Autore: Ransom Riggs
Pagine: 382 p.
Prezzo cartaceo: € 9,99 (su amazon scontata a € 7,43)
Prezzo ebook: € 6,99 (su amazon)
Editore: Rizzoli
Genere: mistery, fantastico
Scheda su Anobii: qui
Trama: Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che - protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo - si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?
Note sull'autore: Ransom Riggs è nato in Florida e si è diplomato al Kenyon College e alla Scuola di cinema e televisione della University of Southern California. È autore di cortometraggi (visibili sulla sua pagina di Youtube www.youtube.com/ransriggs), blogger, scrittore di viaggi, collezionista di fotografie d’epoca. Vive a Los Angeles con la moglie e un gatto. La casa per bambini speciali di Miss Peregrine è il suo primo romanzo. Il suo sito internet è www.ransomriggs.com.
La mia opinione:
Protagonista di La casa per bambini speciali di Miss Peregrine è Jacob, ragazzino di sedici anni molto affezionato alla figura del nonno. E' lui che ci racconta in prima persona la sua vita, iniziando dall'infanzia, in cui passava il tempo ad ascoltare le storie affascinanti del nonno.
"Fin da bambino, il nonno era per me la persona più affascinante al mondo. Era cresciuto in un orfanotrofio, aveva combattuto in guerra, aveva attraversato gli oceani in piroscafo e i deserti a
cavallo, si era esibito in un circo, sapeva tutto sulle armi da fuoco, l’autodifesa e la sopravvivenza in
condizioni estreme. Parlava almeno tre lingue oltre l’inglese. Tutto ciò appariva insondabilmente esotico a un ragazzino mai uscito dalla Florida, e ogni volta che lo vedevo lo scongiuravo di raccontarmi una storia. Lui mi accontentava sempre, dandomi l’illusione che quelle storie fossero segreti riservati esclusivamente a me."
L'uomo lascia la Polonia da piccolo, viene messo su di un treno dai genitori ebrei per sfuggire alla persecuzione dei nazisti, e così è l'unico a salvarsi della sua famiglia. Arrivato in Inghilterra trova rifugio in un orfanotrofio, poi prende parte alla guerra arruolandosi e infine emigra in America.Jacob si sente in un certo senso in colpa per la sua vita tranquilla, agiata e molto noiosa, rispetto a quella piena di sofferenze ma anche avventurosa del nonno (e come non dargli torto). I racconti del nonno spesso sfociano nel fantastico, con la descrizione dell'orfanotrofio come luogo in cui risiedevano bambini speciali, in grado di fare cose speciali.
"Era un posto incantato, diceva il nonno, pensato per tenere i bambini al sicuro, su un’isola dove ogni giorno splendeva il sole e nessuno si ammalava o moriva mai. Vivevano tutti insieme in una grande casa, protetta da un vecchio uccello saggio… o almeno così sosteneva lui. Con il tempo, inevitabilmente, iniziai a nutrire qualche dubbio."
«E perché i mostri volevano farvi del male?» gli chiesi.
«Perché non eravamo come le altre persone. Noi eravamo Speciali.»
«Speciali in che senso?»
«Oh, in tanti sensi. Una bambina sapeva volare. Un ragazzino aveva uno sciame di api nella pancia. E altri due, fratello e sorella, erano in grado di sollevare pesi immani fin sopra la testa.»
Era difficile credere che potesse dire sul serio, d’altra parte il nonno non era tipo da barzellette.
Mi lesse in faccia il dubbio e corrugò la fronte.
«Va bene, non devi credermi sulla parola» continuò. «Ho le fotografie.»
A seguito di un evento tragico (che non specifico per non fare spoiler e rovinarvi la sorpresa) Jacob vede nell'oscurità la figura di un mostro, uno di quei mostri descritti più volte dal nonno. Quella visione lo turba profondamente, tanto da avere incubi notturni ricorrenti e dover far ricorso a uno strizzacervelli. Da quel momento però si convince anche che le storie del nonno devono avere un fondo di verità.
A questo punto il romanzo sembra voler prendere la svolta dell'horror, il lettore sta in agguato pensando che da un momento all'altro potrebbe spuntare qualche altra losca figura e invece con mio sommo dispiacere non succede un tubo! Il romanzo come dicevo fila liscio senza intoppi (ti fa entrare nell'ottica e nella visione del mondo del protagonista), ma allo stesso tempo (a parte questo evento tragico di cui vi ho parlato e la visione del mostro) per buona parte (fino alla metà del romanzo) non succede proprio niente e questo può far storcere il naso al lettore (specialmente a me che dalla descrizione, dalla trama, e dalla mia fantasia mi ero configurata tutt'altro romanzo).
Jacob decide di partire (accompagnato dal padre) per l'Inghilterra alla ricerca del famoso orfanotrofio, purtroppo troverà solo delle macerie, ma non si arrenderà. A questo punto vi è la scoperta del mistero da parte del protagonista, scoperta secondo me avvenuta fin troppo facilmente, quasi per caso e con pochissimi intoppi (ma i nemici dove sono finiti? neanche l'ombra!). Conoscerà i famosi bambini e la direttrice Miss Peregrine. Tutte le domande avranno una risposta, ma che risposta! Teorie campate veramente in aria.
Non sopporto quando nei romanzi per buona parte del tempo non succede proprio niente e poi tutte le domande trovano una soluzione non attraverso gli eventi, ma attraverso dialoghi pieni zeppi di informazioni, buttate lì così alla bene e meglio, con teorie strampalate sul mondo alternativo in cui vivono i personaggi. Naturalmente in questi casi i protagonisti prendono per oro colato tutte queste belle informazioni e non si fanno il minimo problema su come ciò sia possibile. Lo scrittore non si accorge però che così facendo interrompe la sospensione dell'incredulità. Ecco qualche passo significativo. In questo pezzo la direttrice spiega a Jacob che esistono al mondo persone Speciali e persone Normali (che poi il concetto di normalità è abbastanza relativo xD)
«La composizione della specie umana è infinitamente più variegata di quanto sospetti la
maggior parte delle persone» esordì. «La reale tassonomia dell’Homo sapiens è un segreto noto a pochi, un drappello sparuto di cui tu stai per entrare a far parte. In sostanza è una semplice dicotomia: ci sono i coerlfolc, la massa delle persone Normali che costituisce la grande maggioranza dell’umanità, e poi c’è la parte nascosta – i cripto-sapiens, se vogliamo – chiamati syndrigast, o “spiriti Speciali” nel venerabile linguaggio dei miei antenati. Come avrai senza dubbio dedotto, chi vive qui appartiene al secondo gruppo.»
Che hai detto? I cripto che? Ma c'è bisogno di spiegazioni così astruse per dire che voi siete Speciali, mentre tutti gli altri no?
Per essere protetti dai mostri (che però ancora non fanno la loro comparsa) i bambini speciali e la loro direttrice vivono all'interno di un anello. All'inizio nominavano sto anello, e io come una stupida avevo pensato che il loro mondo era rinchiuso all'interno di un anello, nel senso più pratico del termine, cioè l'oggetto anello. E invece mi sbagliavo, in realtà intendevano un anello spazio-temporale (e dillo prima no xD). In questo passo la direttrice spiega a Jacob la questione.
«Qualcosa andava fatto, quindi alcune persone come me crearono luoghi in cui i giovani Speciali potessero vivere lontani dalla gente comune. Rifugi isolati nel tempo e nello spazio, simili a questo, di cui vado fierissima.»
«Persone come lei?»
«Noi Speciali abbiamo in dono abilità sconosciute alle persone Normali, in infinite combinazioni e varietà, un po’ tipo le pigmentazioni della pelle o i lineamenti del viso.
Detto ciò, alcune abilità sono frequenti, per esempio la lettura del pensiero, altre invece sono rare, per esempio il modo in cui io riesco a manipolare il tempo.»
«Il tempo? Davvero? Credevo che lei potesse trasformarsi in un uccello.»
«Certamente, e qui sta la chiave della mia abilità. Solo queste creature sono in grado di manipolare il tempo. Dunque, tutte le manipolatrici del tempo devono poter assumere la forma di un uccello.»
Lo disse in tono così serio, e con tale semplicità, che mi ci volle un momento per capacitarmene.
«Gli uccelli… viaggiano nel tempo?» Mi si dipinse sulla faccia un sorriso da scemo.
Miss Peregrine annuì, senza mutare espressione.
Certo un buon manipolatore del tempo se non si trasforma in uccello che bello c'è, ma inventarsi una teoria più convincente no? poi tutte ste teorie strambe non campano per niente in aria xD Penserete che pretendo troppo, può darsi. Comunque da questo punto in poi il romanzo si fa nettamente più interessante. L'anello spazio-temporale in cui si trovano i bambini è quello del 3 settembre 1940, e in pratica rivivono sempre lo stesso giorno, inoltre non invecchiano mai restando sempre bambini (e malgrado abbiano tutti almeno ottant'anni si comportano come semplici ragazzini, l'autore spiega ciò adducendo a delle capacità dell'anello di farti rimbecillire in un certo senso).
Il bello che il nostro protagonista non si fa nessuna domanda, non è schifato da tutto ciò, come fa a trovare bello il dover rivivere per l'eternità lo stesso giorno?? Inoltre il fatto di restare in eterno bambini, non maturando mai, mi inquieta non poco. Capisco bene il nonno di Jacob che se n'è scappato per disperato, c'è da impazzire. La cosa più inquietante è la direttrice che li tieni a bacchetta, dicendo che lo fa per il loro bene, ma è meglio vivere ottant'anni in prigione o essere liberi anche se per poco? In ogni caso ormai è troppo tardi per loro, perché se uscissero dall'anello invecchierebbero tutto in una volta, per cui ormai sono costretti a rimanerci vuoi o non vuoi. Ma Jacob cavolo può scegliere! E cosa fa? è tentato e vuole rimanerci, ma sei pazzo dico io!
Nel finale, finalmente ricompare la minaccia, i nemici prima spariti (si stavano organizzando per sferrare l'attacco) rifanno la loro comparsa, e c'è un bel colpo di scena su di una persona vicina a Jacob. La storia prende una piega molto più interessante, riusciranno i nostri eroi a salvarsi? Già vi ho detto troppo, resta a voi scoprirlo leggendo :)
Concludendo se non ci fossero le immagini lo classificherei come un romanzetto avventuroso per ragazzi, le immagini però sono abbastanza inquietanti e poco adatte a un pubblico giovane secondo me. Il romanzo mi è piaciuto, anche se ho preferito nettamente la seconda parte più movimentata e anche se alcune cose mi hanno fatto storcere un po' il naso. Certo a livello di originalità non è che sia il massimo, un misto di peter pan (tra l'altro citato all'interno dello stesso romanzo) harry potter (anche se è scritto molto meglio) e supereroi marvel versione bambini.
Qualcuno di voi l'ha letto? Fateci sapere nei commenti.
Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy
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