mercoledì 17 luglio 2013

RUBRICA "Cosa penso di...": Abbandonare un libro


Buongiorno miei cari lettori,
oggi ritorno con questa mia rubrica, dal titolo molto intuitivo, "Cosa penso di...". In precedenza ho parlato di cosa penso degli ebook, di varie cose che non sopporto nell'ambito degli scrittori, dei blog in generale e di chi snobba l'urban fantasy (potete ritrovare tutti i post sotto l'omonima etichetta presente alla fine di ogni post di questo genere, per avere una visone d'insieme). Oggi invece vi parlo dell'abitudine, se il libro non prende, di abbandonarlo.

Come per ogni altro aspetto legato alla lettura, ci sono i due schieramenti: chi è totalmente contrario e chi è favorevole. Certo poi ci sono anche le vie di mezzo e di solito la virtù sta sempre nel saper trovare un proprio equilibrio. In vari blog potete trovare interessanti articoli che ne parlano. Ad esempio sul blog di Penna Blu (un blog molto interessante, di cui vi ho parlato anche in un altro post in precedenza), troviamo proprio un articolo dal titolo Abbandonare un libro:
"La lettura deve essere prima di tutto un piacere. Aprire un libro deve farci stare bene, non mettere di malumore. Leggendo stiamo consumando il nostro tempo, e anche i nostri soldi... Abbandonare un libro non è quindi un peccato."

Ultimamente ho potuto leggere interessanti articoli (grazie Facebook, ogni tanto servi a qualcosa), ad esempio i motivi per cui si abbandonano i libri o i libri più abbandonati. E' stato infatti fatto un sondaggio da Goodreads (social network dei libri, come lo è anobii, che non ho l'abitudine di usare ma a cui dovrei convertirmi) che ha chiesto alle persone i motivi per cui abbandonano la lettura, quanto sono andati avanti prima di farlo e cosa li ha fatti desistere dal continuare. Ha fatto quindi anche il sondaggio su quali sono i titoli maggiormente abbandonati.



"Quanto al “punto di non ritorno”, cioè la ragione per cui si decide categoricamente di mettere da parte un libro prima di averlo finito, per la maggior parte della persone (46,4%) è il fatto sia “lento, noioso”. Le altre motivazioni: è “scritto male” (18,8%), è “estremamente stupido” (8,8%), ha “una trama ridicola o inesistente” (8,5%), “non mi piace il protagonista” (4,9%), è “inappropriato, mi fa sentire a disagio” (3,8%), “l’autore è impegnato in qualcosa che odio” (3,2%), ha “un brutto editing” (2,7%), è “immorale” (0,5%). Per il 2,5% la scelta dipende invece da una combinazione di queste ragioni."
Quindi capite bene che l'argomento è vivo. Perché vi dico ciò? Beh intanto per smuovere un po' le coscienze e informarvi su argomenti interessanti e infine perché voglio, naturalmente, dire la mia.
SI SONO UNA DI QUELLE PERSONE CHE ABBANDONANO I LIBRI e mi capita pure troppo spesso. L'ultima recensione che potete trovare sul blog, Il diario di Eve Rosser, parla appunto di una mia lettura mai conclusa (ma potrei citarvene tantissime altre). E se devo dirla tutta non sopporto quelle persone che si ostinino a voler continuare fino alla fine un libro. Ok ognuno fa come vuole, ma molti lo fanno solo per vantarsene in giro. In alcuni casi l'abbandono non è definitivo. La lettura è legata ai nostri stati d'animo, ci sono momenti in cui ho voglia di leggere qualcosa di leggero, altri momenti in cui posso sopportare qualcosa di un po' più profondo o non allegro. Non sempre indovino i miei momenti, quindi inizio un libro e magari dopo poche pagine lo lascio perdere, per iniziarne un altro e così via fino a quando non scelgo quello che voglio veramente leggere in quel momento. Questo non lo considero un vero abbandono, perché avendone letto solo qualche pagina non mi sono ancora fatta un'idea approfondita della trama e del libro e posso sempre riprenderlo più in là.

Come dice però la ricerca di Goodreads vi è il "punto di non ritorno" e i miei motivi possono essere vari. Ecco i motivi per cui io abbandono un libro: 1) Il titolo è totalmente raccontato e non mi permette di immedesimarmi nel protagonista o immaginarmi le varie scene; 2) Non mi piace come scrive lo scrittore, o ritengo che faccia errori e non scriva bene; 3) La trama è troppo banale per i miei gusti; 4) La trama è piena di incongruenze e non vi è stato lo sforzo da parte dello scrittore di renderla credibile; 5) La trama non è originale e la ritengo la brutta copia di qualcos'altro; 6) Il protagonista mi sta sulle palle e vorrei che facesse una brutta fine. Se raggiungo il punto di non ritorno il titolo viene abbandonato e mai più ripreso (già non sono il tipo da rileggere un titolo che mi è piaciuto, figuriamoci uno che non mi è piaciuto). 

Come dice Penna Blu, la lettura ci porta via tempo e dovrebbe essere un piacere. Se devo leggere per obbligo finisce sempre che mi passa la voglia e se continuo imperterrita entro nei miei momenti neri. Cosa sono i miei momenti neri? Quei momenti in cui non ho assolutamente voglia di leggere nulla, anche le cose che di solito mi piacciono. Divento indisponente e non è un bene, quindi da un po' di tempo a questa parte ho capito di dover seguire il mio istinto.

E voi cosa mi dite? Vi capita di abbandonare un titolo? Lo riprendete in seguito o dite basta per sempre? Diteci la vostra attraverso i commenti.

Alla prossima Angela
Club Urban Fantasy

8 commenti:

  1. Difficilmente abbandono un libro perchè ho sempre la speranza che possa migliorare, a volte succede,a volte no. Alla fine della lettura, se l'ho trovata noiosa,non mi resta veramente nulla,soprattutto se si tratta di libri autoconclusivi.
    Con le saghe,fino ad ora, mi è quasi sempre andata bene: con il primo volume mi viene la tentazione di rivenderlo subito,ma con i successivi mi viene la curiosità di sapere cosa accadrà e inizio ad appassionarmi.
    Probabilmente tanti libri avrei dovuto abbandonarli dopo poche righe,ma è stata comunque un'esperienza

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    1. Ho la lista infinita di saghe iniziate e mia concluse, nel senso che leggo solo il primo volume (o al massimo anche il secondo) e poi non continuo. Sarà che ho sempre voglia di cose nuove.

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  2. Di solito non mi arrendo constatando i primi "sintomi" della noia che il testo genera, vuoi per innata curiosità vuoi per una sorta di "deformazione professionale in fieri" (nel senso che la professione [di correttore di bozze] è ancora allo stadio iniziale). Le fatidiche "8 pagine", quelle che le Case editrici utilizzano per sondare l'umore del pubblico, non sono un ostacolo o un limite. E' più che normale per un giovane autore mostrare qualche lentezza nell'avvio... Ci sono degli elementi che, in ogni caso, devono essere presenti! Se l'idea è buona, la trama intriga e non è scritta coi piedi, di solito continuo. La mancanza combinata di uno di questi in aggiunta ad altri, secondari, già presenti nel sondaggio di "Goodreads" da te riportato, mi portano inevitabilmente all'abbandono-senza-remore. Ultimamente è accaduto per "Le ragazze morte sono facili" che ho trovato lento, prevedibile, didascalico sulla teogonia e la ritualità voodoo, con un livello di suspence molto basso e con ammiccanti sconfinamenti nel genere sexysoft che appesantiscono la trama piuttosto che, come era probabilmente nelle intenzioni dell'autore, alleggerirla.
    Per il resto concordo, fermo restando che l'abbandono non è (quasi) mai definitivo!

    Proof reader

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    1. Te l'avevo detto che era una pessima idea iniziare "Le ragazze morte sono facili". Io l'ho finito, ma non ho certo intenzione di continuare la serie (almeno non per il momento o forse per sempre).

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  3. Io sto cercando d'imparare l'arte di abbandonare un libro. Non so perchè ma in genere non mi riesce perchè, appunto, spero sempre che migliori o spero sempre di trovare un particolare (una scena una frase un momento) che mi colpisca e che, anche se non risolleva il piacere del libro comunque mi faccia piacere leggere.
    tendenzialmente abbandono il libro per concomitanza di più cause, in genere due: protagonisti idioti + trama inconsistente.

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    1. Dicono che sia uno dei diritti del lettore quello di abbandonare la lettura se non si sente preso dal libro. A volte anch'io però continuo, malgrado la storia non mi abbia entusiasmato più di tanto o i protagonisti mi stiano sulle scatole, forse per curiosità per sapere in fondo come finisce. Ma appunto poi alla fine mi rimane poco o niente della lettura :)

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  4. Io di solito cerco di leggerlo fino alla fine. Ma ci sono delle volte che proprio non riesco, che leggere non diventa un piacere ma una tortura, allora chiudo il libro e ne provo un altro. Inutile insistere su qualcosa che non mi interessa.
    Ho anche abbandonato "Il ritratto di Dorian Gray" perché l'edonismo non fa per me, nonostante sia scritto bene e abbia una bella trama (anche se il capitolo centrale è una noia...!), l'ho abbandonato semplicemente perché non faceva per me. Fra l'altro l'avevo già abbandonato e poi l'ho ripreso in mano ma l'ho riabbandonato di nuovo, proprio non fa per me. xD
    Un altro libro, di un'autrice italiana, invece l'ho chiuso dopo un capitolo perché a) era scritto male b) i personaggi erano delle stupide caricature che manco Plauto avrebbe usato; c) la trama era inconsistente che più inconsistente non si può. E a quello dubito darò una seconda chance.
    E io leggo mattoni di ogni genere. Quindi perché io arrivi a rinunciare alla lettura di un libro ce ne vuole! Però non insisto più di tanto, se non mi prende non lo continuo perché voglio che la lettura sia un momento piacevole, non imprecare dietro alle pagine ogni due per tre. xD

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    1. A volte si impreca, ma si continua ad andare avanti, almeno io spesso faccio così :) Comunque sì, ci sono quei titoli che proprio non fanno per noi e logicamente sono diversi per ognuno. Poi ci sono quelli che oggettivamente sono scritti male e hanno trame inconsistenti (però c'è sempre quello digiuno di altre letture a cui piacciono).

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