di Antonella Sgueglia
Federico
Marino era un ragazzo solare che emanava gioia di vivere solo a
guardarlo. I capelli di un biondo scuro ramato luccicavano allor che
spuntassero le prime luci dell’alba, mentre il buio della notte
risaltava il bagliore degli occhi verde acqua marina.
La bellezza non era
la sua arma principale, o meglio, non quanto l’empatia che lo
rendeva irresistibile.
Un fascino adorato
da tutti tant'è che alcuni ne azzardavano una pallida imitazione
ma lui… lui era diverso, perlomeno fino a quando scoprì la vera
natura dei suoi compagni.
Quando gli altri
cominciarono a trasmutarsi, il ragazzo dalle labbra vermiglie ebbe il
timore di quanto stesse succedendo ai coetanei ed impallidì al
pensiero che la medesima sorte stesse ad attenderlo in agguato.
Federico rifiutava
l’idea di dover convivere con un virus innescato da una
maledizione; un virus che avrebbe offuscato la sua bellezza senza
tempo, la sua tranquillità e, di conseguenza, le sue giornate.
Rigettava quell'abominio che si palesava dinanzi alla vista senza alcun
preavviso; orrore che divenne sempre più reale. Il terrore dei
racconti uditi lo tormentava di giorno, al mirarsi allo specchio, e
di notte quando le ombre parevan muoversi verso di lui. Cominciò a
notare i primi cambiamenti, le mani sembravano zampe affusolate, così
come i piedi. La pelle si scuriva assumendo un tono scarlatto e lo
sguardo, da sempre sognatore, si tramutava in funesto. Era la pazzia
che aveva preso il sopravvento, impossessandosi dell’ipotalamo,
ostruendone ogni volontà.
Sì, la maledizione
aveva colpito anche lui ma, a differenza del gruppo, unicamente lui
ne era a conoscenza perché soltanto lui si accorse del mutamento.
Nessuno seppe mai la
verità su Federico o se fosse interamente frutto della mente malata
e spaventata da una possibile metamorfosi. Ad alcuno fu dato saperlo,
se non l’uomo stesso e Marta Vasselli. Fatto è che di lui si perse
ogni traccia. Neppure Empiréa ne aveva più ricevuto notizia.
Ciò che premeva
Tiepole era lasciare Emma fuori da quell'immane dolore, un segreto
che non avrebbe mai visto luce durante la permanenza in quel luogo.
Quel che ne è stato
del ragazzo ridente non riguardava gli altri maledetti. Se da qualche
parte fosse emersa una traccia, la falsa pista del sindaco sarebbe
stata compromessa.
Tuttavia, fino a
quel momento Emma doveva restare avulsa da quella storia.
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