giovedì 18 luglio 2013

RECENSIONE FILM: Stoker


Buongiorno miei cari lettori,
oggi vi parlo di un film di difficile classificazione, definito "film dell'orrore, un dramma familiare e un thriller psicologico". In realtà di vero horror non vi è nulla, nessuna creatura soprannaturale o altri strambi elementi (sì per una volta ho fatto un'eccezione). Un thriller psicologico, in cui la vera protagonista è la mente umana, a volte così complicata. L'unico aggettivo che mi sento di dare a Stoker è STUPENDO. Non avevo mai visto un film così curano fin nei minimi dettagli, ogni scena è pensata, ragionata e nessuna cosa è lasciata al caso. Ogni battuta dei protagonisti è ben studiata, niente viene detto tanto per dire. Alcune cose non vengono fatte pronunciare dalla bocca dei protagonisti, ma si riescono a scorgere attraverso il mormorio delle persone. Anche la stessa TV in una scena non è accesa su un programma a caso, anche ciò che viene detto dal documentario in quel momento ha un suo preciso significato all'interno della trama del film. L'attenzione così dello spettatore rimane sempre altissima, non ci sono momenti morti. Per tutto il film ho trattenuto il fiato (metaforicamente parlando) per poi rilasciarlo nella scena finale, quando il tutto si conclude.

Per chi non conoscesse il titolo iniziamo dal trailer:


Il film è del 2013, abbastanza recente, ed è stato diretto da Park Chan-wook, un regista coreano alla sua prima esperienza con un film in lingua inglese. La bravura di questo regista si vede nelle varie scene, non sono una grande esperta di tecniche cinematografiche e di ripresa, però posso dire di aver apprezzato a pieno il lavoro svolto. Le diverse angolature per una stessa scena (il vedere l'interno delle stanze attraverso le diverse porte della casa, la visione attraverso le finestre e altri elementi così mi sono stra piaciuti) non ci fanno perdere nulla, nessuna espressione facciale dei protagonisti, nessun dettaglio, come un puzzle che è fatto di diversi pezzi messi insieme per arrivare al tutto.

La sceneggiatura, vero nodo portante di tutto (oltre al regista, ai bravissimi attori protagonisti e alla colonna sonora), è stata scritta dall'attore Wentworth Miller sotto pseudonimo (molti lo ricorderanno per essere il protagonista della fortunata serie televisiva Prison Break) ispirandosi a Hitchcock e Dracula di Bram Stoker (infatti il nome del film, che poi  è il cognome della protagonista, non è altro che un omaggio a Bram Stoker) anche se il film non ha niente a che fare con i vampiri (e menomale). Io di solito (nelle mie personali recensioni di film) non cito mai chi sia stato a scrivere la sceneggiatura, forse perché il più delle volte queste fanno proprio pena ed è meglio sorvolare sull'argomento che approfondirlo. Invece in questo caso la cosa andava chiarita, per dar merito a chi ha scritto qualcosa di lodevole. Se molti scrittori di oggi avessero la cura e l'attenzione fin nei minimi dettagli che ha avuto Miller nel scrivere questa sceneggiatura, ci ritroveremmo sicuramente molte meno "sole". Un ruolo importante gioca anche gli effetti audio e la colonna sonora della pellicola che riesce a dare alle varie scene il giusto peso.


Ma di cosa parla nel concreto il film? Protagonista della pellicola è India Stoker (interpretata da Mia Wasikowska), che dopo la morte del padre a causa di un presunto incidente stradale, si ritrova a dover vivere con l'instabile madre (interpretata da Nicole Kidman) e uno strano zio (interpretato da Matthew Goode) mai conosciuto prima. Nonostante nutra dei dubbi sullo zio (ad esempio indossa gli occhiali da sole del padre morto, che erano presenti nell'auto con cui ha avuto l'incidente), si ritrova piano piano coinvolta emotivamente da lui (come anche la madre, perché gli ricorda il marito da giovane). Questo dice tutto e niente e anch'io non avevo ben capito di cosa in realtà parlasse il film. Il tema centrale è l'ereditarietà di certe caratteristiche, si può ereditare da un parente, in questo caso lo zio fratello del padre, la tendenza a provare piacere nell'uccidere qualcuno? nel fare del male? Questo è il succo centrale della pellicola. Il padre ha sempre tentato di reprimere certe tendenze della figlia (attraverso la caccia), avendole viste già manifestarsi e mettersi in pratica nel fratello (e per questo passava molto tempo con la figlia, trascurando la moglie), ma dopo la sua morte il suo impegno viene meno e la ragazza è libera di essere chi in realtà è già.

"Ho sempre pensato che a papà piacesse cacciare, ma stanotte ho capito che lo faceva per me, diceva: qualche volta devi fare cose brutte per impedirti di fare cose peggiori. (India Stoker)"

La madre prova del rancore nei confronti della figlia, forse perché gli ha privato in qualche modo delle attenzioni esclusive del marito, forse perché è diventata ciò che lei non voleva, forse perché ha da sempre capito le tendenze della figlia, forse perché  in fondo le assomiglia anche troppo. Fatto sta che la Kidman la interpreta veramente a meraviglia.

"Mi sono sempre chiesta perché abbiamo dei bambini, e la conclusione alla quale sono arrivata è: ad un certo punto nelle nostre vite, ci rendiamo conto che le cose sono fottute, senza rimedio, quindi decidiamo di iniziare daccapo. Di ripulire la lavagna. Iniziare da capo. E abbiamo dei figli. Delle piccole copie a cui possiamo dire: tu farai quello che io non ho potuto. Riuscirai dove io ho fallito. Perché vogliamo che qualcuno ci riesca, questa volta. Ma non io. Personalmente non vedo l'ora di vedere la vita farti a pezzi. (Evelyn Stoker)"

La figlia dal canto suo cerca di trovare la sua strada, ha sempre represso certi desideri (grazie all'aiuto del padre), ma ora capisce che in fondo fanno parte di lei. Solo che i suoi "desideri" non sono dei semplici istinti sessuali come li possono avere tutte le ragazzine che a un certo punto diventano adulte e scoprono il proprio corpo, nel suo caso si nasconde ben di peggio. 

"Le mie orecchie odono ciò che agli altri sfugge. Le piccole, remote cose che la gente normalmente non vede, sono visibili ai miei occhi. Questi sensi sono frutto di una vita di desideri. Desideri da riscattare. Da completare. (India Stoker)"

Visto che voglio parlare in tutta libertà della pellicola vi avverto che da ora in poi ci potrebbero essere dei pesanti spoiler da parte mia, per cui chi non l'ha ancora visto non continui. Naturalmente a vostro rischio e pericolo se decidiate di fare il contrario.

SPOILER NON CONTINUARE SE NON SI E' VISTO IL FILM

Una scena che ho amato è quando India si mette nel letto con accanto tutte le scarpe da uomo ricevute per il compleanno dallo zio. E dopo si vede una scena in cui vi è l'evoluzione della grandezza della scarpa e quindi del piede, a simboleggiare la crescita da bambina fino all'età adulta. In questa scena si vede anche India fare il cosiddetto "angelo" sul letto, cosa che di solito si fa sulla neve fresca, cosa che aveva fatto anche lo zio dopo aver seppellito vivo il fratello minore. Per il suo 18° compleanno il regalo non saranno più un paio di scarpe da uomo (ma come faceva a indovinare il numero preciso del suo piede? Forse glie lo diceva la governante) ma un bel paio di scarpe da donna con il tacco. Quindi India non è più una bambina ora è una donna e come donna decide che strada prendere. Questo è un tema centrale nella pellicola. 

Altra bellissima scena è quella dove India legge tutte le lettere che lo zio gli aveva scritto negli anni. In realtà lo zio non è mai andato in giro per il mondo, come afferma nelle sue lettere, ma era chiuso in manicomio per 20 anni (poiché ha ucciso suo fratello minore, essendo geloso del rapporto che aveva con l'altro suo fratello maggiore, il padre di India). Rivalità e gelosia tra fratelli, altro tema presente nella pellicola. Sinceramente però non ho capito perché abbiano deciso di dimetterlo, visto che non sembrava per nulla guarito. Il piano dello zio è quello di mettersi con la nipote, sentendola non so come, vicina a lui e non ha torto. India dal canto suo ha ereditato le tendenze dello zio, ma non è del tutto come lo zio (entrambi non si fanno toccare da nessuno per difesa). All'inizio razionalmente ho pensato ma perché non chiama la polizia per avvertirli di avere un serial killer in casa? Visto che hai trovato un cadavere nel tuo congelatore, una chiamata alla polizia sarebbe d'obbligo, invece lei non si smuove di un millimetro. La verità è che India si sente in parte come lo zio, infatti è brava a mentire al poliziotto, anche se non in modo perfetto come lo fa lui. E infatti prova piacere quando vede morire, sotto i suoi occhi, il ragazzino (interpretato da Alden Ehrenreich che dopo Beautiful Creatures La sedicesima luna, anche in Stoker ci prova con la mora complessata e piena di problemi, solo che qua fa una brutta fine, ben gli sta!) che aveva cercato di violentarla.

Alla fine lo zio cerca di uccidere anche la madre di India e lei prende la sua decisione, ormai è pronta, con il fucile da caccia gli spara in testa, uccidendolo. Per poi tranquillamente seppellirne il corpo, il non far vedere certe scene ma farle capire attraverso altri particolari è stupendo (infatti in questo caso si vede la striscia di sangue sul pavimento, cosa che ci fa intuire che il corpo è stato trascinato via). Si potrebbe pensare che l'ha fatto per salvare la madre (la madre è una vera bastarda, per un secondo pare voler salvare la figlia dicendogli "prendi me", ma in realtà la sua è solo gelosia, invidia) in realtà a India della madre non glie ne può fregar di meno (ma allo stesso tempo la lascia incolume nella sua stanza), lo fa per vendicarsi del padre e perché quella è la sua natura. Infatti nella scena finale attira apposta l'attenzione del capo della polizia per poterlo eliminare, quando poteva semplicemente andarsene senza fare più nessun altro omicidio. Ma ormai ci ha preso la mano e non si vuole certo fermare. Contro il poliziotto utilizza proprio le stesse forbici, che si vedono in mano in questa scena dallo zio. 


FINE SPOILER 

"Come alla gonna serve il vento per gonfiarsi, non sono fatta solo di me stessa: indosso la cintura di mio padre, stretta attorno alla camicia di mia madre, e le scarpe di mio zio. Questa sono io. Proprio come un fiore non sceglie il proprio colore, noi non siamo responsabili di ciò che diventiamo. Solo dopo averlo realizzato saremo liberi. E diventare adulti, è essere liberi. (India Stoker)"

Qualcuno di voi l'ha visto? Vi è piaciuto? Vi incuriosisce? Fatecelo sapere attraverso i commenti. 

Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Per farti felice non modificherò l'errore ma lo lascerò in bella mostra. Capitan Ovvio è sempre in agguato.

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  2. L'ho visto questa sera.. Devo dire che è di una particolarità a dir poco fantastica! Uno dei film meno scontati che io abbia mai visto

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