Autore: Emma Romero
Pagine: 270
Prezzo: € 14,90 (cartaceo) € 6,99 (ebook)
Editore: Mondadori (collana Chrysalide)
Genere: Dispotico
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Trama: Il ritardo è negligenza. La negligenza è disordine. Il disordine è il seme della perdizione. Maite è tra le operaie più efficienti nella fabbrica in cui lavora. In fondo non ha scelta: se commettesse un'infrazione sarebbe punita con la morte. Maite coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono riservate a una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati a una vita di obblighi e privazioni. L'unica fonte di svago è la Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può desiderare di fuggire... Un romanzo italiano dal sapore internazionale che dipinge con lucida spietatezza uno scenario più vicino di quanto possiamo immaginare.
Note sull'autore: Emma Romero è uno pseudonimo nato dalla passione per i romanzi di Philip K. Dick e i film dell'orrore. Dopo aver tentato inutilmente di diventare musicista professionista, Emma ha appeso la chitarra al chiodo e ha iniziato a scrivere questo libro, che è il suo primo romanzo. Vive e lavora in Italia, a Milano.
La mia opinione:
Ho iniziato a leggere Garden, Il giardino alla fine del mondo per la voglia di leggere "altro" di genere dispotico e mi ha fatto passare proprio la voglia di leggere "altro". Sono sicura che non siano tutti su questa scia, ma il romanzo in questione mi ha proprio annoiato e ho fatto fatica a finirlo, malgrado non siano tante pagine (appena iniziato ho pensato "questo lo finisco in un giorno", le ultime parole famose xD ci ho messo una vita perché non riuscivo a farmi prendere dalla lettura). Ho voluto dargli una possibilità, l'inizio non prometteva bene per via della sviolinata della frase "un romanzo italiano dal sapore internazionale". Ora dico io: ma lasciate decidere al lettore, sono pretenzione queste frasi poste all'inizio di un romanzo. Poi a fine lettura, dopo tutto il mio impegno per finirlo e non lasciarlo a metà leggo i ringraziamenti, cavolo ringrazia cani e porci e non ringrazia i lettori che sono arrivati fino a lì? Questa cosa proprio non la sopporto, uno scrittore senza lettori non è niente. Sono sempre più delusa dagli autori italiani, cercano di copiare la letteratura d'oltreoceano ma lo fanno veramente male, se non malissimo. Nel caso di Garden la scrittura quanto meno si salva, abbiamo una prima persona discreta, uno stile che si lascia leggere, abbastanza scorevole e non pesante. Però... però la protagonista è insopportabile, gli altri personaggi sono quasi invisibili, e la trama sa troppo di già letto, di già visto. Certo qualcosa di originale c'è, tipo l'ambientazione tutta italiana, ma è poca cosa rispetto al resto. Poi sa di opera in qualche modo non completa, forse anche per via della sua brevità, forse ci sarà un seguito (visto il finale lasciato aperto) su questo non ci metterei la mano sul fuoco (non credo abbia riscosso un successo tale da farne immediatalmente pubblicare il seguito).