In due libri controversi Haining sostiene che Sweeney Todd fosse una figura storica reale che compii i suoi crimini intorno al 1800, per essere poi processato nel dicembre 1801 e impiccato nel mese di gennaio 1802. Tuttavia, altri ricercatori cercando di verificare le fonti citate da Haining non hanno trovato niente, questo è uno dei motivi per cui fu parecchio criticato. Forti riserve sono state espresse inoltre circa l'attendibilità di altre sue opere non-fiction. Ha scritto diversi libri su Doctor Who, serial televisivo britannico molto famoso e su Sherlock Holmes visto dalla tv (A Sherlock Holmes Compendium, 1980) e di molti altri personaggi famosi letterari. Ha vinto il British Fantasy Awards Karl Edward Wagner Award nel 2001. 

giovedì 23 febbraio 2012

Ninfe

LE NINFE

Le ninfe (dal greco antico "giovane fanciulla") sono delle creature magiche, derivate dalla mitologia greca, in cui vengono rappresentate come delle divinità minori, della natura o del cielo. Esse infatti rappresentano le forze elementari della natura del luogo a cui sono legate (ad esempio mari, acque dolci, alberi ecc).

Fisicamente hanno due aspetti, uno etereo (forma cosiddetta originale, fatta di energia pura della forza elementare a cui appartiene) e l'altro invece corporeo. Appaiono come attraenti fanciulle, giovani, vergini in età da marito, non invecchiano. Quindi rappresentano una bellezza perfetta, senza difetti fisici, curve al punto giusto e dolci lineamenti. In pratica il sogno di ogni donna, o no?


Anche se sono delle divinità è possibile che si innamorino anche di comuni mortali. Se viene loro privato il luogo a cui sono legate, tipo viene abbattuto l'albero di una ninfa degli alberi, questa morirà con esso. Inoltre se vengono ferite nella forma corporea, ne risentirà anche quella eterea e viceversa. Amano tenere i capelli sempre ben lunghi, amano ogni genere di musica e il canto oltre alla danza.

A volte aiutano l'uomo rendendo la natura fertile, gli amori solidi e duraturi, ispirano gli artisti, guariscono le persone. Sono quindi creature millenarie dalla vastissima saggezza ed esperienza, ma hanno anche dei difetti possono essere infatti arroganti e superbie. Possono sembrare ingenue e delicate, ma in realtà sono scaltre e furbe. Sono esseri né buoni né cattivi, il loro comportamento dipende dai loro interessi. Le ninfe greche con l'avvento dell'impero romano sono state assimilate diventando le divinità delle fontane, sorgenti e fiumi. I rituali d'offerta alle ninfe comprendevano sacrifici di agnelli e capretti, ma in prevalenza queste offerte consistevano in latte, olio, miele, frutta ecc.

mercoledì 22 febbraio 2012

Telefilm Dollhouse

Dollhouse

Dollhouse è una serie televisiva statunitense ideata da Joss Whedon (autore tra l'altro di Buffy l'ammazzavampiri, Angel e Firefly). Negli USA è andata in onda nel 2009 la prima stagione e nel 2010 la seconda stagione sul canale FOX. In Italia la serie è andata in onda su Sky (canale Fox) nel 2010, per poi passare in chiaro su Cielo (digitale terrestre). La serie è stata cancellata visto i bassi ascolti per cui non ci saranno altre stagioni oltre a quelle esistenti, cioè la prima e la seconda, per un totale di 26 episodi.

La protagonista della serie è Echo (interpretata da Eliza Dushku) una giovane donna, appartenente ad un gruppo di persone, chiamati "attivi" o "doll". Le doll vengono tenute in un ambiente segreto, controllate dalla misteriosa organizzazione Dollhouse, e sono tutti giovani di ambo i sessi, fisicamente attraenti ed atletici. Essi si sono sottoposti ad un procedimento di totale cancellazione dei ricordi delle loro vite. Per cui la loro personalità è neutra, quasi del tutto assente. La macchina che gli ha cancellato i ricordi, permette anche di imprimerne degli altri, affidando ad ognuno nuove identità a seconda delle esigenze. Ricchi clienti infatti pagano per richiedere una doll, che svolge per loro le mansioni più disparate.


Ogni volta che una doll entra in azione viene seguita da un "guardiano", un agente speciale incaricato dalla Dollhouse per sorvegliare le missioni in modo che tutto proceda secondo i piani. La storia di Echo quindi si mescola a quella di altri giovani attivi. A capo della Dollhouse abbiamo la signora De Witt (interpretata da Olivia Williams), mentre l'ambito scientifico è affidato a Topher (interpretato da Fran Kranz), giovane genio senza scrupoli. In parallelo si sviluppano le indagini di Paul Ballard (interpretato da Tahmoh Penikett), agente dell'F.B.I. che ha personali ragioni di rancore verso questa inafferrabile associazione, e sembra conoscere qualcosa del passato "rimosso" di Echo, dalla cui cattura Ballard sembra ossessionato, al punto da non esitare nel compromettere la propria carriera di agente federale.

Nel corso delle sue avventure, Echo pare progressivamente recuperare frammenti sempre più importanti del suo passato. Inoltre in passato un altro attivo si è ribellato all'associazione e cioè Alpha (interpretato da Alan Tudyk), che è riuscito a fuggire (uccidendo molti dei suoi compagni, ma risparmiando Echo) e ora cerca di compromettere le attività del gruppo.

La serie è molto carina e la protagonista mi piace molto, poi il mistero legato al suo passato si fa sempre più interessante. Per cui mi sento di consigliarla come serie, certo non è tra le mie "preferite" ma almeno è guardabile, molto meglio rispetto ad altre (tipo Warehouse 13). Ma comunque da guardare quando non si ha di meglio da fare o non si ha altro da guardare. Certo la tematica è interessante, sarebbe bello potersi imprimere ricordi ed esperienze con una semplice macchina, diventare dottori, avvocati cosi in un click o essere capace di usare armi o super geni del computer ecc. La parte negativa di tutto ciò è che per poterlo fare nella serie si perdono tutti i ricordi della propria vita, non ci si può innamorare, avere una esistenza normale, purtroppo c'è sempre il rovescio della medaglia in ogni cosa. 

Telefilm Warehouse 13

Warehouse 13

Warehouse 13 è una serie televisiva con elementi soprannaturali e fantascientifici. La serie è andata in onda negli USA nel canale Syfy, registrando ottimi ascolti. Per cui è stata rinnovata e per ora si compone di tre stagioni, per un totale di 38 episodi. Una quarta stagione andrà in onda nell'estate del 2012. In Italia è stata trasmessa sul canale a pagamento Steel, di Mediaset Premium nel 2011 e poi in chiaro su Rai 4.

I protagonisti sono due agenti dei servizi segreti Myka Bering (interpretata da Joanne Kelly) e Peter Lattimer (interpretato da Eddie McClintock), che vengono trasferiti presso una sede governativa misteriosa, la cui esistenza è nascosta, dal nome appunto Warehouse 13. La Warehouse 13 è un particolare magazzino dove vengono custoditi, inscatolati e catalogati, tutti gli oggetti con poteri soprannaturali, chiamati artefatti. Gli artefatti sono molto pericolosi per il mondo, per questo bisogna rintracciarli e immagazzinarli.


Il magazzino 13 fu costruito nel 1914 da Thomas Edison, Nikola Tesla e Maurits Cornelis Escher e si trova in South Dakota, negli Stati Uniti. Ma come ci suggerisce il nome, ci sono stati altri 12 precedenti magazzini, ospitati in varie parti del mondo. Infatti secondo la serie il magazzino è stato trasferito nel corso della storia dell'uomo, nel paese più potente del periodo storico in corso.

Ad amministrare questo strambo magazzino è un ancora più strambo personaggio Arthur "Artie" Nielsen (interpretato da Saul Rubinek), con la sua assistente Leena (interpretata da Genelle Williams). Al di sopra di loro vi sono i reggenti, un'organizzazione segreta che si occupa di preservare la sicurezza del magazzino. Oltre a recuperare gli artefatti, durante la prima stagione la squadra del magazzino sarà costretta ad affrontare anche un nemico che riesce a rubare dal magazzino degli artefatti per usarli a scopo personale: MacPherson, che in passato era stato un collega di Artie.


Gli artefatti nella maggior parte dei casi sono legati alle più grandi figure storiche, come lo "specchio di Alice" costruito da Lewis Carroll o la "penna di Edgar Allan Poe", e l'unico modo per neutralizzarli consiste nell'immergerli in una particolare e misteriosa sostanza gelatinosa prodotta dalla Global Dynamics o in uno speciale sacchetto.

Purtroppo i presupposti c'erano tutti per fare un buon prodotto, ma a me sinceramente non ha convinto. I protagonisti li ho trovati di una noia mortale, come anche il magazzino. Mi sono fermata nella visione delle puntate proprio perché non mi è piaciuto, quindi non so se andando avanti si faccia più interessante o più emozionante. Certo che le serie che non mi piacciono fanno diecimila stagioni, e di quelle che mi piacciono finiscono in genere alla prima stagione. Ma questa è una cosa ormai scontata. Comunque non ne sconsiglio completamente la visione, magari a qualcun altro può piacere. Fatemi sapere i vostri pareri, se vi va. 

martedì 21 febbraio 2012

Gerarchia dei Demoni

I VARI TIPI DI DEMONI

Esistono varie tipi di classificazione poiché i demoni sono presenti nella mitologia cristiana, ebraica, pagana, musulmana, indiana, turca, cinese e giapponese. Durante il Medioevo e il primo rinascimento, per il rinnovato interesse verso le arti magiche e lo sviluppo di una stregoneria tutta europea, fu necessario tracciare dei sistemi di gerarchie più organizzate, che delineassero l'esatta posizione e caratteristica di ogni immaginabile demone. La lista più famosa è quella fornita dal medico e mago inglese Johann Weyer nel suo "Pseudomonarchia daemonum" (1563), secondo cui i demoni erano 7.409.127, comandati da settantanove principi e specificando l'aspetto e il carattere di ciascun demone.

All'inizio del 1800 l'inglese Francis Barrett pubblicò un libro intitolato Il mago, nel quale propose la seguente classificazione ottenuta dividendo tutti gli spiriti maligni in nove gradi:- i falsi dei o demoni che vogliono essere adorati;
- demoni che ingannano l'uomo con divinazioni e predizioni;
- vasi di collera, inventori di cose malvagie;
- vendicatori del male:
- ingannatori;
- potenti dell'aria
- furie;
- accusatori o inquisitori
- templari o seduttori.

Nella schiera di demoni la distinzione fondamentale è quella tra "incubi" (dal latino incumbere, giacere sopra) e "succubi" (dal latino succumbere, giacere sotto). I primi erano considerati di genere maschile e si pensava che visitassero le donne durante il sonno e si posizionassero sopra esse inducendole al peccato di lussuria; esisteva però un altro genere di demoni incubi (identificati in forma di folletti o piccoli mostri) che si pensava si sedesse sul petto degli uomini impedendo loro la respirazione (spiegazione delle apnee notturne). Per quanto riguarda i demoni succubi, questi avevano aspetto femminile e visitavano il sonno degli uomini anche qui per indurli al peccato di lussuria con essi. 

Secondo diverse tradizioni e leggende, la morte di un demone può avvenire in diversi modi: 1) Trapassandolo con una spada con l'elsa a forma di croce e bagnata con acqua santa. 2) Attirandolo su terra consacrata (verrebbe incenerito all'istante). 3) Espondendolo alla luce proveniente da una croce. 4) I proiettili benedetti da un santo riuscirebbero a ucciderlo (se colpito da proiettili "normali" ritornerebbe in vita). 5) Durante lo scontro con un demone di più alto grado nella gerarchia infernale, o, ancora, durante il combattimento con un demone appartenente ad un elemento contrario (esempio: "demone di fuoco" vs. "demone d'acqua"). 6) Colpendolo con oggetti provenienti da una chiesa.

Secondo invece la Cabala esistono sei categorie di demoni:
Demoni del Fuoco: abitano le regioni più lontane degli Inferi.
Demoni dell’Aria: dimorano e volano intorno agli uomini.
Demoni della Terra: essi si mescolano agli uomini con il compito di tentarli e ammaliarli.
Demoni dell’Acqua: vivono negli oceani, nei mari e nei fiumi provocando burrasche e naufragi.
Demoni Sotterranei: si celano nei pozzi e sono la causa di terremoti e delle eruzioni vulcaniche
Demoni delle Tenebre: devono il loro nome al fatto che vivono lontani dal sole.

La Cabala divide queste categorie di demoni in 10 gruppi, ciascuna comandata da un demonio particolare:
THAMIEL/THAUMIEL: i bicefali. Spiriti in rivolta dominati da Satana e Moloch.
CHAIGIDEL: Spiriti di menzogna guidati da Belzebù.
SATARIEL: i velatori. Spiriti della falsità, retti da Lucifero.
GAMCHICOLH/GAMCHICOTH: i Perturbatori di anime. Spiriti impuri governati da Astaroth.
GALB/GOLACHAB: gli Incendiari. Spiriti della collera dominati da Asmodeo.
TAGARIRIM/THAGIRION: i litigiosi. Sono gli Spiriti della discordia guidati da Belphegor.
HARAB SERAPHEL: i corvi della morte. Spiriti ribelli governati da Baal.
SAMAEL: i battaglieri. Spiriti della ferocia guidati da Adramelech.
IAMALIEL/GAMALIEL: gli Osceni. Spiriti capeggiati da Lilith.
RESHAIM/NEHEMOTH: i malvagi. Spiriti crudeli governati da Nahenia.

E voi come per gli Angeli, avete letto qualche romanzo in cui sono protagonisti i demoni? come vi sembrano come personaggi possibili negli urban fantasy? dovrebbero essere per forza tutti malvagi? Secondo me il libero arbitrio anche loro dovrebbero avercelo, come per gli Angeli, e non per forza uno deve comportarsi secondo la propria natura. Per cui demoni buoni e Angeli cattivi non sarebbe male.

Gerarchia degli Angeli

I TIPI DI ANGELI

Gli Angeli vengono organizzati in diversi ordini, in particolare in tre gerarchie:

I GERARCHIA: Serafini, Cherubini, Troni (o Ophanim)
II GERARCHIA: Dominazioni, Virtù, Potestà
III GERARCHIA: Principati, Arcangeli, Angeli

oppure un'altra suddivisione è:
I GERARCHIA: Serafini, Cherubini, Arcangeli
II GERARCHIA: Dominazioni, Virtù, Principati, Autorità, Potestà, Troni
III GERARCHIA: Angeli

Passiamo alla descrizione di questi tipi di Angeli.

SERAFINI: E' il più alto ordine di Angeli e hanno il ruolo di guardiani del trono di Dio. Emanano una luce cosi potente e brillante che nessuno, se non occhi divini, possa guardarli. Sono Angeli dalle sei ali. Il diavolo, che è un angelo decaduto, in precedenza era un serafino. (Satana però ha dodici ali)

CHERUBINI: Sono guardini della luce e delle stelle. Hanno quattro ali e quattro facce, una umana, una di cherubino, una di leone e una di aquila. Sono dediti alla protezione e a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Hanno il dono della saggezza.

TRONI O OPHANIM: Hanno una forma mutevole e infiniti colori. Sono a pari uguaglianza di autorità e di potere con i Potestà. Tuttavia loro sono politicamente, militarmente ed economicamente orientati verso il genere umano e il mondo. Sono molto alti e non hanno vili inclinazioni.

DOMINAZIONI: Detti anche Hashmallim, il loro scopo è quello di regolare i compiti degli altri Angeli inferiori. Ricevono i loro ordini dai Serafini o Cherubini. Inoltre devono assicurarsi che il Cosmo sia sempre in ordine. Raramente assumono forma fisica per mostrarsi ai mortali. Essi compongono l'esercito dell'Apocalisse. Hanno la capacità di dominare, da loro dipende l'ordine universale.

POTESTÀ: Sono fatti di molti colori e hanno la consistenza di vapore nebbioso. Sono gli elementi portanti della coscienza e i custodi della storia. Gli Angeli della nascita e della morte sono Potestà. Si interessano di filosofia, teologia, religione, ideologia. Sono al pari grado con Dominazioni e Virtù. Inoltre controllano le scelte degli uomini.

POTENZE E AUTORITÀ: Sono Angeli che sviluppano le ideologie e scrivono documenti e dottrine.

VIRTÙ: Sono uguali ai Principati, il loro dovere è quello di osservare i gruppi di persone. La loro forma è simile a lampi di luce. Essi ispirano nell'umanità molte cose, come l'arte e la scienza, il coraggio e l'intrepidità.

PRINCIPATI: Anch'essi sono simili a raggi di luce. Sono i guardiani delle nazioni e delle contee. Si interessano di politica, commercio, scambio, militari. Sono loro a scegliere chi tra l'umanità può dominare.

ARCANGELI: Sono i più grandi consiglieri e amministratori inviati dal cielo, molto importanti per l'uomo. Anche se possono sembrare di un rango elevato, in realtà rappresentano l'ordine più basso. Tra gli arcangeli famosi abbiamo Michele, Raffaele, Gabriele, Uriel. Vengono in ogni caso prima degli Angeli comuni.

ANGELI: Sovraintendono a tutte le occupazioni degli uomini. Sono quelli più vicini all'uomo. Inviati spesso come messaggeri agli uomini.

E voi quale Angelo preferite nei romanzi? ve n'è qualcuno che vi è rimasto nel cuore?

3°Capitolo: RISVEGLIO

CAPITOLO
RISVEGLIO


   Finalmente i miei occhi si spalancarono, ma quello che videro non fu quello che mi sarei aspettata. Non stavo più in piedi nella cucina di casa mia, col bicchiere di acqua in mano, terrorizzata davanti a uno strano uomo che mi parlava dicendo cose senza senso. Mi trovavo invece distesa su di un lettino, con indosso un camice ospedaliero, al polso attaccate varie flebo, ero chiaramente in ospedale. Ma in un certo senso fui rassicurata da questa cosa, pensai di aver sbattuto forte la testa per immaginarmi tutte quelle assurdità.
   All'improvviso dalla porta della mia stanza entrò un dottore, abbastanza giovane dall'aspetto piacente, non troppo alto, ma con le spalle larghe e una muscolatura rifinita visibile anche da sopra il camice bianco, che disse «Bene Signorina Mikaela sono contento che si sia finalmente risvegliata. Forse in questo momento si sentirà al quanto disorientata, ma cercherò di spiegarle perché si trova in un letto di ospedale. Vede ha avuto un incidente con la sua auto. Purtroppo ha tamponato violentemente un'altra vettura che sopragiungeva dalla corsia opposta, forse un colpo di sonno involontario. Per fortuna l'altro conducente non si è fatto nulla. Non si sforzi troppo cercando di ricordare cosa sia avvenuto precisamente, in questi casi il trauma dell'incidente ha potuto rimuovere i ricordi dell'avvenimento. Era in gravi condizioni quando l'ambulanza l'ha portata immediatamente qui al pronto soccorso, aveva perso molto sangue, ma per fortuna siamo riusciti a fermare l'emorragia e ad operarla. E dopo alcuni giorni, ecco che finalmente si è risvegliata.»
   Cercai di concentrarmi per ricordare l'accaduto, ma non vi riuscii «Si effettivamente ho un vuoto di memoria per quanto riguarda l'incidente, e stranamente mentre dormivo ho fatto strani sogni. Grazie per quello che ha fatto per me dottore, le sono grata di avermi salvato la vita. Posso sapere il suo nome, visto che lei già conosce il mio.» Il medico mi rispose molto cortesemente, la cui cosa me lo rendeva ancora più affascinante «Certamente, mi chiamo Carl, ed è un piacere per me fare la sua conoscenza Mikaela. Oh bene le ho strappato un sorriso, il primo dal suo risveglio. Si starà forse chiedendo come mai so il suo nome, sul luogo dell'incidente, nella sua auto è stata ritrovata la sua borsetta con la sua carta di identità. Deve però sapere che la sua guarigione non è tutta merito mio, non sono un tipo particolarmente religioso, ma le sue condizioni erano veramente pessime per giunta è anche andata in arresto cardiaco. Si ritenga per ciò molto fortunata per essere ancora qui con noi in questo mondo. Qualcuno lassù voleva che lei vivesse, le mie mani hanno solo fatto il resto. Ora pensi solamente a riposare e a riprendersi, al resto ci pensiamo noi.»
   Feci un cenno di assenso col capo sorridendogli, mentre il dott. Carl senza proferire altre parole iniziò a controllare le mie funzioni vitali sul monitor del computer posto accanto al letto. Dopo di che si apprestò ad annotare qualcosa sulla mia cartella clinica ai piedi del mio letto. Mentre l'uomo faceva ciò, pensai alla mia auto, oh merda ero rovinata. Senza macchina e con un'assicurazione ora altissima da pagare per via dell'incidente, come sarei potuta più andare a lavorare? Assorta nei miei pensieri, non mi accorsi dell'uscita di Carl dalla mia stanza, non senza prima avermi salutata amichevolmente.
   Un altro pensiero mi tornò in mente, l'uomo della mia visione, che mi aveva spaventata nella mia cucina, ora che non mi incuteva più paura dovevo ammettere di aver immaginato proprio un bell'uomo. Ma era stato solo un sogno per fortuna, uno stupidissimo sogno, niente di più.
   Il dottore non aveva menzionato nulla sul fatto che non potessi alzarmi, avevo proprio bisogno di andare un attimo in bagno per darmi una rinfrescata al mio viso. Staccai momentaneamente i fili che mi collegano al monitor controllato poco prima dal medico. Pian piano mi misi seduta sul letto, nell'alzarmi la testa iniziò a girarmi vorticosamente, non era facile dopo essere stati per tanto tempo a letto. Inoltre il mio corpo era ancora abbastanza provato dall'incidente, per fortuna poco dopo il giramento di testa si attenuò. Misi il primo piede nudo sul pavimento freddo, mi alzai in piedi barcollai un po', il bagno era poco distante dal letto, mi tenei stretta al palo porta flebo e con esso mi dirigei nella sua direzione. Il bagno era piccolo senza nessuna finestra o fessura, accendo la luce per vedere meglio il luogo in cui mi trovavo, era abbastanza pulito non mi potei lamentare. Davanti al lavello aprii il rubinetto dell'acqua fredda, questa iniziò a sgorgare velocemente mentre le mie mani a conca cercavano di prenderne il più possibile.
   Avvicinai le mani con l'acqua al viso abbassato verso il lavello, un senso di freschezza mi attraversò i pori della pelle. Velocemente ritirai il volto in alto e mi guardai allo specchio, certo che avevo proprio una brutta cera. Ero pallidissima, ma non mi importava l'importante che fossi ancora viva. Mentre ero intenta a specchiarmi, sentii uno strano prurito al braccio sinistro, feci per alzare un po' la manica per vedere di cosa si trattasse e scoprii una strana voglia. Peccato che non avevo mai avuto voglie in quel punto. Non era solo una voglia, ma qualcosa di più, uno strano simbolo, apparentemente sembrava avere la forma di una stella a sei punte. Paradossalmente si trovava nello stesso punto in cui quel tizio del mio sogno vi aveva posto il palmo della sua mano. Ma non era possibile, quello era solo un sogno dovevo essermi procurata questa cicatrice a causa dell'incidente in qualche modo, questa era l'unica possibilità concreta e reale. Lo ripetei nella mia mente per convincermene.
   Mi rimisi a letto, sarebbe stato meglio non pensare a niente e concentrarmi sulla mia guarigione una bella dormita non avrebbe potuto che farmi bene. Quando riaprii gli occhi dal mio sonnellino notai un giornale posto ai piedi del mio letto, con un bigliettino sopra:
  • Ho pensato che ti annoiassi, forse avevi voglia di leggere un po' cosi ti ho portato questo giornale, non volevo svegliarti mentre dormivi. Ciao Carl
   Un semplice gesto carino o qualcosa di più? In quel momento avevo altro di cui preoccuparmi. Presi in mano il quotidiano e iniziai a sfogliarlo. In prima pagina le solite notizie: un poliziotto aveva ucciso sua moglie perché voleva lasciarlo e portargli via i figli. Ormai queste notizie si susseguivano in continuazione: mariti che facevano fuori le mogli e l'inverso o figli che se la prendevano con i genitori e viceversa, sembrava che il mondo stesse andando sempre più a rotoli o forse era solo una mia impressione. All'interno del giornale oltre alle notizie più importanti notai un piccolo articoletto che riportava di un incidente avvenuto in città, in una superstrada poco fuori dalla zona abitata:
  • Lo scontro ha coinvolto due auto, sembra che il conducente della prima auto, una donna di nome M.D., che ritornava dal lavoro al pub poco distante, abbia avuto un colpo di sonno andando a scontrarsi con la macchina che proveniva dalla corsia opposta. L'uomo al volante della seconda auto, F.G., sembra non aver riportato nessuna lesione fisica, a parte l'auto distrutta nello scontro. A riportare la peggio è stata la donna che al momento si trova ricoverata all'ospedale San Raphael, nel reparto di cure intensive.
   L'articolo parlava chiaramente di me, una donna di nome M.D. Mikaela Dennis. Portavo lo stesso cognome della suora che mi trovò quella notte all'orfanotrofio quando mia madre mi abbandonò, io ne andavo fiera perché era stata la mia salvatrice. Le informazioni che dava l'articolo erano chiare, la strada era quella che facevo ogni notte per tornare a casa dal lavoro. Oh no ora che ci pensavo, come stavo leggendo io quelle righe, molto probabilmente l'avrebbero lette anche il mio datore di lavoro, le mie colleghe e Ralf il barista, si sarebbero tutti preoccupando per me. E dire che Anna mi aveva avvertita di fare attenzione e anche Ralf si era offerto di riaccompagnarmi a casa, ma io stupidamente avevo rifiutato. Ora me l'avrebbe rinfacciato per tutta la vita, oltre al fatto che sarebbe stato mille volte più protettivo nei miei confronti di quanto non lo fosse già. Avrei dovuto sopportare tutto questo senza lamentarmi, malgrado tutto mi ero affezionata a quelle persone, forse gli volevo bene in un certo senso, anche se non ero brava con le emozioni. Non mi ero mai innamorata, ne tanto meno avevo avuto degli amici fissi con cui frequentarmi, ero sempre stata uno spirito libero.
   Dovevo cercare un telefono qui in ospedale e fare una chiamata per avvertirli che andava tutto bene, ero ancora viva e vegeta ma non sarei andata a lavorare per un po'. Forse mi sarei presa una settimana di malattia, dopotutto me lo meritavo dopo essere quasi morta. Cosi decisi di alzarmi per andare verso il corridoio, arrivata davanti alla porta socchiusa sentii un tizio parlare con l'infermiera della reception di quel piano, sembrava avere un tono di voce agitato. «Salve cerco una vostra paziente ricoverata in questo piano, mi chiamo Donald Dennis, sono il fratello di Mikaela Dennis e vorrei vederla. Ho saputo dal giornale dell'incidente, immagino che lei non abbia ancora avuto tempo di contattarmi telefonicamente, cosi ho deciso di venire qua di presenza per accertarmi delle sue condizioni di salute. Può dirmi in che stanza si trova?»
«Certamente signor Donald Dennis, un attimo che controllo nel registro dei ricoveri e gli dico in che stanza si trova sua sorella.»
   Cavolo cosa voleva questo tizio da me? Io non avevo fratelli questo era sicuro, ne tanto meno uno che si chiamasse Donald. Non so cosa voleva, ma non sarei stata certo qua ad aspettare di scoprirlo, poteva benissimo essere qualcuno che aveva qualche conto in sospeso col locale in cui lavoravo. Ritornai velocemente verso il mio letto, mettendo i cuscini sotto le coperte in modo da sembrare che stessi ancora dormendo. Furtivamente uscii fuori dalla mia stanza verso quella di fronte, mentre il tizio alla reception stava ancora discutendo con l'infermiera. Non ci sarebbe voluto molto perché l'uomo si accorgesse del tranello e mi cercasse per tutto l'ospedale. Nella stanza in cui mi trovavo adesso la degente doveva essere andata a fare una passeggiata perché al momento si trovava vuota, sul letto varie riviste e una vestaglia. Dovevo riflettere velocemente su cosa fare, non potevo andarmene da qua vestita col camice dell'ospedale. Aprii l'anta dell'armadio posta di fronte al letto nella stanza, per fortuna trovai dei vestiti, non erano della mia taglia ma mi sarebbero andati comunque bene.
   Iniziai ad indossare vorticosamente un paio di jeans un po' stretti e una maglia particolarmente lunga, dopo di che presi una giacca a vento e la misi su. Sul comodino notai un paio di occhiali da sole, li presi in mano e li indossai poco dopo, mi sarebbero stati utili per non essere notata dagli infermieri. L'unico modo per uscire di li era passare proprio dalla reception per dirigersi verso le scale e scendere al piano terra, questo voleva dire che sarei dovuta passare davanti all'infermiera e forse anche al tizio senza dare nell'occhio. Uscii dalla stanza facendo finta di nulla e mi incamminai nel lungo corridoio, gli occhiali oscurati mi permettevano di guardarmi in giro senza che nessuno se ne accorgesse. Mi passò accanto in direzione opposta un'altra paziente ricoverata, questa mi superò ed entrò nella sua stanza.
   Riuscii a proseguire e a svoltare l'angolo verso le scale, con la coda dell'occhio notai l'uomo che salutava l'infermiera e si dirigeva verso la mia camera. Dovevo muovermi, scesi velocemente le scale nel farlo sentii un urlo e una imprecazione provenire dal piano dove mi trovavo poco fa. «Dannazione, porca puttana è scappata.» sentii dire all'uomo che si spacciava per mio fratello.
   Ero fuori l'Ospedale San Raphael mi nascosi dietro un'aiuola poco distante dal portone di entrata, prima di andare sarebbe stato meglio osservare cosa succedeva. Dovevo capire perché quell'uomo stava cercando proprio me, notai altri due uomini fisicamente molto massicci quasi da sembrare dei buttafuori di qualche discoteca. A questi due tizi si unì, correndo velocemente verso di loro, il primo uomo. Si guardarono intorno, ma non videro nessuno. Si scambiarono allora qualche parola, dopo di che si diressero verso la loro auto, una macchina nera con i finestrini oscurati. Se ne andarono misteriosamente cosi come erano arrivati.

di Angela Visalli
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...