martedì 19 febbraio 2013

RECENSIONE: Albion

Titolo: Albion
Autore: Bianca Marconero
Pagine: 400 p.
Prezzo: € 14,90 cartaceo (diponibile a breve la versione e-book in pdf, Mobi, Kindle, e-Pub)
Editore: Limited Edition Books (Collana Young & Fantasy)
Genere: narrativa fantastica per ragazzi
Scheda su Anobii: non presente al momento

Trama: Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore – morto in circostanze misteriose –, nel giorno del funerale dell’amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento di iscriversi all’Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia. Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell’amicizia e capirà che l’amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio. Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell’eco di un amore indimenticabile si
ridestano legami immortali, scrittinel sangue. Fino all’epilogo, tra le mura di un’antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è leggenda.

Note sull'autore: Bianca Marconero, laureata in Lettere con lode, presentando una tesi su un poema cavalleresco in ottave, dal 2008 lavora come redattrice di riviste per teenagers, legate a popolari brand (Hello Kitty Magazine, Flor speciale come te, Paciocchini), pubblicate da GP Publishing, divisione editoriale di Giochi Preziosi. Nel 2012 ha ideato e scritto i testi di una serie di libri per la prima infanzia, editi da RTI Mediaset.
La mia opinione:

Albion è il romanzo dell'autrice emergente, Bianca Marconero, che dopo essersi occupata di testi per la prima infanzia, approda al fantasy e alla narrativa per ragazzi. Albion non rappresenta solo l'esordio dell'autrice, ma anche quello della sua stessa casa editrice. Infatti la Limited Edition Books entrerà nel mondo dell'editoria italiana proprio con quest'opera, in uscita l'8 marzo 2013. Come loro stessi ci tengono a informarci: Limited Edition Books è una casa editrice emergente. Nell’ambito del suo programma editoriale prevede pubblicazioni su carta ed e-book che declinino l'immaginario per il tramite di parole e di immagini, proponendo paranormal fiction di autori italiani, libri a tema realizzati da opinion leader del web, libri per ragazzi e libri a fumetti. Limited Edition Books ha il piacere di annunciare l’imminente uscita di ALBION, il primo romanzo fantasy di Bianca Marconero.

Veniamo ora al romanzo. Protagonista è Marco Cinquedraghi, che oltre ad essere orfano di madre e ad aver perso il fratello a causa di una caduta da cavallo, all'inizio del romanzo affronterà il funerale del nonno: Edoardo Cinquedraghi, che l'aveva cresciuto come fosse un padre. La famiglia Cinquedraghi è una famiglia molto ricca e influente a Roma (legati alla politica) e il funerale sarà solamente un'altra circostanza in più per dimostrarsi tali. Tommaso Cinquedraghi, il padre di Marco, dopo la morte della moglie si è risposato con Sophia Ricciardi Sezzi, una donna di 25 anni, che tenta di fare da matrigna a Marco, con scarsi risultati. Marco dal canto suo è un ragazzino di 17 anni molto pieno di sè, arrogante, che tratta tutti dall'alto in basso. Per essere totalmente onesta all'inizio mi è stato antipatico, per via della sua insensibilità alla morte del nonno, a quella del fratello Riccardo (posso capire a quella della madre, non avendola mai conosciuta), ma anche per il suo carattere. Con il proseguire della trama non è che l'abbia amato anzi, ha continuato a starmi antipatico, non aspettavo altro che il momento in cui sarebbe maturato. Infatti Albion è un romanzo di formazione, oltre ad essere un romanzo fantasy contemporaneo. Però devo dire che mentre attendevo il fatidico momento dell'evoluzione, a mano a mano che proseguivo con la lettura, mi affezionavo sempre di più sia a Marco come protagonista, che agli altri personaggi.

Tornando nuovamente alla trama, Marco viene spedito a studiare in una scuola in Svizzera, l'Albion College, in cui per tradizione si dovrebbero iscrivere i primogeniti delle famiglie più ricche e influenti d'Europa, per diritto ereditario. Marco pur non essendo un primogenito, lo era il fratello ora morto (tra l'altro la caduta da cavallo di Riccardo è avvenuta proprio all'Albion), viene invitato a iscriversi alla scuola saltando i primi due anni e arrivando direttamente al terzo. La proposta in realtà era arrivata due anni prima, ma il nonno si era opposto. Il padre di Marco invece decide di mandarlo. All'Albion oltre agli alunni regolari, vi sono anche i borsisti, ragazzi che non potendosi permettere la retta del College, studiano e lavorano contemporaneamente (svolgendo servizi per la scuola). I dormitori delle due classi sociali all'interno della scuola sono separati, si forma quindi un microcosmo in cui "chi conta" se la prende con il più debole. A tutto ciò inizialmente Marco non si sottrae, poiché si ritiene influente, figo, appartenente al gruppo di persone "che contano". La sua idea dei borsisti inizierà a cambiare progressivamente, soprattutto per via di Helena, una dolce ragazza spagnola (che ho amato da subito a differenza di Marco)

Le materie studiate all'Albion sono veramente "particolari" si passa da quelle umanistiche, con lo studio di lingue antiche, a materie "sportive" quali la scherma antica (con la cosiddetta "caccia") e la giostra medioevale (in cui i due contendenti a cavallo cercano con la lancia di disarcionare o colpire l'avversario). In un primo momento ho pensato che per dei ragazzi, che dovrebbero entrare in quella scuola all'età di 15 anni, fossero materie troppo difficili da affrontare (ma naturalmente questo è un pensiero razionale xD). Le materie "sportive" sono quelle che più mi affascinano e in cui il nostro protagonista Marco sembra essere più portato.

All'Albion Marco conoscerà tanti ragazzi, i personaggi sono veramente tantissimi e molto spesso è difficile (almeno per me lo è stato) ricordarsi tutti i nomi (essendo molti di questi nomi particolari), oltre a ciò l'autrice a volte li chiama per nome, altre volte per cognome e questo mi ha reso le cose ancora più difficili (la mia memoria non è più quella di una volta). Oltre ai suoi compagni regolari, farà la conoscenza di alcuni borsisti, tra cui (come dicevo in precedenza) Helena e Deacon (migliore amico di Helena), che dimostreranno fin da subito di non sopportare per niente (avendo tra l'altro pienamente ragione) Marco.

La narrazione procederà in terza persona, con il punto di vista di Marco per la maggior parte del tempo, alle volte però si passerà a quello di Helena o Deacon, o anche a quello di altri personaggi. All'inizio questo cambio di punto di vista mi ha fatto un po' storcere il naso, soprattutto visto che avveniva all'interno di uno stesso capitolo, alla fine l'ho apprezzato perché riesce a far conoscere la storia nella sua totalità. Un'altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è l'utilizzo di parole poco comuni (chiosare, elicoidale, pronao, lesene, calandra, torrioni, mastio, cimase, cicaleccio, solo per elencarne alcune. Ammetto la mia ignoranza in alcuni casi ho dovuto fare affidamento al buon vecchio dizionario per capirne il significato preciso), in alcune circostanze avrei fatto a meno, per rendere la lettura più scorrevole (visto che comunque l'opera è indirizzata ad un pubblico giovane e il punto di vista è quello di un ragazzino di 17 anni). I termini usati sono molto tecnici nel descrivere le ambientazioni. Un'altra cosa che ho notato è l'uso eccessivo del punto esclamativo, questo soprattutto durante i dialoghi (mi potrete dire ma che ti frega, ma a me danno fastidio).

I personaggi scopriranno di avere particolari attitudini paranormali, ci sarà chi avrà poteri di guarigione, chi saprà leggere nel pensiero, chi avrà capacità telecinetiche, chi avrà il potere di condizionare lo stesso nostro protagonista Marco. La scuola in realtà non è un semplice college, ma nasconde un mistero, collegato in qualche modo al monastero di Montecassino in Italia (dove i protagonisti andranno durante le vacanze di Natale) e al mito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

Fin da subito ho tifato per una possibile storia d'amore tra Marco e Helena, anche se Marco non si limiterà all'inizio e frequenterà ben due ragazze contemporaneamente (Rebecca, la ex di suo fratello e Yanka) e anche se Helena sembra essere più affezionata al suo miglior amico Deacon. Il nostro protagonista quindi elvolverà e capirà il vero valore dell'amicizia, scoprirà il vero amore, l'onore, la lealtà, tutti ideali che nel mondo di oggi tra i giovani si stanno spegnendo. E per questo devo dire di ringraziare questo romanzo, perchè in qualche modo fa riflettere i ragazzi, naturalmente senza grosse pretese (il fine principale è sempre quello di divertirsi leggendo, se poi ci si può soffermare e riflettere su certi argomenti ben venga).

In conclusione personaggi ben caratterizzati (anche se sono troppi), storia originale (malgrado l'ambientazione scolastica), padronanza del linguaggio ottima (anche se alcuni termini tecnici potevano essere evitati), ottime descrizioni e introspezione dei protagonisti, i dialoghi forse sarebbero da migliorare. Appassionante, piacevole, per cui, malgrado gli elementi a sfavore che ho analizzato in questa recensione (nessun romanzo è perfetto), lo consiglio.

9 commenti:

  1. oh O.o il monastero di Montecassino...allora qualcuno lo conosce! Punto in più per quanto mi riguarda! :D

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  2. Non ho letto il romanzo, quindi non so come l'autore gestisca il punto di vista, ma ti chiedo: il cambio da un pdv all'altro avviene tra una scena e l'altra o all'interno della stessa? Perché nel primo caso, lasciando da parte i gusti personali, la modalità è corretta. Il pdv non dovrebbe cambiare all'interno della stessa scena, ma tra una e l'altra lo stacco è segnalato e non dovrebbero nascere confusioni, anzi. Personalmente è una tecnica che amo, permette grande ricchezza ed è del tutto legittima.
    Scusa se intervengo su questo dettaglio, ma è un argomento che mi sta cuore... Grazie.

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    1. Comunque ho letto il tuo articolo nel tuo blog, mi scuso se vi sono sembrata troppo tecnica, alla fine sono solo opinioni di una semplice lettrice :)

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  3. Ad esempio il capitolo due è intitolato Helena e inizia con il punto di vista di Helena e mi aspettavo che per tutto il capitolo ci fosse il suo stesso punto di vista invece, come ho detto nella recensione, all'interno del capitolo cambia e ritorna a Marco. Non mi ricordo di preciso tutti i casi, comunque il cambio è segnalato da uno spazio. Se sia o meno la stessa scena non saprei (sono solo una lettrice), io la vedo (in alcuni casi, come il citato capitolo 2) come il continuo della stessa scena (che continua però con il punto di vista di Marco). Nel capitolo due Helena scende dal treno e aspetta di essere presa dall'auto per andare alla scuola, lì vicino c'è anche Marco che non la calcola. Arriva l'auto, guidata da Deacon, Helena è tutta contenta ci parla ecc. fin quando Deacon gli dice che devono far salire in macchina anche l'altro ragazzo. Ecco che qui fa lo stacco e ritorna Marco, che si fa prendere la valigia e va in macchina con i due ragazzi.

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  4. In questo caso parliamo di un romanzo di formazione in cui il protagonista da stronzo a tutti gli effetti, a poco a poco, cambia e matura. Io personalmente avrei preferito nessun cambio di punto di vista e mi sarei soffermata sempre e solo su Marco. Ma come ho detto sono solo mie opinioni da lettrice. O al massimo avrei dedicato dei capitoli (e intendo capitoli interi) a Helena e a Deacon, che poi sono gli altri due personaggi principali. Poi la confusione in questo caso mi nasce soprattutto perché i personaggi sono tantissimi, non sono una lettrice che quando legge pensa ad altro, ma ho fatto fatica a seguire tutto.

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  5. Capito. Be', se c'è una riga vuota, o la riga con i tre asterischi (dipende dalle norme redazionali della casa editrice) è un cambio di scena, e quindi la gestione del punto di vista è corretta. Immagino che la scelta di cambiare pdv all'interno dello stesso capitolo sia motivata da criteri precisi che l'autrice aveva in mente, da necessità tecniche legata alla trama o altro.
    Non scusarti, anche perché il mio articolo non c'entra nulla con questa recensione in particolare, che ho letto dopo ^^ Quando ho scritto il mio post pensavo ad alcune recensioni riferiti a libri che ho letto anch'io. Su questo argomento ho voluto parlare perché mi tocca come autrice e perché ritengo che, usando appunto lo spazio vuoto tra un blocco di testo e l'altro, si stia già segnalando al lettore che qualcosa sta per cambiare, quindi non vedo la difficoltà. Al singolo romanzo poi può giovare un pdv solo o dieci diversi, ma dipende da tanti fattori, i motivi per cambiare il pdv sono tanti. Grazie per la tua risposta ^^

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    1. Figurati grazie a te per questa precisazione :) e magari qualche volta avrò il piacere di leggere qualcosa scritta da te.

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    2. Ti ringrazio. Sul mio blog ci sono tre o quattro racconti on line. Per il resto... aspetta e vedrai ;-)

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