E' incredibile come l'autore riesca a cogliere i crimini che si perpetrano in questo periodo di accondiscendenza giudiziale. E la fine è un incredibile analisi della psiche umana, quella che rovescia le situazioni,quella che fa si che la vittima diventi colpevole,che la vittima si "senta" colpevole anche di ciò che non ha commesso. Come quando un povero bimbo maltrattato ritiene di essere colpevole di aver provocato l'ira del suo aguzzino.
Sempre interessante, dal punto di vista psicologico e sociale, il tema del 'conflitto'. A partire da quello esterno e palpabile, come possono essere le situazioni di violenza e ingiustizia descritte, per finire al dramma psicologico, interno, che vede oscillare pulsioni di natura diversa, e spesso contrastanti tra loro, in una lotta violenta ed invisibile. La rabbia per l'ingiustizia ed il senso di colpa che segue alla violenza esercitata sui carnefici sono un perfetto esempio di questo eterno conflitto che precede le più disparate azioni umane, e per le quali non esiste un tribunale che possa sancirne le colpe. Perché ciò che avviene dentro non appartiene né alla sfera del bene, né alla sfera del male. Ma è solo un punto di vista.
Un racconto diverso.. che va oltre l'apparenza... e che ci porta anche al retroscena della psiche dei personaggi... una cosa davvero ben riuscita... ma anche il mio... è un punto di vista...
Complimenti, Luigi. Il racconto è scritto con profonda sensibilità. Sete di vendetta per un crimine subito, una giustizia che compia il suo dovere, finalmente? Difficile scegliere davanti a tanto dolore... così difficile che spesso la vittima si sente addirittura colpevole davanti a tanta arroganza. Molto bello, davvero.
Luigi, mi hai fatto venire i lacrimoni agli occhi, che dire, è bellissimo questo racconto. Davvero, non ho parole per descriverti le emozioni che mi ha donato questo breve brano...
E' incredibile come l'autore riesca a cogliere i crimini che si perpetrano in questo periodo di accondiscendenza giudiziale. E la fine è un incredibile analisi della psiche umana, quella che rovescia le situazioni,quella che fa si che la vittima diventi colpevole,che la vittima si "senta" colpevole anche di ciò che non ha commesso. Come quando un povero bimbo maltrattato ritiene di essere colpevole di aver provocato l'ira del suo aguzzino.
RispondiEliminaSempre interessante, dal punto di vista psicologico e sociale, il tema del 'conflitto'. A partire da quello esterno e palpabile, come possono essere le situazioni di violenza e ingiustizia descritte, per finire al dramma psicologico, interno, che vede oscillare pulsioni di natura diversa, e spesso contrastanti tra loro, in una lotta violenta ed invisibile. La rabbia per l'ingiustizia ed il senso di colpa che segue alla violenza esercitata sui carnefici sono un perfetto esempio di questo eterno conflitto che precede le più disparate azioni umane, e per le quali non esiste un tribunale che possa sancirne le colpe. Perché ciò che avviene dentro non appartiene né alla sfera del bene, né alla sfera del male. Ma è solo un punto di vista.
RispondiEliminaUn racconto diverso.. che va oltre l'apparenza... e che ci porta anche al retroscena della psiche dei personaggi... una cosa davvero ben riuscita... ma anche il mio... è un punto di vista...
RispondiEliminagrazie, troppo buoni
RispondiEliminaComplimenti, Luigi. Il racconto è scritto con profonda sensibilità. Sete di vendetta per un crimine subito, una giustizia che compia il suo dovere, finalmente? Difficile scegliere davanti a tanto dolore... così difficile che spesso la vittima si sente addirittura colpevole davanti a tanta arroganza. Molto bello, davvero.
RispondiEliminaLuigi, mi hai fatto venire i lacrimoni agli occhi, che dire, è bellissimo questo racconto. Davvero, non ho parole per descriverti le emozioni che mi ha donato questo breve brano...
RispondiEliminagrazie mille, troppo buono
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