giovedì 15 marzo 2012

Intervista a Alexia Bianchini e Fiorella Rigoni


Dalle autrici di Minon, bellissimo romanzo che ho avuto il piacere di leggere, una piccola intervista per conoscere meglio il romanzo stesso, la sua evoluzione e le menti che vi sono dietro.

1. Innanzitutto complimenti per la copertina molto bella, ma volevo chiedervi come mai la scelta di inserire alcune immagini all'interno del romanzo?
Volevamo mostrare ai lettori come noi due vedevamo la nostra eroina. Il lavoro con l’illustratrice è stato lungo e accurato. Max è bravissima, ha letto alcuni capitoli e ha capito subito quel che volevamo.

2. All'inizio di molti capitoli ritroviamo frasi di Edgar Allan Poe, siete appassionate di questo autore?
Ogni citazione è legata al capitolo, non sono messe a caso. Dark, mistero, un pizzico di horror. Edgar Allan Poe è indubbiamente capostipite del weird, genere che piace molto a entrambe.

3. A cosa vi siete ispirate per scrivere Minon, con la sua ricca mitologia?
La ricerca è partita dalla figura di Minon, molto gotica, diversa dal suo tempo, solitaria, incondizionata dalla moda. E non perché debba essere diversa per sentirsi importante quanto dal fatto che, sebbene la sua vera natura sia per lei stessa ancora un arcano, si scoprirà che è una creatura millenaria a cui sono intrecciate altre figure.

4. Quali sono di solito le vostre letture? Avete qualche autore-saga preferita, sia recenti che più datate?
Alexia: Adoro la fantascienza e i romanzi storici. Nel fantasy prediligo l’urban. Recentemente mi sono appassionata alla Coleen Gleason e la sua saga sui vampiri.
Fiorella: io adoro molto il fantasy, meno la fantascienza, ma leggo di tutto. Amo incondizionatamente Harry Potter e Twilight, ma ho letto e riletto anche la saga della Spada di Shannara di Terry Brooks, autore che stimo moltissimo.

5. Ci potete spiegare, magari a grandi linee, l'evoluzione che ha portato al risultato finale, del vostro romanzo?
Dopo un incontro fortuito su Facebook, dove ci siamo conosciute, abbiamo creato un gruppo segreto, in cui abbiamo dato il via a un “continua la storia”, un gioco che si è trasformato ben presto in un progetto editoriale. Abitando lontane ci siamo consultate ogni giorno telefonicamente. Il lavoro più duro è arrivato dopo, a stesura ultimata. Ci tenevamo che venisse fuori un romanzo senza refusi, dinamico e accattivante.

6. Com'è stato scrivere a quattro mani? Siete sempre state d'accordo su tutto?
Sì, Minon era talmente plasmata nella nostra mente, così come gli altri personaggi, che parlavamo e discutevamo di loro come fossero reali. Le idee non ci mancavano e quindi abbiamo dato vita al libro in pochi mesi.

7. Come mai la scelta di iniziare con un capitolo dedicato a Exafiria, invece di partire direttamente con la protagonista?
Il prologo è stato inserito a metà stesura, non subito. Lo abbiamo fatto perché volevamo catapultare il lettore nella dimensione del male e dargli un piccolo anticipo di quel che poi avrebbe trovato nel libro.

8. Oggi molti autori preferiscono scrivere in prima persona, come mai avete preferito la terza persona?
Perché un romanzo che ha in sé un unico punto di vista non è completo, se l’obbiettivo è quello di mostrare la vita, e non la vicenda di un singolo. Il punto di vista è irrisorio se si riesce a mostrare l’emotività dei personaggi.

9. Il personaggio che ho preferito è stato Rudy, simpatico e dolce, avevate fin da subito in mente di creare una storia d'amore all'interno del romanzo?
Sì, anche se entrambe eravamo combattute, quasi vivessimo le sensazioni di Minon, in merito all’angelo Nero, Anghelos.

10. Visto il finale, ci sarà un seguito?
Certo, siamo in procinto di cominciare la stesura.

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