martedì 11 giugno 2013

08 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Marco Bertoli
Jinn

Federico si accorse che qualcosa non andava nel momento in cui si sorprese a fissare un merlo che gorgheggiava allegro fuori dalla finestra della sua camera e avvertì un cupo brontolio nello stomaco: era fame!
Si allontanò dal davanzale con la spiacevole sensazione che si prova nel rendersi conto che i parametri di riferimento della routine quotidiana sono stati stravolti. Il ragazzo, infatti, aveva odiato con tutta l’anima, almeno sino a quell’attimo, la carne proveniente da qualsiasi tipo di volatile, tant’è vero che sua madre preparava il pollo arrosto soltanto quando lui non pranzava con il resto della famiglia.
Nei giorni seguenti altre trasformazioni ancor più inquietanti sconvolsero Federico, sprofondandolo in un abisso di angosciosa perplessità.
La sua voce cristallina, dal gradevole timbro baritonale, iniziò a essere inquinata da un fastidioso sibilo di sottofondo, una sorta di fischio persistente che spinse suo padre a prenotargli una visita da un suo amico, medico otorinolaringoiatra.
La termoregolazione corporea s’interruppe di colpo: tanto poteva rimanere per ore a crogiolarsi sotto i caldi raggi del sole di luglio senza che una goccia di sudore gli imperlasse la fronte quanto il transitare per pochi secondi all’ombra di un muro lo gettava in una tormenta di gelo che gli indolenziva le ossa.
Lui che sin da neonato aveva sempre dormito nella cosiddetta “posizione a stella” iniziò ad assumere un’assurda posa ad anello, quasi volesse raggomitolarsi su se stesso.
Infine, ci fu quel bagno nel torrente in cui, uscendo dall’acqua, la sua pelle brillò di un arcobaleno di sfavillanti iridescenze come se fosse stata ricoperta da una pellicola di minuscole squame di cheratina.
Federico era un giovane svogliato a scuola ma perspicace quindi tentò di spiegare razionalmente quei fenomeni, attribuendoli allo stress per i debiti da riparare a settembre o alle difficoltà che il rapporto con Susanna, la sua ragazza, stava attraversando. I genitori, una coppia attenta e premurosa, accortosi dei cambiamenti del figlio, cercarono di sostenerlo in ogni modo.
Purtroppo che non si trattasse di una malattia psicosomatica divenne chiaro quando l’adolescente non fu più in grado di reggersi sulle gambe. Per fortuna successe che era nel cortile della villetta in cui abitava e riuscì a trascinarsi in tinello a forza di braccia. La corsa in ospedale, un mese di ricovero trascorso tra i più svariati esami diagnostici e analisi, e gli specialisti conclusero che il ragazzo era afflitto da un morbo sconosciuto alla scienza medica, forse d’origine genetica: si poteva soltanto aspettarne il decorso.
Steso sul letto, Federico si scattò con il telefonino una foto da inviare a Susanna. Prima di allegarla allo MMS, la controllò: due iridi tagliate da pupille ellittiche e verticali ricambiarono fredde il suo sguardo.
Di colpo tutto gli fu chiaro: si stava trasformando in un rettile!

Il ragazzo si spinse giù dal giaciglio e iniziò a strisciare verso la finestra aperta.

3 commenti:

  1. Lo scrittore non smentisce mai il suo modo di scrivere! veramente un racconto, per me, eccezionale

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