martedì 11 giugno 2013

05 Racconto: Contest "Una pagina per un libro"

di Antonella Sgueglia


Federico Marino era un ragazzo solare che emanava gioia di vivere solo a guardarlo. I capelli di un biondo scuro ramato luccicavano allor che spuntassero le prime luci dell’alba, mentre il buio della notte risaltava il bagliore degli occhi verde acqua marina.
La bellezza non era la sua arma principale, o meglio, non quanto l’empatia che lo rendeva irresistibile.
Un fascino adorato da tutti tant'è che alcuni ne azzardavano una pallida imitazione ma lui… lui era diverso, perlomeno fino a quando scoprì la vera natura dei suoi compagni.
Quando gli altri cominciarono a trasmutarsi, il ragazzo dalle labbra vermiglie ebbe il timore di quanto stesse succedendo ai coetanei ed impallidì al pensiero che la medesima sorte stesse ad attenderlo in agguato.
Federico rifiutava l’idea di dover convivere con un virus innescato da una maledizione; un virus che avrebbe offuscato la sua bellezza senza tempo, la sua tranquillità e, di conseguenza, le sue giornate.
Rigettava quell'abominio che si palesava dinanzi alla vista senza alcun preavviso; orrore che divenne sempre più reale. Il terrore dei racconti uditi lo tormentava di giorno, al mirarsi allo specchio, e di notte quando le ombre parevan muoversi verso di lui. Cominciò a notare i primi cambiamenti, le mani sembravano zampe affusolate, così come i piedi. La pelle si scuriva assumendo un tono scarlatto e lo sguardo, da sempre sognatore, si tramutava in funesto. Era la pazzia che aveva preso il sopravvento, impossessandosi dell’ipotalamo, ostruendone ogni volontà.
Sì, la maledizione aveva colpito anche lui ma, a differenza del gruppo, unicamente lui ne era a conoscenza perché soltanto lui si accorse del mutamento.
Nessuno seppe mai la verità su Federico o se fosse interamente frutto della mente malata e spaventata da una possibile metamorfosi. Ad alcuno fu dato saperlo, se non l’uomo stesso e Marta Vasselli. Fatto è che di lui si perse ogni traccia. Neppure Empiréa ne aveva più ricevuto notizia.
Ciò che premeva Tiepole era lasciare Emma fuori da quell'immane dolore, un segreto che non avrebbe mai visto luce durante la permanenza in quel luogo.
Quel che ne è stato del ragazzo ridente non riguardava gli altri maledetti. Se da qualche parte fosse emersa una traccia, la falsa pista del sindaco sarebbe stata compromessa.
Tuttavia, fino a quel momento Emma doveva restare avulsa da quella storia.

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