di Fabio Conte
Sabina
era la migliore amica di Laura, avevano la stessa età e
frequentavano l’unica scuola di Tiepole. Sabina era bellissima,
aveva i capelli biondi e ricci. I suoi occhi erano color cenere. A
scuola era corteggiata da molti ragazzi ma lei non si concedeva a
nessuno. Il sabato sera Sabina e Laura andavano alle feste
organizzate all’interno delle rovine di una casa abbandonata vicino
ai boschi.
Molte coetanee
invidiavano Sabina, i ragazzi si fiondavano su di lei appena la
vedevano arrivare alle feste. L’unica che non sembrava patire
questa situazione era proprio Laura. A lei poco importava se fosse
adulata o meno, il più delle volte rideva delle disavventure di quei
poveretti costantemente rifiutati. Il giorno che comparve dal nulla
Alberto cambiò tutto. Laura s’innamorò perdutamente di lui ma
l’amore ricambiato presto si tramutò in dolore e il male causato
al cuore fu tale da non cicatrizzare. Sabina finì per invaghirsi di
Alberto. Smisero di vedersi, finirono per diventare nemiche e quando
Laura scoprì che la sua ex amica rimase incinta cadde in
depressione.
Quando venne al
mondo Federico Marino, il figlio di Sabina e Alberto, la madre di
Laura formulò la maledizione del coriandolo. Federico scoprì di
essere maledetto a dieci anni. Era il suo compleanno e sua madre
aveva organizzato una festa a sorpresa nel giardino davanti casa.
Stava giocando con i suoi amici quando batté contro lo spigolo di un
tavolo procurandosi un taglio profondo sulla fronte. Cadde all'indietro e perse i sensi. Dopo un paio di minuti sotto gli
occhi scioccati della madre si alzò come se niente fosse successo e
andò a sedersi di fronte a suo padre. Federico lo fissò
ininterrotto, i suoi occhi da azzurri divennero rossi e cerchiati
grigio cenere come quelli della madre, cominciò a parlare una lingua
strana e sconosciuta. Suo padre si avvicinò per guardare meglio da
vicino suo figlio. Non si capì come potesse aver fatto ma tutti i
presenti videro Federico sollevare il padre e scaraventarlo come un
ramo secco contro una finestra uccidendolo sul colpo. Sabina vacillò
un istante prima di crollare in terra svenuta. Federico alla vista di
sua madre si lanciò su di lei azzannandole il collo. La donna non si
rese conto della morte. Con la bocca piena di sangue, si lanciò
contro i presenti, fu allora che Carmine lo colpì violentemente al
viso coricandolo all'istante Federico cadde in una specie di
trance e il suo respiro divenne affannoso.
Gli invitati
scapparono impauriti, rimase soltanto Carmine che con il cuore che
gli martellava nel petto tentò di tamponare con la propria maglia il
collo di Sabina. Trasalì quando udì alle sue spalle un rumore di
passi, si voltò di scatto e vide Federico che stava correndo verso
la montagna.
Lo cercarono giorno
e notte. Dopo una settimana lo trovarono addormentato in mezzo a dei
resti animali in una grotta. Federico venne legato e imbavagliato e
rinchiuso in uno scantinato ma lui riuscì a fuggire ancora una
volta. Venne ritrovato ma quando videro i resti di alcuni bambini
mangiati vicino a lui, dovettero sedarlo per fermare quella furia
umana. Federico venne rinchiuso in una cella e dopo otto anni riuscì
a scappare di nuovo. Quando si seppe in giro della sua fuga i
Tiepolesi caddero nel panico. Una sera Carmine, il sindaco e altri
stavano giocando a carte nel bar, quando udirono un urlo disumano
provenire dalla piazza, corsero fuori e trovarono Federico con un
pugnale conficcato nel torace e un foglio di carta nella mano
sinistra.
«Marta Vasselli sta
arrivando…»
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