di Gemma Anna Sergi
Sono
in molti a ritenere che nascere a Tiepole sia una maledizione, ma
solo pochi sanno davvero cosa significhi essere dei maledetti.
Federico
sapeva da tempo che, presto o tardi, sarebbe toccato anche a lui
scoprirlo, ma non avrebbe mai immaginato che la maledizione di Marta
Vasselli avrebbe colpito in modo tanto crudele anche chi, nonostante
tutto, aveva deciso di restargli accanto. Per tutto il tempo, da
quando era venuto a conoscenza della verità, aveva sperato di
sbagliarsi, ma con i primi sintomi aveva finalmente cominciato ad
intuire in che razza di mostro si stava trasformando ed una cosa gli
fu subito chiara: avrebbe odiato quel mostro con tutte le sue forze.
Due
giorni prima che compisse la sua scelta, era uscito per cercare di
schiarirsi le idee, cosa che aveva preso a fare spesso, perché
davvero non riusciva ad accettare quella verità che, in maniera così
spietata, continuava ad imporsi con sempre maggiore violenza nella
sua vita.
I
suoi passi, quel giorno, lo avevano condotto al cimitero e, una volta
lì, convinto che non ci fosse nessun altro, si era diretto deciso
verso la tomba della strega. Dopotutto, era lei la responsabile della
sua condizione ed era sempre lei la causa del dolore che stavano
provando i suoi cari. Sentiva il bisogno pressante di fronteggiarla e
di capire cosa, tanti anni prima, l’avesse spinta a compiere quel
dannato gesto.
Una
volta trovata la sua lapide, aveva stretto i pugni fino quasi a
sanguinare. La rabbia che provava era immensa e non faceva altro che
aumentare, ma non vi badò. Invece, avrebbe dovuto capire proprio in
quel momento cosa gli stava realmente accadendo ma, essendo appena
l’alba, era fermamente convinto di essere da solo in quel luogo.
D’altronde, come avrebbe potuto immaginare che proprio Agata, la
sua Agata, si trovasse dall’altra parte del muro di cinta,
agonizzante nella sua disperazione, sola ed inconsapevole di cosa le
stesse succedendo, semplicemente perché c’era lui poco distante?
Più
la rabbia cresceva in lui, più la vita abbandonava lei.
Se
l’avesse saputo, certamente sarebbe corso via a gambe levate ed
Agata non sarebbe finita in uno stato vegetativo, lottando contro la
morte ma incapace di reagire e di riprendersi perché priva di
energie. Ed era stato proprio lui a risucchiargliele tutte, lo sapeva
con certezza.
Ogni
volta che provava una forte emozione, il suo corpo tendeva ad
assorbire l’energia vitale di chi si trovava nelle vicinanze e lui
non poteva fare nulla per ribellarsi. La maledizione di Marta
Vasselli l’aveva reso un… la verità era che nemmeno Federico
sapeva esattamente in cosa si stesse trasformando. Si sentiva come un
orribile parassita che per sopravvivere doveva risucchiare la vita
altrui, un Vampiro affamato di energia.
Sapeva
di essere lui la causa di tutti quegli strani casi di persone che si
erano ammalate all’improvviso perché prive di forze per lottare;
era lui, risucchiando la loro energia, a ridurli in quello stato.
Questo però accadeva all’inizio, quando la maledizione non era
ancora del tutto attiva. Dopo aver visto quel che era capitato alla
povera Agata, aveva deciso che la storia non poteva – e non doveva
– affatto continuare: percepiva la velocità con cui la maledizione
stava prendendo il sopravvento e, sicuramente, un giorno la sua fame
di energia sarebbe stata talmente forte da spezzare la vita di
qualcuno. Fu questo a convincerlo a compiere quel gesto a cui nessun
ragazzo della sua età dovrebbe anche solo pensare.
Oggi
di lui, a Tiepole, resta semplicemente un biglietto con un breve
messaggio scritto a penna con mano tremante:
“Non pensate a me come al mostro che sarei diventato, ma come a
colui che l’ha sconfitto, impedendogli di continuare a nuocere.
Ricordatemi, semplicemente, come il vostro Federico.”
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